MEDICINA: Le infezioni sessualmente trasmissibili

La Boheme Redazione
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4 min readJun 7, 2023

Intervista a Federica Rossi — di Elena Pagani

1) In cosa consiste il suo lavoro?

«Lavoro presso ASA come psicologa e mi occupo principalmente del supporto psicologico di persone che convivono a contatto con il virus dell’HIV. Inoltre, sono la referente del Progetto Scuole, che prevede incontri di prevenzione e sensibilizzazione sul tema HIV e su altre IST (infezioni sessualmente trasmissibili) con gli studenti delle scuole superiori di Milano».

2) Cosa preferisce del suo lavoro? Perché?

«Innanzitutto, mi piace che il mio lavoro sia basato sul confronto e l’ascolto dei giovani. Ciò che mi dà maggiore gioia e gratificazione è vedere che le informazioni che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi vengono accolte con partecipazione e interesse».

3) Cosa l’ha portata a scegliere questo lavoro?

«Ho iniziato a frequentare ASA anni fa come volontaria in quanto ero inizialmente interessata al Progetto Carcere, strutturato in un gruppo di volontari che due volte al mese tengono un gruppo sul tema salute e HIV con i detenuti del carcere di San Vittore. Nel tempo ho iniziato a partecipare ad altre attività organizzate dall’associazione, come gli incontri con le scuole, e ho approfondito sempre di più il tema dell’HIV e delle altre IST».

4) Quali sono alcuni cambiamenti nella sua vita che sono stati dettati dal suo lavoro?

«Sicuramente il cambiamento principale è stato causato dall’ingresso in una realtà nuova, fino a quel momento poco conosciuta da me. Negli anni, ho incontrato persone meravigliose che hanno condiviso con me le loro storie, le loro emozioni, le loro paure, ma soprattutto le loro speranze.

Di HIV si parla troppo poco, e spesso in maniera scorretta. Nel 2023, purtroppo, nonostante i grandi cambiamenti che ci sono stati nel tempo, è ancora presente un certo stigma sociale nelle persone che vivono con l’HIV».

5) Cosa rappresenta per lei il suo lavoro?

«Il mio lavoro è parte fondamentale della mia vita, difatti lavorare insieme al paziente per arrivare al cambiamento desiderato e aiutarlo a essere più consapevole di sé rappresenta una sfida quotidiana, contemporaneamente difficile, stimolante e gratificante».

6) Lei lavora anche in ambito psicoterapeutico, potrebbe descriverci come funziona questa parte della sua occupazione?

«Presso ASA lavoro anche come psicoterapeuta e mi occupo del supporto psicologico delle persone con HIV, che iniziano a essere in cura prevalentemente in seguito al consiglio del medico infettivologo che le ha in carico. Le persone che seguo sono generalmente uomini e donne che hanno ricevuto la diagnosi da poco tempo, di solito qualche settimana, e si trovano a dover affrontare una rottura nella loro storia di vita, un momento di enorme incertezza e paura, in cui hanno bisogno di essere aiutate a elaborare tutto ciò che sta succedendo».

7) Riguardo alle infezioni sessualmente trasmissibili, quali sono le più diffuse?

«In Italia, le IST più comuni in Italia sono HIV, Clamidia, Sifilide, Gonorrea e Herpes Genitale. Dal 1991 esistono alcuni sistemi di sorveglianza attraverso i quali il Ministero della Salute raccoglie i dati di nuove infezioni da IST.

Il numero dei casi è rimasto stabile fino al 2004, con una media di 3.994 casi di IST segnalati per anno; dal 2005 al 2019, le segnalazioni hanno subito un incremento pari al 41,8% rispetto al periodo precedente, dal 1991 al 2004. Uno dei fattori dell’incremento è la scarsa abitudine a eseguire gli screening di routine sulle IST, anche senza la presenza di sintomi (IST come HIV sono praticamente asintomatiche). Altro fattore è la quasi totale assenza di informazione sia nelle strutture sanitarie sia nelle scuole.

In Regione Lombardia esistono strutture che offrono facile accesso ai test per le IST e in molte può avvenire in forma anonima e gratuita. Associazioni come ASA, LILA, ANLAIDS e Milano Check Point eseguono il test rapido capillare HIV e sifilide presso le proprie sedi seguendo questi parametri. Inoltre, all’occorrenza, inviano alle sedi preposte per eseguire lo screening per altre IST. In Italia, attualmente, per i minorenni è necessaria la presenza del genitore per eseguire questi esami. Qualora un minorenne abbia bisogno di eseguire i test dopo un evento a rischio e non volesse/potesse coinvolgere il genitore può rivolgersi ai consultori territoriali, quantomeno per avere un supporto da medici e operatori».

8) A quali conseguenze può portare la positività a una di queste infenzioni?

«In generale le infezioni sessualmente trasmissibili possono avere conseguenze gravi sulla salute riproduttiva, ovvero causare infertilità o sterilità. Alcuni ceppi di Papilloma Virus in particolare possono aumentare il rischio di sviluppare una patologia oncologica all’utero nelle ragazze, oltre all’immediato rischio di trasmissione tra i partner.

L’HIV, se non trattato tempestivamente con la terapia antiretrovirale, distrugge il sistema immunitario».

9) Cosa si può fare in caso si sia incerti sulla positività a una malattia sessualmente trasmissibile?

«Se si ritiene di essersi esposti a un rischio, è fondamentale sottoporsi ai test di screening specifici che permettono di rilevare la presenza o meno dell’infezione. Va ricordato, però, che, quando si fa un test, è necessario rispettare il periodo finestra, il periodo tra evento a rischio e sviluppo degli anticorpi, affinché l’esito sia attendibile. In linea generale, è consigliabile sottoporsi a controlli di routine ogni sei mesi o un anno».

10) Crede che ci sia abbastanza informazione su questo argomento?

«Nel corso degli anni, venendo a contatto con tanti ragazzi, mi sono resa conto che spesso c’è molta disinformazione e se ne parla poco perché questi temi, e il sesso in generale, rappresentano ancora oggi un tabù, qualcosa da nascondere. L’obiettivo di questi incontri è proprio quello di avvicinare i ragazzi alle prime esperienze sessuali in modo libero ma consapevole e attento, in quanto fare sesso fa parte della vita, senza mai dimenticare che la testa va usata anche in quei momenti». Ω

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