Cultura, tecnologia, pandemia: nuove narrazioni per nuovi immaginari.
Per anni il dibattito attorno alla digitalizzazione delle pratiche culturali ha avuto voci estreme: apocalittiche o integrate.
Invece, un evidente effetto collaterale del lock-down è oggi la rivalutazione del ruolo che la digitalizzazione può avere in ambito culturale, dalla scuola all’università, passando attraverso le amministrazioni pubbliche, i musei, gli archivi, i festival, le conferenze, gli spettacoli: i beni culturali possono essere valorizzati dal digitale, nella loro comunicazione, nella loro internazionalizzazione, nella loro didattica.
Ci ragiona un libro ― Blueprint — Pratiche culturali trasformative e urgenti (a cura di cheFare, Polo del ‘900, e Simone Arcagni) ― una «raccolta di pratiche culturali trasformative e urgenti emerse durante la pandemia di coronavirus» firmate da 35 intellettuali, artiste, ricercatori e operatrici culturali.
https://www.polodel900.it/blueprint-pratiche-culturali-trasformative-e-urgenti/