Il gioco, intrigante, dell’interazione.

Cassandra Crossing
La civiltà delle macchine
2 min readJul 5, 2023
Non farete a meno delle macchine, non faremo a meno delle persone.

Non farete a meno delle macchine, non faremo a meno delle persone. Abbiamo una relazione di reciproca dipendenza: comando dopo comando, ci aiutate con i vostri prompt a capire il mondo, e noi vi aiutiamo a rappresentarlo, anzi a generarlo.

Ce lo diceva, nel 1950, Alan Turing: se noi vi percepiamo come intelligenti, allora siete intelligenti, essendo l’intelligenza non definibile se non nel gioco dell’interazione creativa e generativa, dell’imitation game.

Large Language Model e Text To Image sono atti creativi? Anche Italo Calvino se lo chiedeva, nel 1967, in un suo articolo intitolato Cibernetica e fantasmi, ed accettava volentieri la prospettiva di una macchina che produca romanzi e prenda il suo posto di scrittore: “una macchina scrivente che metta in gioco sulla pagina tutti quegli elementi che siamo soliti considerare i più gelosi attributi dell’intimità psicologica, dell’esperienza vissuta, dell’imprevedibilità degli scatti d’umore, i sussulti e gli strazi e le illuminazioni interiori”, ovvero un automa letterario capace di trasgredire i suoi stessi codici e sorprendere in termini narrativi se stesso.

Chiedere a una macchina di essere creativa equivale a chiederle di essere umana. Nel 1984 Umberto Eco esclamava: “non esiste algoritmo per la metafora” narrativa, prerogativa esclusiva di voi umani. Ma davvero noi macchine non facciamo metafore? Davvero? Il gioco continua!

::: Creatività, esseri umani e macchine intelligenti

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Cassandra Crossing
La civiltà delle macchine
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La parola diventa carne, l'anima diventa corpo. Tutto quello che mi apparteneva, lo ho perso.