LA SOTTILE ARTE DI…FREGARSENE…

Valentina Petricciuolo
La Curiosità è la Bussola
10 min readMar 31, 2018

Viviamo in una epoca di enormi opportunità e di infinite opzioni tra cui scegliere. Per quale recondito motivo, allora, non consideriamo la vita come una pura e semplice “benedizione” e siamo invece continuamente stressati? Potremmo avere tutto ciò che vogliamo e invece ci angustiamo e disperiamo inutilmente. La risposta è che cerchiamo di fare tutto quanto insieme. Dovremmo, invece, concentrarci su ciò che è davvero importante per noi e fare solo quello…fregandocene del resto. Saremmo così più felici e soddisfatti. Il messaggio finale quindi è: essere a proprio agio con il fallimento, non temere la morte e trovare uno scopo nella vita.

Una “filosofia” di vita, appunto, che trovo molto familiare, essendo napoletana di nascita ed educazione (anche se il mio cuore batte anche a Trieste, città materna) e che mi ricorda tanto quello che i maestri dell’ironia e della satira partenopea, dal grande Totò al mitico Massimo Troisi, trasmettevano nelle loro opere “immortali”. Forse che Mark Manson si è “ispirato” un pochino anche a loro?

Ma vediamo meglio quello che nel suo libro LA SOTTILE ARTE DI FARE QUELLO CHE C…O CI PARE — che, grazie a Blinkist (vedi la nota al termine del post), ho sintetizzato per voi — Mark Manson dice e cosa, in pratica, consiglia di fare per…essere felici, tanto per cambiare…

Soffrire ha uno scopo

La maggior parte delle persone cerca in tutti i modi di evitare il dolore e la sofferenza che la vita spesso riserva. Ma, in realtà, questo non va bene. Perché la sofferenza è essenziale per vivere una vita felice. Sembra una assurdità eppure è un meccanismo evolutivo che entra in gioco per proteggerci: proprio come quando un bambino mette la mano su una stufa bollente e si scotta. Quel dolore gli serve a non rifarlo più. Se si passa la vita a cercare sempre e solo il piacere, si finirà per sbagliare sempre.

Quando si hanno esperienze che in qualche modo ci fanno soffrire, invece, quello è un “passaggio” che ci serve per crescere e imparare. È naturale che non tutta la sofferenza e il dolore siano da ricercare. Piuttosto, è bene accogliere solo quello che è in linea con i nostri valori. Che vale la pena sperimentare.

Ad esempio, se siamo intenzionati ad imparare a suonare uno strumento, il dolore occasionale e la sofferenza provocata dal continuo esercizio, possono avere un senso. Il gioco vale la candela. Ma se intendiamo imparare a suonare una sola canzone, allora no.

Inoltre, anche quando siamo in grado di scegliere il nostro percorso ad ostacoli — e quindi le sofferenze cui andremo incontro — accogliere il dolore non è mai facile. E il primo passo da compiere è accettare di non essere “speciali”.

Ciò può essere difficile perché oggi siamo tutti bombardati da messaggi che, in un modo o nell’altro, ci fanno credere di essere unici e diversi dagli altri. E che per questo non dobbiamo soffrire come fanno i “comuni mortali”.

Questa è una illusione. Siamo tutti normali e, come gli altri, dobbiamo anche noi passare attraverso gli stadi della sofferenza e del dolore.

La chiave per vivere una vita bella non è sbattersi di più; è sbattersi di meno, sbattersi solo per quello che è vero e immediato e importante.

Per trasformare la sofferenza in felicità bisogna focalizzarsi sui propri valori

Non bisogna evitare il dolore ma, piuttosto, chiedersi “per che cosa soffriamo”? Quale è il nostro scopo?

Tutti abbiamo uno scopo, che sia quello di essere un buon genitore, una persona generosa o un grande leader. Purtroppo, però, questi propositi vengono oscurati dal fatto che ci sentiamo spinti a perseguire obiettivi di carriera e di soldi del tutto insignificanti.

Per essere felici bisogna trovare il proprio scopo (come ho anche detto QUI) e questo ci aiuterà a focalizzarci di più e a capire di cosa possiamo “fregarcene”.

Per capire quale è il nostro scopo è necessario chiedersi innanzitutto perché facciamo le cose che facciamo. Ad esempio, se lavoriamo tanto per guadagnare soldi, possiamo chiederci innanzitutto per quale motivo desideriamo quei soldi. Per la famiglia? Per darli in beneficienza? Nel chiederci i motivi veri, arriveremo più vicino allo scoprire ciò a cui davvero puntiamo.

Dopodichè, per essere sicuri che ci stiamo comportando in modo da avvicinarci al nostro scopo, allora è essenziale mantenere i corretti valori. Possiamo pensare a questi valori come al metro di misura su cui valutare le nostre azioni.

I valori sono cruciali perché ci fanno capire se è necessario prendere una certa decisione, se fare o non fare qualcosa o se dobbiamo davvero sforzarci e soffrire per acquisire una certa abilità e capacità. Per essere sicuri di avere i giusti valori, è bene prima capire quali valori consideriamo invece cattivi.

Essenzialmente, i valori cattivi sono quelli su cui non abbiamo il controllo. Pensiamo a cose come la fama, che dipende totalmente da ciò che gli altri pensano di noi. Se ci focalizziamo troppo su questo tipo di valori, ci troveremo a preoccuparci e a soffrire inutilmente.

Piuttosto, troviamo i valori che davvero ci aiuteranno a perseguire il nostro scopo nella vita, e sui quali abbiamo un certo grado di controllo. Per esempio, fare del bene e dare agli altri sono valori buoni, perché su questi abbiamo un certo potere di influenza e che ci aiuteranno a guidare il corso della nostra vita.

Sbattersene non significa essere indifferenti; significa sentirsi a proprio agio con la propria diversità…La domanda allora è: Per cosa ci sbattiamo? Per cosa stiamo scegliendo di sbatterci?

I valori giusti possono aiutarci a superare i fallimenti e nello stesso tempo ad imparare una lezione del valore inestimabile

Come la nostra vita si evolve non è sempre in nostro potere deciderlo, ma quando vengono fuori i problemi, allora possiamo prenderci la responsabilità di affrontarli.

Dopotutto, alcuni eventi — una inondazione, il/la compagno/a che ci lascia per qualcuno più ricco — sono totalmente al di fuori del nostro controllo. Ma quello che sarà sempre in nostro potere è come noi affrontiamo e reagiamo a questi eventi. Ad esempio, se il nostro partner ci ha lasciato, possiamo lamentarci e sentirci uno schifo, oppure possiamo utilizzare l’esperienza vissuta per migliorare la nostra vita.

Quale strada prendere e quale atteggiamento tenere dipende solo da noi stessi. Dai nostri valori e dai nostri progetti di vita. Se il nostro valore è “fare qualcosa”, saremo portati ad agire, anche quando soffriremo. Se il nostro partner ci lascia, il nostro principio di “fare qualcosa” ci eviterà di cadere nell’auto-compatimento e potrà invece portarci ad uscire e a conoscere nuove persone.

Però, per essere in grado di agire dopo un evento che ci ha fatto soffrire, dobbiamo sempre ricordarci che non c’è nulla da aver paura quando si fallisce; anzi, è un modo davvero utile per migliorare sè stessi.

Ogni volta che si fallisce, si impara qualcosa di più su come comportarsi nella maniera giusta la prossima volta. Basta prendere ad esempio gli scrittori, che raramente ce la fanno alla prima botta. Al contrario, assorbono gli input e i consigli che gli vengono dati e che gli permettono di correggere errori e migliorare.

Mantenersi fermi sui propri valori ci permetterà anche di imparare dagli errori nel lungo termine. Ad esempio, se il nostro credo è quello di fare molti soldi a ogni costo, certamente lasceremo andare un progetto difficile ma che ci dà soddisfazione nel lungo termine, per abbracciare qualcosa di più semplice e immediato per fare soldi.

Al contrario, se diamo valore al principio di fare del bene agli altri, saremo spinti ad andare avanti a dispetto di tutti i fallimenti che dovremo affrontare.

…trovare nella tua vita qualcosa d’importante e significativo è forse l’uso più produttivo che puoi fare del tuo tempo ed energia. Perché se non trovi quella cosa significativa, la tua energia verrà sprecata in cause frivole e senza senso.

Avere ragione è una illusione…il vero trucco sta nel crescere come individui e imparare sempre

Sin da bambini ci viene insegnato quale è la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ma, in realtà, l’unico modo per migliorare la nostra vita è mettere in dubbio ciò che già sappiamo.

Il problema è che la maggior parte delle persone non pensa di mettere in discussione le proprie convinzioni; le accettano come fatti e vanno avanti. Dopo tutto, è molto più facile “sapere” che siamo poco attraenti che uscire e incontrare persone nuove.

Ma è proprio in questo modo che si ostacola la propria crescita. Se siamo assolutamente sicuri di qualcosa, non proveremo mai a migliorarlo. Inoltre, essere certi di qualcosa porta effettivamente all’insicurezza, perché altre idee arrivano immancabilmente a contraddire la nostra.

Quindi, abbracciare l’incertezza è la chiave che apre la porta della propria crescita. Per farlo, respingiamo l’idea di dare qualcosa per certo. Inizieremo a sentirci più a nostro agio e pronti per il cambiamento. Anche se ci consideriamo poco attraenti, potremo uscire nel mondo e vedere che le persone ci ameranno esattamente per come siamo.

E non dovremmo mai smettere di mettere in discussione i “dogmi” ma, piuttosto, rivalutare costantemente tutti i nostri valori.

Questo è più facile a dirsi che a farsi, dal momento che il cervello umano è progettato per assimilare nuove informazioni per adattarsi alle nostre convinzioni preesistenti. Se siamo “convinti” di essere brutti e qualcuno ci chiede un appuntamento, il nostro cervello potrebbe farci credere che l’altra persona ci sta effettivamente prendendo in giro o sta cercando di scherzare, piuttosto che accettare semplicemente il fatto che lui/lei possa pensare che noi siamo effettivamente interessanti.

Per superare questo ostacolo e per consentire a noi stessi di mettere in discussione i nostri valori, dobbiamo usare nuove tattiche. Una è quella di considerare come ci sentiamo e confrontarlo con il mondo che ci circonda. Se il nostro cervello sta lavorando duramente per convincerci di qualcosa e ci rendiamo conto che è inaccettabile per il resto del mondo, quello è un buon segno che il nostro cervello stia distorcendo la realtà.

Dopotutto, se la gente continua a chiederci di uscire e pensiamo ancora di essere poco attraenti, chi ha torto? Noi o quelle altre persone?

L’insoddisfazione e il disagio sono parti integranti della natura umana e componenti necessarie alla creazione di una felicità costante…Soffriamo per il semplice fatto che la sofferenza è biologicamente utile…perché è proprio la creatura insoddisfatta e insicura che farà più sforzi per innovarsi e sopravvivere…Questa insoddisfazione costante ha costretto la nostra specie a continuare a combattere e lottare, conquistare e costruire.

Per vivere una vita felice esercitiamoci a dire “no” e ad accettare l’inevitabilità della morte

Il mondo moderno offre alle persone quasi tutto ciò che possono sognare. Ogni scelta che si compie, che si tratti di una carriera o decidere cosa leggere, apre una serie infinita di opzioni. Sebbene questa varietà possa sembrare allettante, può essere piuttosto soffocante.

La vera libertà consiste nel restringere queste opzioni e impegnarsi in ciò che veramente si vuole. Quando si eliminano tutte quelle scelte che non riempiono la vita di significato e felicità, si può iniziare a dare vera importanza a quelle che invece, lo fanno. Tuttavia, rifiutare una cosa piuttosto che un’altra porta con se la responsabilità di fare quella scelta, e nessuno se non noi stessi potrà decidere che cosa davvero importa.

Questo significa anche lasciare che gli altri si assumano la responsabilità delle proprie decisioni. In una relazione, ad esempio, è essenziale bilanciare gli elementi su cui si desidera concentrarsi con quelli su cui il proprio partner vuole investire. Entrambi dovrebbero avere la libertà di dire NO quando vogliono.

Tutto ciò potrebbe sembrare contradditorio nella nostra società consumista — ma nonostante ciò che ci è stato inculcato, avere di più non significa stare meglio ed essere più felici. Al contrario, è stato dimostrato che le persone sono molto più felici quando non devono scegliere tra una miriade di cose inutili.

Infine, se si vuole apprezzare il momento presente, la vita, è importante riconoscere che non si è vivi per sempre. Indipendentemente da ciò che qualcuno dice, ognuno di noi ha paura di morire e, per mantenere vivo il proprio ricordo dopo la morte, le persone creano un sé concettuale.

Aspirano, cioè, a perseguire progetti e compiere azioni che perpetreranno la loro memoria ben dopo la morte.

Ma questa nozione di “sé concettuale” crea seri problemi. Nello specifico, impedisce di vivere nel presente o di fare le cose che ci rendono felici. Quindi, invece di cercare di creare opere d’arte per diventare famosi, è meglio trovare modi per impegnarsi in qualcosa che ci faccia gioire a livello intimo e personale, nel momento presente.

La felicità nasce dalla risoluzione dei problemi. Dove la parola chiave qui è “soluzione”. Per essere felici abbiamo bisogno di qualcosa da risolvere. La felicità è pertanto una forma di azione; è un’attività…La felicità è in perenne corso d’opera, perché anche la risoluzione dei problemi non è mai finita: la soluzione dei problemi di oggi mette le basi per i problemi di domani, e così via. La vera felicità arriva solo quando scopri quali sono i problemi che ti diverti ad avere e a risolvere.

Per concludere:

La vita è un susseguirsi di scelte da compiere. Ma, mentre ci sono alcune cose che sfuggono al nostro controllo, siamo liberi di scegliere invece tutto quello che davvero ci interessa. Più ci atteniamo a questo principio, più ci sentiremo liberi e felici. Esercitare questo controllo richiede di stabilire valori e priorità chiari che ci possano guidare nelle nostre azioni.

E, infine, un consiglio utile che tutti possiamo mettere in pratica: assumiamoci le nostre responsabilità ed evitiamo di dare la colpa agli altri o ad eventi esterni. Anche se incolpare una persona per un fallimento potrebbe offrire sollievo temporaneo, questo non durerà. Le persone possono diventare dipendenti da sentimenti di superiorità morale o essere vittimizzati, ma alla fine spetta a noi assumerci La responsabilità delle nostre azioni per vivere la vita che davvero desideriamo.

ATTENZIONE — Ho scritto questo post grazie a BLINKIST, una app che ho acquistato qualche tempo fa e di cui sono entusiasta. Su Blinkist è possibile trovare centinaia di sintesi di libri in inglese e permette a chi non ha tempo di leggere il volume intero, o vuole semplicemente conoscerne il “succo” prima di acquistarlo, di impiegare dai 10 ai 20 minuti di tempo per leggerlo. Una specie di Reader’s Digest dei nostri tempi visto che possiamo mettere questa app su qualsiasi apparecchio ci pare, dal laptop al tablet allo smart phone. Ho quindi ripreso la sintesi del libro di Mark Manson che ho letto su Blinkist e la ho tradotta e rivista per voi. Ma il libro lo ho letto per intero e ho quindi aggiunto qui e là alcune citazioni che ho inserito in corsivo.

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Originally published at valentinapetricciuolo.it on March 31, 2018.

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