Sei Nazioni: Italia-Irlanda 16–26. Agli azzurri non basta la miglior partita dell’anno

Mario Bocchio
La leggenda del rugby
4 min readMar 1, 2019

L’Italia perde ma non si arrende, gioca il miglior incontro del Sei Nazioni degli ultimi 3 anni — quelli della gestione O’Shea — e pazienza, se il punteggio dice che l’Irlanda ha avuto la meglio (16–26): sul campo gli azzurri hanno dimostrato di essere alla pari con gli avversari, che nel ranking mondiale sono secondi solo agli All Blacks. Peccato per una meta regalata da Campagnaro, per qualche errore al piede di Allan, per lo strano arbitraggio del neozelandese Jackson che nel secondo tempo — dopo che i nostri avevano chiuso in vantaggio i primi 40 minuti — ha diretto sempre e comunque a favore degli ospiti.

Negli occhi resta la prestazione di una squadra finalmente gagliarda e coraggiosa, consistente sui punti di incontro, efficace nel gioco alla mano. Gestita in maniera incredibile da Tebaldi, che al rientro dall’infortunio ha stravinto il confronto diretto con una superstar come Murray e ispirato tutte le azioni. Due mete segnate con Padovani e Morisi, una più bella dell’altra. I placcaggi di Mbandà, le percussioni di Ruzza, la forza di Steyn, una prima linea combattiva, la grande efficacia nelle rimesse laterali, i break di Hayward. Peccato quel secondo tempo all’asciutto, ma non sono mancati l’estro e la grinta. L’Italia ha anche dimostrato di poter superare l’assenza di Parisse, ieri a bordo campo ad incitare i compagni. E merita di essere protagonista del Sei Nazioni.

Tebaldi ispirato, ma che pasticcio

Undici minuti e l’Irlanda era già in meta con la seconda linea Roux, tuffatosi nei pressi dai pali dopo una serie di ripartenze irlandesi dai punti di incontro. L’Italia aveva cominciato con buon piglio (Tebaldi e Padovani assai reattivi), però il neozelandese Jackson aveva fischiato 4 calci di punizione contro gli azzurri, costati carissimo in termini di territorio. Un salvataggio di Hayward su calcio a seguire dell’elettrico Earls: quindi la bella reazione dell’Italia, col mediano di mischia fermato a pochi centimetri dalla meta. Allan accorciava il punteggio su punizione, ma subito arrivata un colossale — imperdonabile — pasticcio azzurro: Budd, mal sostenuto da Ferrari, falliva la presa alta sul calcio di ripresa di Sexton, Campagnaro si faceva sfuggire l’ovale e Stockdale filava indisturbato per una marcatura che rischiava di essere psicologicamente molto pesante.

Due mete azzurre da impazzire

Dopo che Jackson faceva finta di nulla su di un cinico “blocco” ai danni di Tebaldi — i Verdi meritavano un cartellino giallo ed una punizione da 3 punti contro — il numero 9 italiano recuperava un bel pallone da una touche sbagliata degli ospiti: Hayward era fermato proprio all’ultimo. Sul prosieguo dell’azione Allan lanciava Padovani verso una meta che era come una scossa elettrica su tutto l’Olimpico. L’Irlanda provava a riportarsi avanti ma Tebaldi — straordinario — scippava l’ovale a Murray: fuga, calcio lungo raccolto da Padovani, poi Allan, raggruppamento e palla riaperta sull’altro lato, Mbandà fermato a un passo dal paradiso e allora toccava a Morisi raccogliere e segnare una delle mete più belle della storia del rugby italiano. Il primo tempo si chiudeva con l’Italia in vantaggio — non accadeva dalla stagione passata, match casalingo con la Scozia — e la corrazzata Irlanda frastornata dal coraggio e la determinazione azzurre.

Jackson non fa sconti. Anzi

Jackson anche nella ripresa non faceva sconti all’Italia, anzi. Dopo una lunga serie di percussioni a ridosso dell’ultima trincea avversaria, con Ghiraldini e compagni molto presenti anche se orfani di Mbandà, uscito per infortunio, Earls riportava i suoi avanti nel punteggio, irrobustito dal piede di Sexton. Tebaldi riportava i suoi nei 22 metri avversari, però commetteva il primo errore (passaggio a ramengo su Sisi) e poi ancora Jackson ci metteva del suo fischiando una punizione dietro l’altra — spesso su suggerimento di Murray — a favore degli ospiti.

McKinley e il bonus mancato

Nell’ultimo quarto d’ora le punizioni consecutive contro gli azzurri salivano a 7 (solo nella ripresa!), e da una rimessa laterale la mischia dei Verdi avanzava fino a proiettare in meta Murray. Di nuovo l’Italia rispondeva con una serie di splendide azioni alla mano, ma Ruzza veniva fermato a pochi centimetri dalla fine. Allo scadere, McKinley prova a piazzare una difficile punizione nel tentativo di recuperare il punto di bonus difensivo: niente da fare, che peccato. Questa Italia meritava di più. Tra due settimane potrà andare a testa alta a Twickenham.

Italia-Irlanda 16–26 (16–12)
Marcatori: 11' pt meta Roux tr. Sexton, 20' e 26' cp Allan, 21' meta Stockdale, 33' meta Padovani, 38' meta Morisi; 10' st meta Earls tr. Murray, 26' meta Murray tr. Murray
Italia: Hayward — Padovani, Campagnaro (31' st Castello), Morisi, Esposito — Allan (33' st McKinley), Tebaldi — Steyn, Mbandà (3'st Zanni), Tuivaiti (11' st Sisi) — Budd, Ruzza — Ferrari (11' st Pasquali), Ghiraldini, Lovotti (20' st Traoré). A disposizione: Bigi, Palazzani.
Irlanda: Kearney — Earls, Farrell, Aki (12' pt Conway), Stockdale — Sexton (37' st Carty), Murray (31' st Cooney) — Murphy, O’Brien, O’Mahoney — Roux (18' st Henderson) , Dillane (dal 30' al 40' pt Henderson) — Furlong (22' st Ryan), Cronin (8' st Scannell), Kilcoyne (22' st McGrath). A disposizione: Van Der Flier.
Arbitro: Jackson (Nz).

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Mario Bocchio
La leggenda del rugby

Giornalista professionista, amo il calcio, soprattutto quello dei mitici anni Ottanta. Non disdegno la politica, anche per averla praticata attivamente