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COSTRUIRSI UNA VITA LIBERA DALLA PAURA GRAZIE ALLA CONSAPEVOLEZZA E ALLA PROATTIVITÀ

Valentina Petricciuolo
La Curiosità è la Bussola
8 min readMar 16, 2019

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È risaputa la mia passione per i podcast. Ne ho già scritto QUI. E, proprio una delle puntate del podcast Sognatori Svegli, di Angelo Ricci, consigliato tra i “magnifici 5” da ascoltare in italiano, è quella di cui voglio parlare in questo post.

Si tratta della puntata Dalla paura alla scrittura. Come costruirsi una vita in rima, della durata di circa 1 ora e 20 minuti, in cui Marina Innorta, autrice del blog MyWayBlog, racconta la sua storia. Una storia di cambiamento e di libertà che è incredibilmente simile alla mia. Una coincidenza davvero stupefacente.

Marina, infatti, spiega come la sua vita abbia avuto una svolta nel momento in cui, stanca ed insoddisfatta del suo lavoro, ha deciso di prendere una aspettativa di 10 mesi. Proprio come ho fatto io.

E come, durante questo periodo di tempo, abbia aperto un blog —
MyWayBlog, — che la ha portata su quella strada che da tempo anelava. L’analogia con La Curiosità è la Bussola è a dir poco lampante!

Ecco come incomincia la storia di Marina, e le parole che ha detto a se stessa nel momento in cui ha “saltato il fosso”:

Adesso decido io! Sono uscita dalla passività e sono andata a cercare le mie soluzioni anche andando contro il parere di amici, colleghi, persone che mi stavano vicine. Ho cominciato a costruire un percorso cercando le cose che mi facevano stare bene e ho capito che potevo far accadere delle situazioni che davano alla mia vita la direzione che desideravo. Ma la differenza è stata il modo coi cui ho approcciato queste cose. Il mio cambio di atteggiamento.”

Ma vediamo meglio cosa dice Marina a Angelo Ricci nel corso della sua lunga intervista.

Innanzitutto chi è Marina Innorta. Lei stessa ammette di avere sempre scritto nella sua vita ma questa “vocazione” le è stata chiara solo nel momento in cui ha preso in mano la situazione e ha sperimentato in maniera proattiva ciò che davvero voleva fare. Perché spesso noi stessi ci conosciamo solo dopo aver agito e aver intrapreso qualcosa di concreto, quando invece troppe volte cerchiamo inutilmente di conoscerci prima di intraprendere qualsiasi cosa.

Il primo capitolo della avventura di Marina è quello che riguarda il suo rapporto con l’ansia e la paura e come ha superato il crollo che ha avuto ad un certo momento della sua vita.

Già da giovane, a 23 e 24 anni, soffriva di stati di ansia senza però esserne davvero consapevole. Ha lavorato come sociologa e, successivamente, si è occupata di comunicazione nel pubblico (e di nuovo una incredibile somiglianza con me!). Ad un certo punto, però, alla soglia dei quarant’anni si è trovata a lavorare in un settore che non le interessava, in un ambito di tipo giuridico amministrativo, e in particolare negli appalti pubblici. Una noia mortale, posso assicurarvelo!

E all’inizio ci ha anche provato, ma dopo due o tre anni ha capito che non faceva proprio per lei e il segnale chiaro ed inequivocabile è stato il ritorno degli attacchi di panico. Un disturbo d’ansia generalizzato con giramenti di testa, nausea, formicolii. Lo stress era causato dalla vita d’ufficio e dalla sua incompatibilità di fondo con quel lavoro.

Così, Marina è arrivata a decidere di prendere una aspettativa non retribuita di 10 mesi per dedicarsi a scrivere sul suo blog che aveva aperto già da qualche mese. Un blog che le ha permesso di sperimentare e di esprimersi in una modalità flessibile e creativa allo stesso tempo.

Tutto questo la faceva stare bene, si era costruita la sua isoletta, il suo spazio per stare meglio e investire nel suo benessere psicofisico.

Il blog, però, è bene sottolinearlo, non era partito come un progetto imprenditoriale. Lei voleva semplicemente fare quello che le piaceva e condividerlo con altri. E’ solo dopo aver avuto un riscontro e aver costruito una community di persone che la seguivano, solo allora ha pensato di creare qualcosa da mettere in vendita. La monetizzazione del blog, come si dice in gergo, era qualcosa di là da venire.

Marina ha investito 5 anni sul blog prima di poter pensare di farlo come lavoro e di guadagnare. Ha cercato di creare qualcosa di autentico perché è questo che manca su internet. Molti si buttano solo per guadagnare ma sono pochi quelli che investono e condividono una passione, una conoscenza. E invece questo è l’aspetto della rete più bello che un po’ si è perso. Il suo approccio, come il mio del resto, è stato “old style”: parlare di cose che interessano, studiando, leggendo e cercando di spiegare agli altri in maniera semplice e immediata ciò che si è imparato.

L’essere autentici, essere se stessi è ciò che paga di più.

Ma cosa è successo dopo l’aspettativa? Marina a questo punto aveva capito quello che voleva: non fare più quel lavoro. Quindi si è ritagliata uno spazio per fare le sue cose e ha chiesto un part time e, nel 2016, ha deciso di scrivere un libro per trasmettere agli altri la sua esperienza.

Nel libro — La Rana Bollita: Una Storia di Ansia, Attacchi di Panico e Cambiamento — Marina voleva spiegare agli altri questo suo modo di vedere la vita e condividere le dinamiche della sua “malattia” con quelli che avevano lo stesso problema. Ci ha messo un anno e mezzo ma il libro, alla fine, lo ha davvero pubblicato.

Marina ha superato il suo problema con l’ansia accettando quello che stava succedendo e prendendosene la responsabilità. Lei stava male ma non lo capiva. Faceva psicoterapia, sì, ma in maniera passiva. Subiva una situazione. Quando ha deciso di prendere l’aspettativa e di AGIRE, ha cominciato ad essere proattiva, a reagire, a recuperare la creatività. Ha preso in mano la situazione ed è passata lei al comando. Ha preso le redini e si è costruita un percorso. E’ stato un atteggiamento interiore a cambiare la sua vita. Ha fatto tutto con la giusta consapevolezza. Un passo dopo l’altro, ha capito che lei poteva far accadere le cose positive nella vita. Ha recuperato il senso di AUTOEFFICACIA che aveva perso.

Il messaggio qui è: anche se con alti e bassi, si può andare nella direzione che si vuole e senza subire passivamente ciò che ci succede.

E’ arrivato così il fatidico giorno delle dimissioni, l’ultimo giorno in cui siè trovata a timbrare l’odiato cartellino! Grazie alla piccola entrata dalle vendite del libro — La Rana Bollita: Una Storia di Ansia, Attacchi di Panico e Cambiamento — e al blog, era in attivo, guadagnava qualcosa. E le cose sul lavoro non miglioravano: in tre anni, tra il 2016 e il 2018, la fatica e l’insoddisfazione continuavano. L’ansia c’era sempre. Questo mix di due fattori ha reso la decisione di dare le dimissione inevitabile.

E, grazie al supporto del marito e dei genitori, come ho già detto, ha “saltato il fosso”.

Quanti anni ci ha messo? 5 anni dal momento in cui ha aperto il blog. Un tempo necessario a capire, ad evolversi. Non si può pretendere di cambiare improvvisamente. Si arriva più forti a quello che ci aspetta grazie alla pazienza e alla autoconsapevolezza.

E qui mi piace soffermarmi sul fatto che Marina — esattamente come me adesso — ha fatto questo percorso non a 30 o 40 anni, ma a 52!

Lei è rinata a 52 anni con più entusiasmo che a 25 o 30 o 40 ed è la dimostrazione che a tutte le età si può cambiare traiettoria nella propria vita.

E la coerenza di fondo è che lei stessa ha applicato il principio della “rana bollita” (la rana non si accorge di essere nella pentola per essere cucinata perché l’acqua all’inizio è fredda e il calore che pian piano aumenta non lo percepisce finchè alla fine non muore…bollita) perché quando si è trattato di uscire fuori dalla pentola, lei non si è fatta pregare: prima di finire bolliti bisogna raccogliere le forze e saltare fuori dalla pentola.

Per concludere, questi sono i tre passi che Marina consiglia di fare per realizzare i propri sogni:

1 — TRASFORMARE IL SOGNO IN UNA VISIONE

Avere una visione chiara è indispensabile perché i sogni sono spesso nebulosi e non ci è chiaro quello che vogliamo costruire. Spesso abbiamo ben chiaro ciò che NON vogliamo, quello da cui stiamo scappando, mentre invece non sappiamo verso dove vogliamo andare.

L’esercizio da fare per capire cosa davvero si vuole fare: pensare che da questo momento in poi le cose andranno secondo i nostri desideri e immaginare da qui a cinque anni come sarà la nostra vita. Lo possiamo scrivere ma anche solo immaginare. L’importante è farlo nei dettagli e specificare quello che si fa in questa “vita immaginaria” sin da quando ci si sveglia al mattino. Un esercizio potentissimo per chiarirsi le idee.

2 — AGIRE

Fare qualcosa e andare avanti a piccoli passi, per tentativi ed errori. Spesso ci manca il tempo, ci mancano i soldi…qualsiasi cosa, e allora non possiamo aspettare che le circostanze si allineino perché questo non succederà mai.

La cosa migliore da fare è partire da quello che abbiamo, studiare e poi provare con qualcosa di flessibile che non sia troppo impegnativo, procedere per tentativi ed errori. E’ facendo che si capisce cosa vogliamo.

3 — COLTIVARE RELAZIONI

E’ importante cercare di affiancarsi a persone che fanno le nostre stesse cose e con le quali c’è sintonia di valori e di intenti. Crearsi una rete di contatti con persone con le quali scambiare idee: avvicinarsi alle persone che fanno cose che ci interessano in maniera autentica e segnalare loro che ci siamo. E’ Internet che ce lo permette e che ci dà la possibilità di aprire tante porte! Questo è il vero networking, fatto con autenticità ed apertura.

Al termine dell’intervista Marina dà un ultimo consiglio, quello dei leggere ON WRITING: AUTOBIOGRAFIA DI UN MESTIERE Stephen King, la storia del famoso scrittore di romanzi horror Stephen King. Molto interessante perché parla della sua vita, una vita difficile, con un inizio faticoso e pieno di difficoltà e che fa venire la voglia di impegnarci anche in lavori poco riconosciuti. Una storia che fa venire voglia di agire.

Dalla paura alla scrittura. Come costruirsi una vita in rima

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Originally published at valentinapetricciuolo.it on March 16, 2019.

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