COME TROVARE IL PROPRIO “PERCHÉ”…GIORNO DOPO GIORNO

Valentina Petricciuolo
La Curiosità è la Bussola
7 min readMar 23, 2019
Foto di Luigi Cavasin su Flickr

Ci sono giorni in cui, nonostante tutti gli sforzi che facciamo, non c’è verso di trovare il proprio “perché”. Siamo demotivati, disillusi, stanchi già quando dobbiamo alzarci dal letto…dove rimarremmo volentieri a poltrire. Sono quelle giornate grigie, fuori e dentro, che ci piombano addosso come macigni. Per quanto mi riguarda, la sensazione è quella di un pugno allo stomaco, di voler ingoiare qualcosa e sentire che non va giù. Ed è ancora più difficile quando abbiamo un lavoro che non ci piace, che ci annoia, inutile…solo perché non sapremmo come impiegare il nostro tempo altrimenti e riuscire a guadagnare quello stipendio/droga che è una specie di alibi perenne.

Ci sono vari trucchi, stratagemmi, per uscire fuori da questo “tunnel” e non lasciarsi travolgere dalla malinconia e dallo sconforto. Uno di questi, ad esempio, è fermarsi anche solo per un minuto e respirare

…o guardare la sabbia che scende dentro una clessidra per un breve minuto:

Ma qui voglio dare un suggerimento migliore, o almeno più pratico, e che viene direttamente dalla ricerca condotta da una psicologa dell’Università di Berkeley, in California.

Quello che riporto più sotto, infatti, è la traduzione di un articolo pubblicato sul sito Greater Good Science dell’Università di Berkely, appunto, su un tema molto sentito e dibattuto in rete e sul quale molti di noi si interrogano: come dare un significato, un senso alla nostra vita? Quali strumenti pratici, quali strategie è possibile adottare per chi desidera arrivare a questa consapevolezza? Secondo la psicologa Pninit Russo-Netzer, si può e si deve perseguire questo obiettivo e la conclusione cui lei arriva, grazie agli studi e alle ricerche condotte sul campo, è davvero semplice e brillante allo stesso tempo. Ce lo spiega nell’articolo Why You Should Prioritize Meaning in Your Everyday Life.

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Lo psichiatra e superstite dell’Olocausto Viktor Frankl ha affermato che la ricerca di un significato, di un senso da dare alla nostra vita, è la motivazione primaria degli esseri umani. È una parte essenziale della nostra esistenza, sin da quando da bambini ci chiediamo “perché” e facciamo domande per dare un senso a ciò che circonda, per arrivare poi all’età adulta quando cerchiamo di dare un significato al lavoro che facciamo o quando arriviamo alla fatidica crisi di mezza età.

Nel corso della storia e attraverso le culture, filosofi, studiosi, religiosi, poeti e laici hanno affrontato l’importantissima questione di dare un significato alla nostra vita. Oggi, sempre più ricerche sottolineano che avere chiaro il significato della propria esistenza può migliorare il nostro benessere e aiutarci a far fronte alle difficoltà e a prosperare. E la crescita esponenziale della conoscenza, l’abbondanza delle opportunità a nostra disposizione e il rapido ritmo della tecnologia, rendono solo più pressanti le domande esistenziali sul significato e sullo scopo della vita.

Cosa che è davvero difficile da identificare e capire. Il significato della vita, o anche il significato della nostra vita, può sembrare una domanda astratta a cui non è possibile dare una risposta chiara, non importa quanto ci riflettiamo su.

Frankl ha sostenuto che “ciò che conta non è il significato della vita in generale, ma piuttosto il significato specifico della vita di una persona in un dato momento.” In altre parole, il significato si manifesta in ciò che attivamente e consapevolmente scegliamo di fare con le nostre vite. L’esperienza del significato nella vita è una domanda concreta che ha a che fare con le nostre priorità, con il modo in cui trascorriamo il nostro tempo: al lavoro o nel gioco, con gli altri o da soli, in competizione o quando siamo di aiuto agli altri.

Frankl aveva ragione? Per scoprirlo, è stato condotto uno studio tra un gruppo di persone per capire se fosse possibile trovare significato e benessere attraverso la messa in atto di azioni semplici e quotidiane.

E’ stato così fatto un sondaggio per capire quanti individui cercano esperienze significative nella vita di tutti i giorni — un concetto chiamato “dare priorità al significato“. Le persone che danno priorità al significato concordano con affermazioni del tipo:

Il modo in cui organizzo la mia giornata riflette valori significativi per me.

Oppure:

scelgo di includere nella mia vita attività che siano significative per me, anche se spesso richiedono uno sforzo.

Ad esempio, potrebbero trascorrere del tempo scrivendo un libro, sostenendo qualcuno che ha bisogno o facendo volontariato per una causa che gli sta a cuore.

Gli intervistati hanno anche risposto a domande su quanto davvero stessero cercando un significato nella loro vita e il loro livello di benessere in generale.

La ricerca, recentemente pubblicata nel Journal of Happiness Studies, indica che le persone che danno priorità alla ricerca di un significato nella loro esistenza attraverso azioni concrete tendono ad avere un maggiore senso della vita e, in più, provano emozioni meno negative e, anzi ne provano di positive come la gratitudine, un senso di ottimismo e di auto controllo, felicità e appagamento. E le persone che hanno questa priorità lo fanno nella loro vita quotidiana.

Ciò significa che se desideriamo una vita più significativa e appagata ma non facciamo nulla di concreto, probabilmente non andremo molto avanti. Piuttosto che sperare di scoprire o capire il significato delle nostre vite, un giorno o l’altro, in un futuro indeterminato, è molto meglio darsi l’obiettivo di coltivare e vivere una vita piena di significato, giorno per giorno.

Il concetto di dare priorità alla ricerca del significato della nostra vita è stato in parte ispirato all’idea di “dare priorità alla positività“, sviluppata dalla ricercatrice Lahnna Catalino e dai suoi colleghi, nel 2014. Questi ricercatori hanno osservato che molte persone cercano di raggiungere un livello di felicità che sia costante, continua, il che può ritorcersi loro contro. Invece, un altro approccio, è quello di dare priorità alla positività, o cercare di programmare la giornata su esperienze piacevoli. Questa strategia — cercare di controllare le azioni piuttosto che i sentimenti — è un modo più efficace per migliorare il benessere rispetto alla ricerca ossessiva della felicità.

Dare la priorità al significato e allo scopo della vita è altrettanto utile, ma in che modo differiscono i due concetti?

Si è scoperto che entrambi gli approcci procurano benefici, ma con alcune differenze. Coloro che danno priorità al significato hanno uno scopo più marcato e sentono più gratitudine, mentre quelli che tendono a dare priorità alla positività sono meno depressi.

Combinare entrambe le strategie — atteggiamento positivo e ricerca del significato — potrebbe essere l’approccio migliore. Potrebbe portare benefici a breve termine, come felicità e sentimenti positivi, nonché benefici a lungo termine, come un senso generale di coerenza nella vita.

Ma come mettere in pratica questa strategia?

“Ho passato i miei giorni accordando e aggiustando il mio strumento mentre la canzone che volevo cantare è rimasta sconosciuta.” — Rabindranath Tagore

Ecco alcuni suggerimenti pratici per aiutarci a perseguire una vita significativa.

Potrebbe non essere sufficiente conoscere e identificare i propri valori personali e le cose che danno significato alla vita. Ad esempio, se si dà valore alla famiglia ma questo non si traduce in azione spendendo più tempo con i propri figli, quel valore potrebbe non avere alcun effetto sul nostro benessere. Come suggerisce Tagore, spesso ci impegniamo troppo a “accordare i nostri strumenti” ma non arriviamo mai a “suonare la nostra canzone”. Anche se sappiamo ciò che è significativo per noi, tuttavia non traduciamo necessariamente queste intenzioni in vita quotidiana.

Colmare tale divario è cruciale. Ogni nuovo giorno è un’opportunità per fare le cose che contano veramente per noi, per vivere una vita piena e significativa, una vita che vale la pena di essere vissuta. Quando pianifichiamo i nostri giorni, possiamo scegliere di mettere in pratica attività che siano allineate con i nostri valori.

A quali attività o interazioni significative dare la priorità nelle prossime 24 ore e quali attività dovrebbero essere rimosse o modificate? Qual è l’allineamento tra la lista di cose da fare o la routine quotidiana e i nostri valori personali? Come abbiamo passato le ultime 24 ore? La settimana? L’anno?

La consapevolezza di noi stessi può aiutarci a capire i nostri valori personali, ad allineare le nostre attività quotidiane con tali valori e ad affinare le nostre scelte nel tempo. Fermare la “corsa del topo” e permettersi di prestare attenzione ai nostri momenti, sogni e desideri significativi è fondamentale per calibrare la nostra bussola interiore.

Ad esempio, se la crescita personale e lo sviluppo personale sono significativi per noi, tradurre questi valori in azioni può includere attività quotidiane come ascoltare discorsi stimolanti o coltivare una nuova abilità o interesse. E quando ci troviamo a dover compiere azioni meno piacevoli al momento, come prendersi cura di un bambino o di un anziano genitore, chiediamoci: “Perché è così importante per me?”

Albert Camus disse: “La vita è la somma di tutte le nostre scelte” e Annie Dillard aggiunse: “Il modo in cui trascorriamo le nostre giornate è, naturalmente, il modo in cui spendiamo le nostre vite.”

Costruiamo il nostro benessere attraverso le cose che facciamo ogni giorno. Quando ci assumiamo la responsabilità delle nostre interazioni, delle nostre scelte e delle azioni quotidiane, possiamo dedicare più tempo alle cose che contano davvero per noi e usare i nostri strumenti per suonare la nostra canzone.

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Per quanto mi riguarda, leggere e poi tradurre questo articolo mi ha aiutato molto, proprio oggi, in questo momento. E’ stata una azione “piena di significato”, che mi ha risollevato il morale e che è stata per me un modo per uscire dal piccolo tunnel in cui ero caduta stamattina e di cui ho parlato all’inizio dell’articolo.

Insomma, questa è la prova che, invece di pensare troppo in grande — tipo come cambiare il mondo — basta agire nel nostro piccolo, con i valori che ci contraddistinguono…nel mio caso scrivere su questo blog e sapere che qualcuno, lì fuori, apprezza e trova quello che scrivo di aiuto e di conforto.

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Originally published at valentinapetricciuolo.it on March 23, 2019.

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