L’ INTELLIGENZA EMOZIONALE PER AFFRONTARE LA VITA CON GRINTA ED ENTUSIASMO

Valentina Petricciuolo
La Curiosità è la Bussola
5 min readFeb 18, 2018

Questo è un post “adattato” — o per meglio dire liberamente “tradotto” — da uno dei miei scrittori preferiti, Eric Barker. Il suo blog si intitola Barking up the Wrong Tree, un modo per dire “essere fuori strada”, “sbagliare”, “prendere un granchio”…insomma, ci siamo capiti. Il blog in questione, infatti, dà consigli, sempre fondati su ricerche scientifiche, per vivere meglio e destreggiarsi nelle varie ed eventuali difficoltà che ci si parano davanti e che dobbiamo in qualche modo affrontare. In altre parole, e come dice il nome, consigli per “non andare fuori strada”.

Il post in questione — Three Proven Rituals That Will Make You Motivated — parla di come poter ritrovare la motivazione nella quotidianità, cosa che spesso ci risulta molto ma molto difficile. Eppure la motivazione è davvero importante perché la sua presenza — o assenza — determina gran parte dei risultati che otteniamo nella vita.

Essere motivati, e quindi entusiasti di ciò che facciamo, a prescindere da quanto questo sia noioso o difficile, può darci un “aura”, un alone di positività che “rimbalza” e che si propaga quasi come un’onda benefica che va ad influenzare noi e chi sta intorno a noi.

Le tecniche che Eric Barker propone per superare questo stato d’animo di apatia e di noia sono 3:

1 — FOCALIZZARSI SUL SIGNIFICATO ULTIMO DI CIÒ CHE SI FA

Al di là della gradevolezza e del piacere che proviamo nel portare avanti una qulasivoglia attività, quello che davvero ci motiva è il suo significato intrinseco. Compiti come quello di cambiare il pannolino ad un bimbo, che è poi nostro figlio, sono altamente motivanti per noi, ancorchè non certo piacevoli.

Sono le attività che hanno un significato profondo, quelle che hanno uno scopo che va al di là di noi stessi e del nostro piacere o soddisfazione momentanea, che ci motivano.

In altre parole, per ritrovare la motivazione, bisogna puntare a fare qualcosa al servizio di una causa più grande o che dia un contributo positivo all’ambiente in cui viviamo e a chi ci sta vicino.

Il problema, però, nasce quando ci troviamo a dover fare qualcosa che apparentemente non ha alcun significato. Come facciamo a crearlo, questo significato? Bisogna cercare di inquadrarlo sotto una ottica diversa. Dobbiamo essere noi a dargli quel significato e considerare come quella attività o quel lavoro possono essere di aiuto ad altri.

Il lavoro in se stesso non cambia ma cambia la prospettiva con cui noi stessi lo guardiamo. In questo modo, mansioni che ci sembrano del tutto noiose, se viste da una ottica diversa, diventeranno magicamente motivanti.

Assodato, quindi, che il significato profondo delle cose ci spinge e ci motiva, come faremo a rendere il tutto, oltre che motivante, anche più divertente? E qui entra in scena il secondo suggerimento…

2 — ESSERE AUTONOMI

Questa “regola” è davvero semplice: per essere felici e trovare la motivazione in ciò che facciamo, dobbiamo averne il pieno controllo. Per fare una analogia, preparare un dolce con un mix istantaneo dove tutto è già determinato non ci darà la soddisfazione e la gioia di vedere e gustare una torta in cui abbiamo dato il nostro massimo e dove tutto è “farina del nostro sacco”.

Quindi, ciò che ci rende motivati è l’autonomia. Essere autonomi è un ingrediente fondamentale nel nostro percorso di vita. Autonomia in ciò che facciamo, come lo facciamo, quando e con chi.

Ma come si fa nel momento in cui ci troviamo impantanati in un lavoro totalmente subordinato? Dove l’autonomia è una chimera? Dobbiamo fare uno sforzo e cercare noi questa autonomia apportando anche piccole modifiche in ciò che facciamo. Sviluppando una certa creatività e sfidando noi stessi a farlo, ogni giorno.

3 — AVERE UNA PROSPETTIVA AMPIA

Spesso ci troviamo a dover fare delle cose che proprio non ci vanno giù. E qui può essere davvero difficile arrivare a darsi una spinta per andare avanti. Eppure un modo c’è: bisogna puntare alla emozione positiva che c’è in qualsiasi attività, anche la più fastidiosa.

Come quella di preparare la documentazione per pagare le tasse. Il trucco è nel focalizzarsi sul risultato. Su quella sensazione che proviamo dopo aver completato questa attività così noiosa.

Oppure quando dobbiamo fare esercizio fisico. All’inizio è così difficile fare il primo passo, ma poi sappiamo che, quando siamo nel pieno della nostra ora di corsa, ci sentiamo bene, rinvigoriti. Per non parlare del risultato a lungo termine che ci porta il fare movimento fisico.

Insomma, ciò che sembra terribile portare avanti quando “ci tocca” e non possiamo evitare l’incombenza, diventa quasi piacevole se lo guardiamo dal di dentro e ci focalizziamo sulle emozioni positive che ci verranno dall’averla completata.

IN SINTESI

La ricetta per chi vuole ritrovare la motivazione che aveva perso o che non ha mai avuto, sta in sè stessi. Dobbiamo sforzarci di “pensare positivo” e i tre passi descritti da Eric Barker sono fattibili. Basta volerlo:

  1. Focalizziamoci sul significato di ciò che stiamo facendo. Anche l’attività più noiosa come quella di stirare una camicia può assumere una certa sua profondità quando quella camicia la stiriamo per qualcuno a cui teniamo.
  2. Assumiamoci la responsabilità di quello che portiamo avanti. È importante essere consapevoli che il nostro lavoro è “nostro” a dispetto di quello che ci dicono di fare gli altri.
  3. Non soffrmiamoci a ruminare sulla negatività di qualcosa che ci scoccia fare in quel preciso momento ma ampliamo il nostro sguardo abbracciando a 360° la faccenda e pensiamo a ciò che quella attività apparentemente così difficile e ripetitiva potrà portarci in futuro.

Anche essere motivati, in fin dei conti, è una emozione e dobbiamo essere capaci di sviluppare questa emozione in maniera intelligente e con consapevolezza.

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