Il Risveglio dello Spoiler

Stefano Pace
L’economia di Star Wars
3 min readJan 8, 2016

Ogni film famoso porta con sé il corteo di spoiler e di difesa contro gli spoiler. [By the way, qui non leggerete spoiler, tranquilli] Se il film è atteso da anni e ha un pubblico di adepti — come nel caso del Risveglio della Forza — la battaglia degli spoiler assume un’intensità particolare.

Ad esempio, la polizia di Philadelphia, per gioco, ha scritto un tweet in cui dichiara che gli spoiler non sono perseguibili, ma dovrebbero esserlo.

Solo un scherzo, un ammiccamento simpatico, con un po’ di institutional communication dentro. Se consideriamo però le tensioni che si vivono in alcune città americane (non Philadelphia) fra polizia e comunità locale, il tweet assume un valore maggiore. Si allenta per il tempo di un tweet la serietà istituzionale. Per farlo, si ricorre all’inseguimento fra spoiler e no-spoiler intorno a Star Wars.

Caso ancor più interessante è quello delle scritte sui muri con spoiler. Ebbene sì, esistono graffiti che non si lanciano in invettive contro la società, né in poetiche dichiarazioni di amore eterno. Scritte lunghe metri che rivelano che nel Risveglio della Forza… Uno sta passeggiando o guidando ignaro, senza alcun pensiero su Star Wars e, improvvisamente, conosce aspetti essenziali della storia del film.

Se la vicenda degli spoiler, arriva a questi livelli, significa forse che lo spoiler è diventato parte del testo. I testi sono oggi universi con propaggini e accessori. Una di queste estensioni è lo spoiler. Accessorio narrativo creato dallo spettatore, in coerenza con l’idea che i testi non esistono come tali, ma solo nell’interazione con i lettori.

Tutti i vari trailer che J.J. Abrams ha fatto circolare ben prima dell’uscita del film sono sì un esercizio di marketing per tenere caldo il fandom e far montare l’hype (sembra una ricetta di farmacia: tre dosi di fandom, quattro di hype…). I trailer, col loro montaggio fatto di brevi flash, sono anche punture che rivelano e non rivelano; sono semi-spoiler che caricano lo spettatore che — in alcuni casi — sfoga l’attesa con uno spoiler. Senso di liberazione da attesa narrativa…

Il contrasto fra chi fa spoiler e chi si difende è una forma di racconto accessorio alla storia del film. Il confine fra lo spoiler e le dozzine di tesi, teologie, genealogie dei personaggi, sceneggiature alternative che accompagnano testi come Star Wars diventa meno definito. Lo spoiler può esser gara a chi dice prima “Come avevo previsto nella mia teoria…” e “Come si evinceva dal settimo secondo del primo trailer…”.

Lo spoiler è anche piccola vendetta di chi non è dentro l’universo di Star Wars perché troppo complesso. Ma scopre che inserendo un granello di sabbia piccolo come una frase da spoiler nel castello narrativo del film, quel castello di carte cade. Lo spoiler diventa lo stupore di fronte a come tutto si tenga nelle storie complesse come Star Wars e tutto possa essere rovinato con una riga di storia-spoiler ben scritta. In fondo, un inno (malevolo) alla narrazione.

Come dimostrano caso simili (ad esempio, il caso di Survivor della CBS descritto da Jenkins) scrivere un testo per i media di oggi significa considerare la presenza degli spoiler e inventare forme narrative con le quali giocare con essi. Includere, in qualche modo creativo, la meccanica degli spoiler è una delle sfide della scrittura di oggi.

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Stefano Pace
L’economia di Star Wars

Kedge Business School (assoc. prof.) | Bocconi University (adj. pr.) | Mktg/Consumer Culture | All views are my own | RT≠endorsement