FIGC, un calcio al futuro: confermato Tavecchio, ora le riforme

Sconfitto Abodi al terzo scrutinio, ma il Consiglio Federale nasce già spaccato. Programma e obiettivi nel nuovo quadriennio targato Tavecchio

La Bilancia
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3 min readMar 7, 2017

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I due sfidanti: Carlo Tavecchio e Andrea Abodi.

Tutto come previsto. Carlo Tavecchio era il candidato numero uno per la poltrona di presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio e così è stato: con il 54% dei voti, ieri, è stato rieletto a capo della Figc fino al 2020, battendo lo sfidante Andrea Abodi, ex presidente della Lega di Serie B. Tavecchio era già a capo della Federazione dal 2014, quando dopo il fallimentare Mondiale brasiliano tutto il mondo del pallone italiano venne ribaltato. Prima della sua elezione, all’epoca, non mancarono gaffe e clamorosi scivoloni politici (definì “mangia banane” un immaginario giocatore di colore della Lazio), ma i promotori della sua candidatura ribadirono con forza che Tavecchio era il nome adatto per il calcio italiano a scapito dello sfidante Demetrio Albertini. Tre anni dopo, la storia si ripete: cambia l’avversario, Tavecchio stavolta ha evitato gaffe elettorali e si è ripreso la poltrona: “Con la forza con cui ci si divide bisogna ritrovare la stessa forza per unire”, ha detto Tavecchio appena rieletto.

I progetti.
Carlo Tavecchio si candidava per proseguire l’opera iniziata l’11 agosto 2014. Tra i punti cardine del suo programma c’era la riforma della Serie A: sempre con 20 squadre, ma con 2 retrocessioni (ora sono 3). Per quanto riguarda la Serie B le novità sarebbero sostanziali: le promozioni diventerebbero 2 (ora sono 3) a fronte di 20 formazioni nel campionato (ora sono 22). In Lega Pro cambierebbe totalmente la formula: si passerebbe da 3 a 2 gironi con un totale di 40 club iscritti (ora sono 60). Apertura anche alle seconde squadre di A (le attuali formazioni Primavere) in Lega Pro senza che queste abbiano promozioni o retrocessioni. Diversi invece i punti di interesse di Andrea Abodi. L’obiettivo era una riforma dei campionati sulla base parametri qualitativi, ammodernamento degli stadi, revisione della giustizia sportiva con l’uso della tecnologia e controlli più efficienti sul Fair Play Finanziario.

Adriano Galliani, ad del Milan, uno dei grandi promotori di Carlo Tavecchio.

Gli schieramenti.
Fin da subito era chiaro che Tavecchio godesse di maggior sostegno. A favore della sua rielezione c’erano, infatti, la Lega Dilettanti e i maggior club di Serie A (Juventus, Milan e Inter). Per Abodi la sua ex Lega di Serie B, i club di Lega Pro e l’Associazione Italiana Calciatori. In questo conteso, un ruolo decisivo spettava all’Associazione Italiana Allenatori, presieduta da Renzo Ulivieri, e all’Associazione Italiana Arbitri, presieduta da Marcello Nicchi. Sono stati proprio i voti di quest’ultime due Associazione a determinare la vittoria di Tavecchio al terzo turno. Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, ha parlato apertamente di “catene: si può arrivare ad incatenarsi per questa federazione. E ora invece vedo molte catene legate alle poltrone”.

Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, e Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori.

Un Consiglio Federale spaccato.
Sarà comunque molto difficile per Carlo Tavecchio portare a termine tutto quello preannunciato in campagna elettorale. Il Consiglio Federale nasce già spaccato perché per portare a termine le riforme ci vorranno 14 voti su 21. E la minoranza avrà almeno 7 consiglieri: 4 dei calciatori e 3 della Lega Pro, ma forse anche un ottavo di Lega B. Un inizio già in salita.

Abodi rappresentava un deciso passo verso il futuro, ma i grandi club di Serie A avevano già scelto il loro (vecchio) Presidente: iniziare un nuovo corso Federale con un presidente avverso a Juventus, Milan e Inter sarebbe stato deleterio per tutto il sistema calcio italiano. Tavecchio riparte dopo tre anni di fatti dopo tanti scivoloni pre-elettorali. Il calcio italiano ha bisogno di riforme strutturali, la palla è sul dischetto del rigore. Tavecchio prende la ricorsa, centrerà la porta?

Simone Basilico

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