Sport: Pascal Siakam

Gabriele Zambelli
La Bohème
Published in
5 min readDec 9, 2020

L’uomo del destino

Primi anni 2000, Douala, Camerun, tutto inizia qui. In mezzo alla strada (se si può definire strada) un piccolo gruppo di bambini sta giocando a calcio. Ormai tra loro si conoscono, eccome se si conoscono — sarebbe difficile il contrario, visto che ci troviamo in un paese di neanche 2000 anime.
“Dai Pascal smettila, so che sarà la nostra ultima partita, però ehi vacci piano. Non voglio essere costretto a fermarti con le cattive!” “Dai ammettilo! Dici questo solo perché hai paura di essere umiliato” scherzano tra di loro due ragazzi. Uno dei due si chiama Pascal e, negli ultimi tempi, è il ragazzo più chiacchierato del villaggio; il perché non sta solo nel fatto che sia già alto quasi 1,90 m nonostante la tenera età, ma ben altro. Tchamo Siakam, padre di Pascal, ha già le idee molto chiare sul futuro di suo figlio: vuole indirizzare il figlio verso gli studi religiosi e far sì che diventi prete.
Tchamo è poco più che un umile operaio, che coltiva però dentro di sé un carisma probabilmente innato, fungendo da figura di riferimento anche per il suo villaggio (potremmo definirlo una sorta di sindaco, diciamo così). Insomma, dopo l’ultima partita, il padre gli diede la notizia: “Figliolo, dobbiamo andare, il tuo destino ti attende”. Il destino, il destino… destino. Questa parola lo segnerà per il resto della sua vita, una parola che lo accompagnerà per sempre.
Dunque Pascal viene spedito per la prima volta in un luogo che può essere definito città: Bafia, il più importante porto, all’epoca, dell’intero Camerun.
Pascal vorrebbe in realtà giocare a pallone come tutti gli altri coetanei intorno a sé, ma è contemporaneamente studente capace e diligente, e per non deludere l’esemplare capofamiglia emerge da subito come ottimo elemento, direzionandosi verso un futuro di successo a servizio dell’altissimo.
C’è un piccolo problema però: con il passare del tempo la tendenza verso lo sport si impone progressivamente su quella spiritual/religiosa, ed apparentemente, malgrado le speranze del buon Tchamo, Pascal le combina di tutte per farsi espellere. Più facile a dirsi che a farsi (evidentemente), perché gli ottimi risultati scolastici cozzano con i ritardi, la testardaggine ed i cali di concentrazione del ragazzo.
Finalmente il momento tanto attesa arriva e, il giorno del suo 15esimo compleanno, viene espulso dal seminario e fa ritorno al villaggio natale. Quindi? Due piccioni con una fava? Addio sogni di gloria per lo sport e carriera religiosa chiusa prima ancora di iniziare? Beh non proprio, perché il destino ha qualcosa in serbo per lui.
Il tempo passa e viene mandato a fare delle commissioni in una città vicina…. Ora però provate a immaginarvelo: un giovane e già lungo ragazzone, che cammina verso il mercato cittadino con la più classica delle commissioni da compiere, in un presumibile giorno di sole cocente. Magari con la testa persa tra pensieri piuttosto confusi, quando passa davanti a quello che appare ai suoi occhi come un villone meraviglioso, di quelli con giardino e fontanelle, il massimo che possa desiderare per il suo futuro. Quella è la casa della famiglia di Luc Mbah A Moute, giocatore della NBA (dove tra l’altro non ebbe tanta fortuna) e che organizza tutte le estati dei camp di pallacanestro per invogliare i giovani camerunensi a seguire le sue orme. Basket? Ma sei serio? Mica amava il calcio? Cosa c’entra il basket? Beh il destino aveva voluto questo mica io; ovviamente lui colse l’occasione da grande amante dello sport e partecipò al campus l’anno dopo. Considerate che non aveva mai preso in mano seriamente un pallone a spicchi, ma che le sue doti atletiche naturalmente innate lo portano immediatamente al centro delle attenzioni dei presenti. Ma non se ne fa di niente per il momento, perché non ha la più pallida idea di come funzioni il gioco. In ogni caso Pascal è un appassionato di sport dotatissimo, e finisce per partecipare al programma “Basketball Without Borders” che mette in palio una borsa di studio sportiva per un college statunitense. Ovviamente con il destino dalla propria parte non può che vincerla, mettendosi in luce in quello che viene spesso considerato il “lato meno spettacolare del gioco”, quello difensivo.
Quindi da un giorno all’altro vola in Texas dove al college non domina diciamocelo, ma si fa conoscere anche, anzi soprattutto, per la sua incredibile gentilezza. Un giorno, apparentemente come gli altri, interviene di nuovo il destino, ma stavolta è diverso. Infatti dal Camerun arriva la notizia peggiore che si potesse aspettare: suo padre è morto. Questo lascia un vuoto incolmabile in un figlio che lo avrebbe sempre voluto vedere orgoglioso di sé, ma la madre lo convince a rimanere negli USA, per continuare ad inseguire la sua passione per lo sport.

Pascal Siakam intento a schiacciare di fronte al suo pubblico (27/10/2018)

Continua quindi ad impegnarsi e i Toronto Raptors, squadra NBA, gli danno una possibilità e riceve il suo primo contratto da professionista: un vero e proprio sogno che si realizza.
Passano gli anni in quel di Toronto, si distingue sempre di più grazie alle sue straordinarie doti atletiche, ormai ha un ruolo determinante per la squadra (seppur non si noti tanto) ma manca ancora qualcosa: il titolo NBA. Ormai, come abbiamo visto molte volte fino ad ora, il destino interverrà di conseguenza, infatti nel 2018 arriverà la stella che a Toronto mancava per avere possibilità concrete per il titolo: Kawhi Leonard, che farà da eccellente chioccia per Pascal Siakam; la ciliegina sulla torta è proprio quel titolo (conquistato l’anno dopo) che è sempre mancato alla franchigia canadese, grazie ad una squadra che, Kawhi a parte, non era considerata una squadra così forte da puntare subito al titolo, nonostante le buone stagioni degli ultimi anni. Nonostante la stella di Kawhi Leonard, tra i grandi artefici c’è proprio lui, Pascal Siakam, proprio quel ragazzo camerunense dalle estremità tanto lunghe, uscito da un seminario in Africa poco più di 7 anni prima, con una missione personale da compiere.
Semplicemente l’uomo del destino.

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Gabriele Zambelli
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non perdere tempo a leggermi la bio, nessuno lo fa 👊🏿