Solo una barzelletta

Luther Blissett
LA CAMICIA DI MAGNUM
11 min readJul 1, 2016

Senti questa: in un bar ci sono Bud Spancer, Harper Lee, Lemmy Kilmister, Mohammed Alì, Primo Brown, Marco Pannella, David Bowie, Umberto Eco, Casaleggio, e Prince (…)

La piazza d’arme è circondata da alti pini neri. Un esercito di circa un centinaio di persone in abiti dal taglio militare forma un semicerchio davanti a me. Ho le mani ammanettate dietro la schiena, attorno ad un pennone in cima a cui svetta una bandiera. Non c’è vento per cui non riesco a capire di che bandiera si tratti. Sento dolore ovunque, ma niente in maniera particolare, niente di rotto, nessuna lacerazione, denti al loro posto, solo un rivolo di sangue secco da un insignificante ferita superficiale sulla tempia. Con l’occhio destro percepisco un alone viola sul naso gonfio.

Alla mia destra quello che intuisco essere il loro leader mi afferra i capelli tirandomi indietro la testa, in modo che tutti possano vedermi in volto.

- Non è stato difficile risalire al tuo nome, ti stiamo alle costole da stamattina. Se fossimo riusciti ad impedirti di entrare in posta oggi, avremmo potuto evitarci tutto questo operando per vie legali. Ma pagando quella bolletta ci hai obbligato ad usare la forza.

Una folata di vento muove l’insegna di questa milizia: Il simbolo del patibolo su cui vengono impiccati gli insolventi sovrasta il nome dell’infame gruppo: GERI

- Questa che ti circonda è la falange armata del Gruppo GERI, una banda di elettori cinque stelle con la terza media a cui abbiamo messo in mano le armi destinate ai vigili urbani. Io sono Beau, il CEO e direttore marketing dell’azienda. Il tono suadente della mia voce è sufficiente a conferirmi assoluta autorità. Guarda: HEI TU, DAI UN PUGNO A QUELLA LI

BAM. Steso. Anzi stesa. “Heheh era sua sorella” mi sussurra all’orecchio.

“Sappiamo tutti perché siamo qui!” esclama, con le braccia aperte e lo sguardo verso il cielo, rivolgendosi al suo esercito personale. Non aggiunge altro. Non è necessario. Vuole dare una dimostrazione pubblica. Vuole impressionarli tutti. Vuole uno show.

Un interminabile minuto scorre, mentre il vento agita le punte degli alberi. Foglie si alzano e si posano. Nessuno muove un muscolo. Qualcuno deglutisce silenziosamente. Il sole li sta cuocendo all’interno di scure mimetiche, ma nessuno vuol mostrare cenni di cedimento. I loro sono sguardi spenti, beoti. Per lo più sono sotto i quaranta, e non hanno mai fatto un attività fisica più spossante di montare un kallax. Pendono dalle labbra del loro leader, chiunque egli sia. Sono disposti a crede alla spiegazione più semplice piuttosto che accettare un mondo che va troppo veloce per loro. Fanno parte di una generazione che non sa più a cosa aggrapparsi pur di ottenere un identità, di far sentire la propria voce, di affermare un’appartenenza qualsiasi.

Hanno lo sguardo di chi era disperato sino a ieri e che non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi.

Con la coda dell’occhio vedo Beau sollevare una Marshal Colt, un’arma che dovrebbe stare in un museo, ed appoggiarmi la bocca della canna dietro l’orecchio.

Curioso come tutto questo è cominciato da una barzelletta.

- Senti questa: in un bar ci sono Bud Spancer, Harper Lee, Lemmy Kilmister, Mohammed Alì, Primo Brown, Marco Pannella, David Bowie, Umberto Eco, Casaleggio, e Prince (…)

- Non devi riesumarli tutti per forza, ne bastavano un paio ed il concetto arrivava. Ma ti prego, continua.

Benny non sopportava ascoltassi i Gazebo Penguin così quando mettevo RAUDO nel lettore si sentiva il dovere di espellere il CD e lanciarlo fuori dal finestrino in corsa. Da quando aveva visto la scena in Tre uomini e una gamba sentiva il dovere morale di intervenire platealmente per poi stemperare la situazione inventando una barzelletta.

- Siamo a fine settembre 1979, Johannesburg. Primo Brown, all’epoca aveva solo tre anni ed era in vacanza con gli zii, grandi fan di Bud Spencer.
Questi scoprono per caso che Bud sta girando
Io sto con gli ippopotami poco fuori città ed hanno saputo dall’anziano fruttivendolo orientale all’angolo che proprio in quel momento Bud è seduto nel plateatico di un bar ne quartiere di Soweto, proprio nella piazza dove persero la vita pochi anni prima un centinaio di studenti durante gli scontri con la polizia.

- Ti interrompo un secondo per rinnovare la mia posizione di disgusto verso il tuo atteggiamento blasfemo, ma un encomio va alla la ricerca storica. Vorrei sapere quando trovi il tempo di documentarti.

- È una storia seria, abbi rispetto.

- Pensavo fosse una barzelletta.

- Ho cambiato idea. Non interrompermi che perdo il filo. Accanto a lui, stravaccato sullo schienale in equilibrio sulle sole gambe posteriori della sedia, un giovane Umbero Eco sfoglia un fumetto americano. Nonostante siano allo stesso tavolo i due si ignorano portando avanti ognuno la sua attività. Bud naturalmente si sta godendo la sua birra preferita, mentre Eco è pienamente immerso nella lettura del n.125 degli X-men. Claremont sta cominciando a tirare le fila di una manciata d’anni di indizi sparsi qua e là, ed Umbertone sorride con complicità verso questo autore ancora sconosciuto ai più.

I Motörhead non erano ancora famosi, e seguivano qualsiasi tour venisse loro proposto dall’amico e agente Benny. Si, io. L’agente dei Motörhead ero io, prima che esplodessero; il concerto era previsto per la sera stessa, ma Lemmy voleva bere una birra in santa pace lontano dal resto del gruppo con cui condivideva ormai ogni ora delle ultime sei settimane. Anzi avrebbe ordinato una limonata senza rischiare di essere deriso.
Lemmy ancora non aveva idea di chi fosse Bud, ai suoi occhi era solo un ciccione al bar. Asciugandosi il sudore dalla fronte con l’avambraccio scosta una sedia di alluminio e plastica arancione rivendicando il tavolo accanto. Un muto cenno del capo viene ricambiato. Il ciccione attinge da una bottiglia marrone che certo non è limonata. Cazzo, magari è un suo fan. Dovrà ordinare una birra. Al banco, all’interno del bar un giovane Casaleggio sta dormendo sbronzo con la fronte appoggiata al dispenser delle gomme da masticare. È in visita alla città sudafricana in veste di presidente del neonato Consiglio Nazionale Italiano del Serra, sarebbe dovuto ripartire la mattina seguente all’alba.

- Cos’è sto “Serra”?

- È già una storia abbastanza complicata, non divaghiamo. Sappi che non è importante in questo contesto. Se vuoi approfondire, quando sei nella solitudine della tua cameretta, puoi googolarlo invece dei soliti asian gangbang fellatio neonazisti dominazione college-party olandese. Lasciami continuare ora.

Mi aveva aspettato oltre quaranta minuti fuori dalla posta, sotto il caldo sole di fine giugno. Ero da poco tornato in città in seguito ai fatti della GERI e avremmo dovuto concordare un alibi per quei giorni. E invece ha cominciato la barzelletta. Pardòn, ex barzelletta. Storia seria. Eravamo solo un’indistinta striscia grigia sulla retina dei turisti che si godevano la giornata sul lungo mare, a bordo della Bentley di Benny. Non me ne intendo per nulla di macchine ma è chiaro in cosa eravamo seduti e che non intendeva passare inosservato.

- Il terzo ed ultimo tavolo del bar è occupato da una certa Ellen Yeung, una giovane inviata dalla Indiana University Press in un tour promozionale in Africa: aveva tradotto un romanzo dal cinese per la casa editrice dell’Indiana, ed ora le toccava dividere queste due settimane con quel saccente italiano che detesta. Difatti Umbertone era uscito per la medesima casa editrice nello stesso anno con “The Role of the Reader”, una raccolta dei suoi saggi più celebri.
Ellen divideva il tavolo con Harper Lee, scrittrice americana sulla cinquantina conosciuta molti anni primi, all’epoca del suo esordio. Umbertone naturalmente conosceva Harper, ma stava fingendo di non averla notata, assorto com’era nella lettura. Chiudeva il trio l’ex modella Veronica Porsche.

Le tre donne non si vedevano da molto tempo e come potrai immaginare, stavano colmando il silenzio di quella piazza così carica di storia della lotta per i diritti e sangue di studenti, con del becero gossip.

“(…) e lei gli fa non immaginiamo proprio dove riposeranno le nostre ossa, credo che diventeranno polvere e staranno sotto la terra un misto di vuoto e di noia!”

“Credimi, Justine non ha mai capito come stanno le cose.”

“D’altra parte i ragazzi fichi non hanno mai tempo da perdere”

“Sei solo una puttana invidiosaaa!”

“ahhahaha”

“ahahah lol”

“Ma torniamo a noi, hai sentito che Bowie è da queste parti?”

“Giura!”

“Giuro! Me l’ha detto Marcellus! Gira voce che il Duca bianco abbia fatto evadere suo fratello dal manicomio ed ora stia facendo un viaggio spirituale con lui, sembra stiano scrivendo un disco o un libro assieme, non ricordo bene”

“Io ho sentito che sta divorziando da Corinne. Quella stronza non mi è mai piaciuta”

“Non è mai piaciuta a nessuna. L’altro giorno in aeroporto ho letto un’intervista in cui Bowie chiariva la sua posizione sulla sua bisessualità. Capirai. Non conosco nessuna ragazza che non abbia avuto delle esperienze lesbo. Voi incluse”

“ABBASSA LA VOCE zoccola” “Ma chettifregah guarda dove siamo senti questa: VAGINAAAAAA!!11!!11!!ONE”

“sshhhh!” “ahahahha” e fa il gesto universale con le dita a V con la lingua che passa in mezzo.

- TRA TRUECENTO MUETRI SVUOLTARE A DUESTRA

- E questo cos’era?!?

- Il navigatore. L’ho impostato con la voce di Enrico Ruggeri. Dicevo:
Arrivano Pannella, David Bowie e suo fratello schizofrenico Terry. Sembra che i tre si conoscano da anni. Stanno discutendo di
Star Raiders, titolo per l’Amiga di recente uscita: due personalità di Terry in contrasto tra loro stanno illustrando il videogioco ad un interessato Pannella, mentre David scuote la testa, aspettando il suo turno per parlare.

Terry1: È una botta porcoddio ti dico! Fondamentalmente è un simulatore di volo in prima persona con il mirino al centro. Ti muovi con il joystick e devi ammazzare tutti quei Zylon figli di puttana

Terry2: Potresti gentilmente essere meno scurrile? E poi non è il primo gioco in prima persona. Dimentichi forse Starhawk.

Terry1: Starhawk era una merda, mangia cazzi. Star riders rulla abbestia. Sembra di essere Luke cazzinculo Skywalker.

Terry2: Ti prego di abbassare i toni, il tuo atteggiamento omofobo potrebbe intaccare i sentimenti di nostro fratello omosessuale.

David: Bisessuale prego. No, ma finite di ammorbare Marco con queste cazzate. Non vedete che è ancora scosso dall’infelice epilogo del caso Moro. Anche se in questo momento storico potremmo affermare che stia vivendo l’apice della propria carriera politica, con il discorso dell’aborto eccetera, fondamentalmente si stanno cagando in mano questi stupidi mangiaspaghetti comunisti.

Pannella: È un’analisi tristemente corretta. Noi spingevamo per una trattativa con le BR. Non volevamo si arrivasse a questo. Stiamo vivendo un periodo buio e ancora non è chiaro come ne usciremo.

David: Te l’ho già spiegato come ne usciremo: assieme a mio fratello sto scrivendo un disco zeppo di messaggi subliminali. Attraverso questo lavaggio del cervello delle masse, i miei analisti mi assicurano che almeno l’83% dei miei fans voteranno per eleggermi primo ministro. E quando avrò il potere, instaurerò un nuova dittatura. Ma non commetterò gli errori della Prima Vera Rock Star, Adolf Hitler. Non mi fermerò alla supremazia. Vi farò proclamarmi Faraone! Dio in terra! A questo punto, i vostri miseri bisticci da provincialotti varranno quanto una zucca fracassata al suolo AGHAGAHHAGHA.

Terry2: David caro datti una calmata, prendi un ghiacciolo.

Proprio in quel momento giungevano al bar anche il bambino che sarebbe diventato Primo, ma che all’epoca era ancora il piccolo David, accompagnato dagli zii. Sentendosi chiamare, e per di più offrire un ghiacciolo iniziò a correre verso Terry con le mani verso l’alto, stringendo le manine, il modo che hanno i bambini per chiedere che gli sia dato qualcosa.

- Scusa se ti interrompo. È tutto bellissimo, ma per favore puoi fermarti? Devo pisciare.

- Siamo quasi arrivati. Se proprio non ce la fai, c’è una bottiglia vuota di estathe là dietro.

L’autostrada che solcava il bosco si era tramutata ormai in una contorta stradina in discesa quando sotto di noi si spalancò nuovamente la linea blu dell’orizzonte. Il Golfo del Quarnero.

- Gli zii di Primo Brown si accostarono al tavolo di Bud Spencer.
Gianfranco Brown, un metalmeccanico di Rebibbia è un uomo esile e dinoccolato, una persona per bene come tante altre.

“B.. buongiorno signor Pedersoli, mi.. mi scusi se la dist”

Senza alzare gli occhi dalle tavole di Byrne, intercede Umbertone.

“Quando beve la sua birra, Carlo non vuole essere disturbato. Mi ha pregato di rimbalzare gli scocciatori. Niente di personale.”

“Che testa di cazzo!” si leva dal tavolo accanto, ma Terry2 viene subito zittito dalla prima personalità, in ordine di apparizione.

David Bowie, che stava fissando il piccolo David come per prenderne le misure nonostante l’evidente preoccupazione della zia, decide di intervenire.

“No, Terry. Ha ragione. Tu sei solo uno schizzato del cazzo ma devi capire che un artista ha bisogno di estraniarsi a volte. Di prendere le distanze dal greto vivere di questi comunisti lavoratori incolti mangiamerda del cazzo. Per creare bisogna elevarsi e se necessario distruggersi il cervello e se lo si desidera, perché no, anche lo sfintere.”

Un rigurgito di 4’26’’ interrompe la diatriba.
Bud è stato interrotto.
Bud vuole dire la sua.

Avendo prosciugato con un sorso la bottiglia da 66, il nostro eroe con la calma che lo contraddistingue si alza in piedi, scaraventa di lato il suo tavolino e comincia a menare pizze a destra e manca, senza pregiudizi.
Pannella è il più lento, e viene conficcato nel suolo africano con il classico pugno piantapaletti. Umbertone viene preso per sbaglio da un rovescio che gli tatua Fenice sul naso facendolo capitobolare all’indietro con tutta la sedia.
I fratelli Bowie si sarebbero difesi bene, non fosse che le due personalità di Terry approfittarono del caos per regolare i conti tra loro. Terry1 riesce a strappare qualcosa dalla faccia di Terry2: portava una maschera! Sotto quello strato di plastica si celava Prince. Terry è sempre stato Prince. Entrambi.
TSFKAT.
The Schizophrenic Formerly Known As Terry.
David Bowie non riesce a nascondere il proprio stupore e questa distrazione gli costerà un ceffone in pieno volto.
Primo Brown dal suo metro e dieci mena calci sugli stinchi senza guardare in faccia nessuno, mentre suo zio tenta di trascinarlo fuori dalla rissa.
Il trio di donne cerca di intervenire per placare gli animi ma quel che accade è prevedibile ed in breve sono tutte riverse al suolo a piangere e/o produrre ultrasuoni a causa di lividi che per lo più si son procurate da sole inciampando e urtando gli oggetti che le circondava. Ma questi ultrasuoni non sono vani poiché quelli prodotti da Veronica richiamano il marito Mohammed Marcellus Alì, che in pochi secondi copre i centonovantasette metri che lo separava dal bar. E proprio quando il jab di Alì entra nella traiettoria che lo porterebbe dritto dritto alla mascella di David Bowie che

BAM

In una frazione di secondo la costa viene proiettata verso il cielo mentre la forza centrifuga mi strappa gli occhiali da sole in legno comprati pochi mesi prima ad Amsterdam. La macchina sta ruotando sull’asse mediano a 110 km orari ad almeno 4 metri d’altezza pochi istanti prima di smettere d’essere una costosissima Bentley.
L’ultima cosa che ricordo è la roca voce che ci invita ad invertire il sensuo di marciua nuon appena imbuoccato il buivio, mentre gli anfibi neri di Beau si avvicinano a passo lento e cadenzato alla mia faccia adagiata su di un morbido prato caldo.

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Luther Blissett
LA CAMICIA DI MAGNUM

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