Cosa aspettarsi da Star Wars: Il risveglio della Forza?

Luca Misculin
L’economia di Star Wars

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Da settimane amici e colleghi preoccupati per l’aggravarsi dello hype che ho addosso o semplicemente curiosi, mi fanno spesso questa domanda: ma quindi come sarà, questo nuovo Star Wars?

Ogni volta do una risposta diversa, che modulo a seconda della persona con cui sto parlando. All’amico entusiasta che ha già comprato il modello scala 1:1 del nuovo droide BB-8 dico che le premesse sono buone, vedrai che non finisce come l’altra volta — anche se non è vero, quando uscì la Minaccia Fantasma avevo 9 anni e mi piacque un casino — e che comunque Abrams non è il primo arrivato, ci sa fare, più o meno. Sarà una figata. Al collega/amico scettico che ai trailer reagisce con un “embè” spiego che alla fine, dopo tutto, assisteremo a un’enorme operazione-nostalgia, e che è irrealistico aspettarsi un film rivoluzionario come lo furono i primi: e poi se ti piace Star Wars è perché l’hai visto da piccolo quando il tuo cervello era poroso come una spugna, e quindi a nessuno — né ai bambini già abituati ad Interstellar, né ai vecchi fan — il nuovo film potrà fare lo stesso effetto dei primi.

Non lo so nemmeno io, cosa penso davvero. In un ipotetico spettro che ai due estremi ha “sarà orrendo” e “lo vedrò sicuramente 12 volte”, mi pongo ogni giorno in un punto diverso. Oscillo.

Indecisione.

(Ho un atteggiamento ambivalente persino nell’analisi di questo mio atteggiamento. Da una parte mi racconto che questa incertezza mi mantiene flessibile e aperto; dall’altra, sento costantemente una vocina che mi dice “e prendila una posizione, cazzo”.)

E poi ci sono anche le primissime reazioni di chi ha visto il film, tutte positive, alcune super-entusiaste. Cosa bisogna pensarne: che il film è davvero buono? O che difficilmente chi ha pensato di aver visto un brutto film lo sventola ai quattro venti? Boh. Dopo tutto anche le prime reazioni alla Minaccia Fantasma furono molto positive, anche se ancora non c’era Twitter.

Gira da anni, vale la pena di riguardarlo oggi: persone che escono dal cinema entusiaste dopo aver visto La minaccia fantasma: https://www.youtube.com/watch?v=XSaaa_OBkzw

Al posto di superare questa indecisione, vorrei portarla all’estremo in una sorta di seduta di autocoscienza, per cercare di capire cosa aspettarci davvero dal Risveglio della Forza. Alla luce delle moltissime prime impressioni positive, però, ho lasciato in fondo le note più pessimiste: I want to believe, mettiamola così.

Il Risveglio della Forza sarà un buon film

Diversi appassionati di Star Wars sostengono che uno dei problemi più grossi per lo sviluppo e la qualità della saga si sia chiamato George Lucas. Non ricordo dove l’ho letto, ma tempo fa qualcuno ha definito così George Lucas: «un tizio mediocre inciampato in una cosa più grande di lui».

I sostenitori di questa mozione fanno notare soprattutto tre cose: che Lucas da un certo periodo della sua vita in poi è rimasto legato a due soli film— ok, poi diventati due saghe — di fatto rimanendo bloccato in uno stadio “infantile” della sua carriera di regista; che rimettendo mano ai suoi vecchi film li ha spesso peggiorati imbottendoli di scematine e scene non necessarie realizzate in computer grafica, difendendo poi a oltranza le modifiche; e soprattutto che il suo nome è legato indissolubilmente a uno dei più grandi fallimenti nella storia del cinema: i tre film della cosiddetta “nuova trilogia”, di cui ha curato personalmente regia, sceneggiatura e produzione. Regia, sceneggiatura e produzione.

Per Lucas — il Lucas di questi anni, quello della Minaccia Fantasma, L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith — Star Wars è quella roba lì, ed è una roba che non piace quasi a nessuno.

Il solo fatto che Lucas non sia stato minimamente coinvolto nella produzione del Risveglio della Forza e che al film abbiano lavorato così tante mani, fra l’altro tutte ben consapevoli di quale disastro sia stata la nuova trilogia, fa ben sperare. Io non ci credo che fra le millemila persone che hanno lavorato al film nel corso di millemila passaggi e capannelli e focus groups non ci sia stato qualcuno che a un certo punto abbia detto: «fermi tutti, questa è una cazzata». Non ci credo.

Il solo fatto che esista un precedente così doloroso, fra l’altro, ha un’altra importante conseguenza: nessuno pensa che si troverà di fronte a un film pazzesco e rivoluzionario come L’Impero colpisce ancora, e tutti ritengono che ci vorrà poco per fare una cosa migliore dell’Attacco dei Cloni. Le aspettative dell’appassionato razionale sono già state deluse, e perciò sono ragionevolmente basse.

Arriviamo alla parte construens di questo ragionamento: oltre ai motivi per i quali Il risveglio della Forza non sarà un brutto film, ce n’è anche uno piuttosto solido per cui c’è ragione di credere che sarà un buon film. J.J. Abrams ci è già passato: ha preso una storia e un contesto noti, ne ha tirato fuori due bei film. Non due capolavori, come hanno fatto notare critici e appassionati di Star Trek: due bei film.

E quindi possiamo aspettarci questo: una enorme operazione nostalgia, di quelle che dà una botta di adrenalina appena uscito dal cinema, ma che alla lunga scema un po’, e buonanotte.

Il Risveglio della Forza sarà un grande film

In Morfologia della fiaba, un importantissimo saggio letterario pubblicato nel 1928, il linguista russo Vladimir Propp ha identificato lo schema-tipo del genere letterario della fiaba individuando quattro momenti fondamentali della vicenda, oltre a 31 azioni standard che portano avanti la storia — che Propp chiama “funzioni” — e 7 personaggi-tipo. Essenzialmente, in ogni fiaba c’è una situazione di partenza relativamente equilibrata, un avvenimento che la rompe e dà il via all’azione, e una successiva faticosa ricomposizione del quadro iniziale. In mezzo, ci sono azioni — “funzioni” — e personaggi ben definiti fra cui — per usare i termini di Propp — la sciagura preliminare, l’Aiutante, l’ottenimento del mezzo magico e così via.

Ancora oggi il modello di Propp è applicabile a moltissimi film e libri dall’intento fiabesco, e cioè sostanzialmente “di formazione”. Inside Out è perfettamente inscrivibile nel modello di Propp, così come la saga di Harry Potter o quella di Hunger Games.

Ci siamo. Nel 2015 c’è ancora margine per raccontare una fiaba che sia godibile e anzi universalmente apprezzata. Pensate alle funzioni di Propp come a un’immensa torre di Jenga: il cattivone va qui, la ricerca dell’arma magica qua sopra, la sparizione dell’aiutante del protagonista sta qua in mezzo. La torre è fatta per rimanere in piedi: basta saper mettere le cose al posto giusto.

La fiaba perfetta.

È difficile immaginare una fiaba che ha mattoncini di Jenga migliori di quelli di Star Wars. Nei primissimi film il ruolo dell’Aiutante ce l’hanno due droidi che da soli reggono la prima mezz’ora di Una nuova speranza, e che ancora oggi sono considerati da alcuni come i veri protagonisti della saga. In Star Wars, la funzione che Propp chiama “Trasferimento sul luogo di destinazione”, nel 90 per cento dei casi è un viaggio spaziale a bordo di astronavi malandate ma fichissime. E magari ci scappa pure una battaglia spaziale.

Abrams ha a disposizione probabilmente i migliori mattoncini di Jenga al mondo, condivisi e utilizzati da milioni di fan che ne hanno ampliato la portata, rendendoli allo stesso tempo sfumati e super-popolari. Tutti amiamo Darth Vader, chi per la sua spada laser e il respiro affannoso e chi per la sua formidabile credibilità come Cattivo nei primi film.

Abrams lo sa, tutto questo: la prova più convincente è il trailer giapponese del Risveglio della Forza.

Qui dentro c’è tutto: i vecchi personaggi, il giovane protagonista un po’ sfigato ma tosto, i cattivi-super-cattivi, una battaglia spaziale spettacolare condotta con mezzi impari (le astronavi scassate dei Ribelli e quelle squadrate ed efficienti TIE fighter dell’Impero). Il tutto, condito dall’affascinante premessa che tutto quello che riguarda i Jedi e la vittoria dei Ribelli sia stato dimenticato. Si ricomincia da capo. Wow.

Perché Han Solo dice “È vero. È tutto vero”? Perché Leia sembra affranta? Che diavolo sta succedendo?!

Bonus. Se lo dice lui, che ha scritto questo, io ci credo.

Cosa può andare storto?

Un sacco di cose, naturalmente. La mia preoccupazione principale però è che ci sia poco al di là del richiamo ai vecchi fan, e qualche maldestro tentativo di accaparrarsi i più piccoli con nuovi robot, astronavi, magliette, tazze, giochini.

Una opinione su tutte. Matthew Panzarino, direttore di TechCrunch, ha parlato del film in maniera entusiasta, sostenendo che «il Risveglio della Forza è vita. Finalmente: vita, di nuovo dentro Star Wars. Personaggi positivi che tengono l’uno all’altro, e che fanno in modo che voi teniate a loro». Anche per Panzarino, però, il Risveglio della Forza ha «un ritmo familiare. Forse troppo familiare, e certe cose sembrano obbligate, di formalità. Ma in generale è magico». Altri hanno scritto cheIl risveglio della Forza è il film che gli appassionati si aspettavano.

Ecco: temo una situazione da cenone di Natale in cui sai già che rivedrai tuo cugino con cui giocavi da piccolo, e che nel frattempo è andato a studiare all’estero o vattelapesca. Tuo cugino arriva, vi riabbracciate, per dieci minuti parlate di quanto era figa la capanna sull’albero che avete costruito a dieci anni. Poi le risate scemano, lui tira fuori il cellulare e comincia a parlarvi di questa nuova azienda rivoluzionaria, Herbalife — l’hai mai sentita?

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