Hamburger, addio: ora il fast food è il sushi
Nigiri, uramaki e temaki piacciono sempre di più agli under 18. Perché sono belli da vedere e facili da mangiare
Economico, semplice, salutare. Il sushi è tendenza tra i giovani italiani, sempre più attirati dal fascino dell’Oriente.
Piatto di lusso al suo arrivo, negli anni ’80, oggi è accessibile a tutti e ha conquistato la nuova generazione.
Elemento essenziale del suo successo è la proposta del menù “all you can eat” tipico dei nuovi sushi bar, che offre una quantità illimitata di pietanze a un prezzo fisso. È esattamente questa unione che ha permesso al sushi di raggiungere il successo, spopolando tra i ragazzi.
Perché il sushi spopola
Nelle città i sushi bar si sono moltiplicati e hanno affiancato le grandi catene di fast food già ampiamente affermate divenendo anch’essi agguerriti “competitors”. Sono così nati brand del calibro di Sushiko e I-Sushi che non hanno avuto problemi a raggiungere alti traguardi in termini di popolarità e qualità in tutta Italia. A tutto questo si aggiunge l’aspetto economico, reale punto di forza che spinge i giovani a preferire grandi quantità di sushi ad un unico panino da fast food.
«Non è il sapore vero e proprio ad attirare i ragazzi: a colpirli è il complesso del piatto» spiega Barbara Roncarolo, food editor di saleepepe.it.
L’elemento visivo, infatti, gioca un ruolo fondamentale grazie alla particolarità con cui forma e colori vengono assemblati in piatti originali. La ragione? Dei 5 sensi la vista è quello a cui i ragazzi tendono a dare la maggiore importanza, anche a tavola.
Fast ma sano
Un altro motivo del suo successo è sorprendentemente legato all’aspetto salutare, che spinge a sostituire con questo piatto i tradizionali hamburger. Questa scelta è dettata dal fatto che il sushi si compone di pochi e semplici ingredienti come pesce e riso concentrati in piccole porzioni, pur offrendo un’ampia scelta. Al contrario, i fast food presentano piatti sempre più abbondanti con ingredienti spesso grassi e per niente salutari.
Il sushi deve essere fresco e privo di parassiti nocivi come l’anisakis. Nei ristoranti il pesce servito è controllato e garantito, anche se è sempre bene dare un’occhiata alla vetrina, facendo particolare attenzione al colore e alla consistenza. Può essere molto più pericoloso invece il sushi “fai da te”, anche perché il pesce acquistato al supermercato o altrove non sempre è adatto a questa preparazione.