Cinema: I ragazzi di John Hughes

Alice Musatti
La Bohème
Published in
3 min readDec 17, 2020

Ho peccato. In quanto (aspirante) cinefila col morbo che infuriava avrei dovuto sfruttare i mesi di lockdown per recuperare tutte quelle pietre miliari del cinema che non ho mai avuto il tempo e la voglia di vedere e assimilare come si meritano. Invece la mia forza di dedicarmi al cinema serio è stata inversamente proporzionale al numero di contagi perciò mi sono rifugiata in un magico mondo sempre pronto a ospitare povere anime smarrite: i film cult degli anni ’80. In particolare mi sono concentrata su John Hughes e i tre suoi film che c’erano su Netflix ai tempi: “Un compleanno da ricordare”, “The Breakfast Club” e “Una pazza giornata di vacanza”. Da quel che ho percepito qui in Italia non va per la maggiore ma al di là dell’oceano è visto come l’Orson Welles dei film per adolescenti e francamente non mi sembra un paragone troppo esagerato. Ritengo personalmente questi film dei capolavori assoluti? No, ma sono a modo loro delle pietre miliari. Dobbiamo considerare la “prospettiva storica”: prima di questi film raramente gli adolescenti si erano visti rappresentati in modo realistico, con i loro problemi e le loro difficoltà quotidiane, sul grande schermo. John Hughes ha fatto proprio questo creando nel mentre un nuovo genere cinematografico; anche a trent’anni di distanza si capisce perché questa visione realistica ma romanticizzata dell’adolescenza abbia avuto tale presa sui ragazzi dell’epoca.

Una scena di “Una pazza giornata di vacanza”

Ora entriamo nel campo dell’opinione più strettamente personale: a me questi film sono piaciuti tutti e tre e in certi momenti sono riusciti a rappresentare emozioni e stati d’animo in cui mi sono potuta identificare con un’accuratezza impressionante. Secondo me è proprio questa la forza di John Hughes, il riuscire a cogliere con grande accuratezza le sfumature delle emozioni dei suoi personaggi e a trasporle in modo efficace sullo schermo con un’abilità che tanti registi successivi hanno provato invano ad imitare.

Anche a più di trent’anni di distanza questi film sono di una potenza notevole, tuttavia questi anni si fanno sentire. Ci sono momenti di un sessismo così esplicito che spero facciano storcere il naso a uno spettatore del 2020; si pensi alle molestie e alle battute sullo stupro di “Un compleanno da ricordare” o a come Bender tratta Claire in “The Breakfast Club”. “Una pazza giornata” ne è abbastanza esente più che altro perchè la storia che racconta è meno realistica. Per non parlare di tanti temi seri affrontati con un’ingenuità che ci fa sorridere al giorno d’oggi. Sono queste incongruenze la cosa che mi disturba di più in questi film perchè non me ne capacito: come fanno a coesistere in un film tale consapevolezza e ingenuità?

Scatto per il poster di “The Breakfast Club”

Spero che questo mio flusso di pensieri vi abbia incuriosito abbastanza da dare una possibilità a questi film, potrebbero lasciarvi qualcosa di molto prezioso.

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