La “fragile perfezione del sistema …”

Antonio Gallo
Bibliomania su GoodReads & Librarything
4 min readMay 8, 2021

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Quando ho visto sul bancone del giornalaio questo libro non sapevo quello a cui sarei andato incontro leggendolo.

Avevo avuto modo di vedere l’autrice in tv durante una delle tante trasmissioni dedicate al “viaggio” che stiamo facendo ormai da un anno e più. Sapevo molto, anzi direi troppo, nel senso di troppo poco, della “tempesta” e del viaggio ai quali il libro si riferiva, ma poco o niente del sistema immunitario.

Avrei dovuto sapere cosa sono gli anticorpi, i linfociti, le citochine, chemochine, istamina, neutrofili, linfociti B, linfociti T, linfociti NK, macrofagi, fagociti, granulociti, basofili, interferoni, prostaglandine, cellule staminali ematopoietiche pluripotenti, interleuchina 1 e molto altro ancora.

Sono circa trecento i tipi di cellule immunitarie, anche se alcuni studiosi sostengono che il numero è di fatto incalcolabile. Il colpo definitivo me lo dato poi la notizia che sono incalcolabili anche i sistemi immunitari, essendo unici come gli individui. Difficile, se non impossibile, quindi, generalizzarli, comprenderli e curarli. Capirete, allora, con quale animo mi sono dato alla lettura del libro.

Devo dire, comunque, che l’immunologa Antonella Viola, professoressa ordinaria di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, scrive non come una scienziata ma come una vera scrittrice, per comunicare e per far capire qual è il senso della “tempesta” che ci ha colpiti. Nel prologo al libro, la scienziata scrive:

“Nessuno ci ha avvertito, ma il mondo è già cambiato. Di fronte ad una trasformazione epocale e definitiva come quella che stiamo vivendo, le reazioni possibili sono tante. Le abbiamo davanti agli occhi: la maggior parte delle risposte provenienti dalla politica e anche dai cittadini è dettata dallo sgomento e dalla paura, dalla difficoltà di rinunciare alle vecchie abitudini e alla forma che il mondo aveva prima. E così che si generano mostri ed è così che, anche senza volerlo, partecipiamo al divenire danneggiando noi stessi.”

Il suo viaggio inizia cercando di introdurre il lettore a pensare cos’è il nostro sistema immunitario in termini di immunità ed evoluzione. Darwin, ovviamente, ha la sua parte, secondo lei uno dei più grandi geni che l’umanità abbia avuto. In tale ambiente si annida il nemico, anzi i nemici, l’ultimo arrivato è il Covid 19. Ma per fare una operazione del genere bisogna prima conoscere veramente se stessi.

Qui inizia la “danza” tra sensibilità e specificità, freni e stimoli, un vero e proprio “tango” con le cellule. Puoi incontare di tutto in un ambiente del genere, chimere e tumori che operano sfruttando tutto il tempo necessario per diffondersi. Una possibile speranza di difesa è il vaccino un’arma in grado di ristabilire l’equilibrio perduto del sistema ed arrestare l’infiammazione.

Il nostro sistema di vita gioca un ruolo decisivo, in un mondo caratterizzato dalla imperfezione, in continua ricerca dell’equilibrio. Servirebbe tempo per acquisirlo ma quello che sappiamo è sempre poco di fronte a quello che ignoriamo. La scienziata scrive:

“La corsa scomposta con cui abbiamo affrontato quest’ultimo anno deve lasciare il posto ad una danza armoniosa guidata dalla razionalità e dalla cooperazione, dalla verifica e dal confronto basato sui fatti. Perchè se c’è una lezione che abbiamo imparato è che, come le cellule del nostro sistema immunitario, siamo tutti collegati e il benessere di ognuno di noi dipende dal benessere che siamo in grado di costruire come società, ascoltando e proteggendo l’ambiente che ci circonda”.

Potrei dire a questo punto “niente di nuovo sotto il sole”. Il poeta inglese John Donne, fin dal seicento, nella sua poesia metafisica aveva brillantemente intuito la necessità del “tutto”, ovvero della necessità di tenere uniti gli uomini visti come “pezzi” costitutivi di un “continente, del “tutto”, cioè dell’umanità.

“Nessun uomo è un’isola, intero per se stesso;
Ogni uomo è un pezzo del continente,
parte della Terra intera ; e se una sola zolla vien portata via
dall’onda del mare, qualcosa all’Europa viene a mancare,
come se un promontorio fosse stato al suo posto,
o la casa di un uomo, di un amico o la tua stessa casa…”

Ma il tempo e la imperfezione continuano ad essere una minaccia per la nostra umana evoluzione. Se il primo con i suoi errori e con la selezione naturale genera diversità, l’evoluzione che continua misteriosamente a procedere determina l’inevitabile invecchiamento e la fine. Prima della conclusione del libro, la scrittrice e scienziata scrive un capitolo intitolato: “Quello che non sappiamo”. Lo dice chiaramente:

“La pandemia di Covid 19 ha avuto tra gli altri, l’effetto di mostrarci chiaramente quante cose ancora non sappiamo del nostro sistema immunitario”.

Possiamo anche allegramente imparare a danzare con il nostro sistema immunitario per attraversare la tempesta guardando in noi stessi e prendendo la grande lezione di convivenza fra le parti e il tutto, fra gli individui e l’ambiente che ci circonda. Resterà, comunque, un ossimoro, un mistero sia del singolo (o dell’isola) che del tutto: “la fragile perfezione del sistema…”

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Antonio Gallo
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.