50 anni fa

Alfonso Fuggetta
La ringhiera
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3 min readJan 8, 2022

Ho cominciato il liceo nel 1972. Il prossimo settembre saranno 50 anni, mezzo secolo. A pensarci mi viene fin il capogiro. Una vita è passata. Ogni tanto rivedo i miei compagni di classe e mi rendo conto che, a parte i miei genitori e i miei famigliari, sono le persone che conosco da più tempo.

Come era diversa la vita allora!

Non c’era praticamente nulla di quello che un giovane di quell’età vive oggi. La TV era agli albori, due o tre canali pubblici, le prime TV private, niente Internet. A casa mia non avevamo neppure il telefono, costava troppo. Dopo qualche anno lo mettemmo in duplex con la nostra vicina di casa. Non si viaggiava se non per andare al mare ad agosto e a trovare i nonni in Basilicata o per la castagnata dell’oratorio. Non c’erano cellulari e social network. Non c’erano immagini da scambiare o video da condividere. Esistevano solo i quaderni, i libri, i fumetti, la TV dei ragazzi, i film dell’oratorio e della RAI.

Era anche una vita “a metà”.

Alle elementari e alle medie le classi erano divise per ragazzi e ragazze. Per di più alle medie non c’erano abbastanza aule e si facevano i doppi turni: la classe maschile in una mezza giornata e quella femminile nell’altra, mattine e pomeriggi in alternanza. Ricordo che guardavamo il registro delle ragazze (lasciato sulla cattedra insieme al nostro) per vedere come si chiamavano. Immaginavamo chi si potesse sedere sui nostri banchi. Le vedevamo solo il sabato perché in quella giornata l’alternanza era su due ore, per cui a metà mattina le classi si incontravano sulle scale della scuola. E tutti noi ad immaginare chi fosse chi e a cercare qualche ingenuo incrocio di sguardi.

Allo stesso modo, l’oratorio era diviso in maschile e femminile. A messa, i ragazzi stavano tutti alla destra della navata e le ragazze a sinistra. Nel pomeriggio della domenica, quando si andava in chiesa per la preghiera, le ragazze passavano per il cortile dei ragazzi. Io giocavo spesso a pallacanestro ed era una gara con gli altri per far vedere quanto fossimo bravi ed atletici.

Quando cominciai il liceo, nel 1972, per la prima volta in vita mia, a 14 anni, iniziai anche a vivere insieme alle ragazze. Non riesco a dimenticare l’emozione, la sorpresa, anche le esitazioni e la timidezza nell’interagire con le mie compagne di classe. E poi i primi amori, le simpatie, le gelosie. Oggi che le rivedo nei nostri incontri annuali riprovo le stesse emozioni di allora. E soprattutto la gioia per tutto quello che vissi in quei giorni magici e ingenui, per quello che dal punto di vista umano forse fu il periodo più emozionante della mia vita: non avevo ancora le responsabilità che arrivano con l’ingresso in università e poi nel mondo del lavoro; scoprii il mondo della musica progressive che è diventata per me una straordinaria compagna di vita; in generale, iniziai a vivere da giovane e non più da bambino. Il mondo si apriva davanti a me.

Nonostante i traumi e le crisi che la società stava vivendo (pensate a cosa accadde negli anni ‘70), specialmente nei primi anni di liceo vivevo in un mondo semplice e vitale. Ripenso sempre ai quei giorni. Visi che riappaiono ed episodi che rivivo nella memoria con nostalgia e tenerezza. E con tanta gratitudine per quanto la vita mi ha riservato.

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Alfonso Fuggetta
La ringhiera

Insegno Informatica al Politecnico di Milano e lavoro al Cefriel. Condivido su queste pagine idee e opinioni personali.