Trump che si contraddice, ancora una volta.

Sacha Malgeri
La Mosca Bianca
Published in
5 min readAug 16, 2017

I fatti di Charlottesville di sabato scorso hanno aperto un dibattito molto accesso negli Stati Uniti e che, probabilmente, continuerà ad avere strascichi, a livello politico, per mesi. La polarizzazione delle posizioni politiche si sta legando sempre di più alla violenza, e, ogni qual volta che accade un atto di violenza di tale portata, si teme un ritorno di un’estrema destra violenta e assassina.

In questo contesto, a dare un impronta inquietante al dibattito sono state le reazioni contrastanti del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Inizialmente ha cercato di svincolarsi da qualsiasi accusa diretta contro l’Alt-Right, che — non è di certo una novità — è stata un fattore determinante per la sua vittoria alle presidenziali. Probabilmente per questo motivo la prima reazione non è stata una condanna diretta, bensì un generico attacco contro ogni estremismo:

“Condanniamo, nel modo più forte possibile, questa vergognosa dimostrazione di odio, bigottismo e violenza da entrambe le parti, entrambe le parti.”

Già dopo questa presa di posizione era stato fortemente criticato, persino dai Repubblicani, che avrebbero preferito dichiarazioni più forti contro i Neo-Nazi, che non sono stati nemmeno nominati nella sua breve dichiarazione, incentrata sulla responsabilità di entrambe le parti in causa. Come ha riportato Il Post, un importante senatore repubblicano, Cory Gardner, ha ripreso il presidente dicendo che “il male va chiamato con il suo nome. Erano suprematisti bianchi ed è stato terrorismo interno”. Posizione ribadita anche qualche ora fa, e non è stato l’unico.

Un tweet emblematico, sia del dibattito su Charlottesville sia dei continui errori politici di Trump, è quello di Ivanka Trump, che ha preferito non usare mezzi termini.

“Non ci dovrebbe essere posto nella società per il razzismo, per i suprematisti bianchi ed i neo-nazisti”

Il giorno dopo, sotto consiglio del suo staff, ha preferito cambiare strategia, attaccando direttamente — anche se in ritardo, come molti media americani hanno sottolineato — le organizzazioni di estrema destra. La conferenza stampa è stata più moderata, molto diversa dalle tipiche uscite di Trump, anche per le modalità. Non ha parlato a ruota libera, ha preferito affidarsi ad un gobbo elettronico, come se sapesse di doversi dare un tono.

“Il razzismo è il male. e chiunque cagioni del male in suo nome sono criminali. Compresi il KKK, i suprematisti bianchi, i neo-nazisti e altri gruppi d’odio che sono la negazione di tutto ciò alla quale teniamo, qui in America.”

Anche queste dichiarazioni, per quanto ritenute migliori e pacificatrici, non sono stati esenti da critiche. Molti giornalisti hanno fatto notare come non abbia mai definito la manovra di James Alex Fields Junior come un attacco terroristico. Ryan Lizza, giornalista de il New Yorker e il “prescelto” da Scaramucci per la sua telefonata delirante, ha commentato così un tweet del presidente successivo alla conferenza, dove ha lanciato nuove frecciate contro i giornalisti americani, rei di non essere soddisfatti delle sue prese di posizione contro l’estrema destra.

“Pensate alle implicazioni di questo tweet. Essenzialmente: ‘condanno i nazisti contro la mia volontà per accontentare i media e loro non sono ancora contenti’.”

Infine, ieri sera c’è stata un ulteriore conferenza stampa del presidente. Doveva essere incentrata sul nuovo piano per le infrastrutture presentato dal governo, ma si è subito trasformata in una diatriba tra Trump e i giornalisti sulle sue dichiarazioni sui fatti di Charlottesville. In quest’occasione ha fatto molti passi indietro, ribadendo il concetto principale della sua prima dichiarazione: è colpa di entrambe le parti.

“Avete un gruppo, da una parte, che è molto cattivo e un gruppo dall’altra parte che è altrettanto violento, e nessuno lo vuole dire. Ma io lo dico adesso.”

In questo caso, insomma, ha preferito difendersi: prima ha detto che non ha “aspettato molto” per condannare gli attacchi, poiché voleva basarsi sui fatti (che erano abbastanza chiari fin da subito) e che ciò che ha detto “era corretto”. Trump si è spinto persino oltre, affermando che l’estrema sinistra (ha usato l’espressione “the alt-left”) abbia molte responsabilità, poiché ha “attaccato i manifestanti senza permesso” e che tra i nazionalisti bianchi ci sono brave persone:

“Io condanno i neo-nazisti, io condanno molti gruppi diversi. Ma non tutte quelle persone erano neo-naziste e suprematisti bianchi. Molte di quelle persone erano li per protestare contro la rimozione della statua di Robert Lee.”

Anche questa volta ha preferito non usare la parola terrorismo:

“Il pilota di quella macchina è una disgrazia per la sua famiglia, per sé stesso e e per la sua famiglia. Potete chiamarlo terrorismo, potete chiamarlo omicidio, potete chiamarlo come volete.”

Trump ha insistito molto sulle responsabilità “dell’estrema sinistra”. La conferenza si è scaldata parecchio: ogni frase di Trump veniva accolta con sdegno dai giornalisti presenti. Questa invece è la reazione di un ex leader del Ku Klux Klan, David Duke, che ha ringraziato il presidente per le sue parole.

“Grazie Presidente Trump per la tua onestà e il coraggio di dire la verità su Charlottesville e per aver condannato i terroristi di sinistra.”

Anche in questo caso, molti repubblicani si sono dissociati dalle parole di Trump. Mitt Romney, ex candidato alle presidenziali, ha detto che “le due parti non sono uguali. Una parte è razzista, bigotta e nazista. L’altra si oppone al razzismo e al bigottismo. Universi morali differenti”. David Perdue, senatore repubblicano della Georgia, ha condannato direttamente, chiamandoli per nome, i gruppi di estrema destra, mentre Paul Ryan, speaker della camera, ha detto che “il suprematismo bianco è ripugnante”. Qui trovate la lista delle altre reazioni su twitter di entrambi i partiti, stilata dal Washington Post

L’ego di Trump ha causato un ulteriore, gigantesca, polemica. Stavolta sarà difficile svincolarsi.

--

--

Sacha Malgeri
La Mosca Bianca

Studente, corso di laurea in Giornalismo e cultura editoriale. Aspirante giornalista spiegone.