Il compito di ogni sistema formativo: formare persone ‘criticamente’ attrezzate

Riflessioni domenicali (1)

Pietro Alotto
La Scuola Che Non C’é

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Cosa dovrebbe fare un sistema formativo? Cosa dovrebbe saper fare una persona ‘istruita’?

Dovrebbe creare persone ‘criticamente’ attrezzate, dotate, cioè, degli strumenti per poter agire nel mondo, prendere decisioni informate, ben ponderate; persone capaci di valutare in maniera appropriata le informazioni, le soluzioni e i ragionamenti che vengono proposti alla nostra attenzione e alla nostra deliberazione.

Se ripensassimo alla rete dei saperi e ai nostri insegnamenti disciplinari sotto questa luce, capiremmo gli errori che stiamo commettendo nei nostri sistemi formativi.

Discipline insegnate come sistemi di conoscenze e non come ‘strumenti’ per affrontare e risolvere problemi. Poca attenzione e cura per i metodi di indagine critica.

Ogni docente dovrebbe essere formato al pensiero critico, declinato per la propria disciplina. Su una base logica e metodologica comune, il fisico, il biologo, il chimico, il matematico, l’umanista, il filosofo aggiunge l’apporto ‘ critico’ della propria disciplina.

Proviamo a immaginare come cambia, nel concreto, l’insegnamento disciplinare, se mi pongo come obiettivo la formazione di persone ‘criticamente’ attrezzate; persone dotate, cioè, degli strumenti per poter agire nel mondo, prendere decisioni informate, ben ponderate; persone capaci di valutare in maniera appropriata le informazioni, le soluzioni e i ragionamenti che vengono proposti alla nostra attenzione e alla nostra deliberazione.

La domanda chiave per ogni disciplinarista non dovrebbe più essere (prendendo una disciplina a caso) “come insegno la Chimica?”, ma qual è l’apporto che la conoscenza della Chimica può dare a questo ragazzo per permettergli di “agire nel mondo, prendere decisioni informate, ben ponderate”; fornirgli gli strumenti per “valutare in maniera appropriata le informazioni, le soluzioni e i ragionamenti che potrebbero essere proposti alla sua attenzione e alla sua deliberazione” e che riguardano la Chimica?

Ora, pensiamo a ciò che richiediamo a uno studente di liceo agli esami di Stato: gli studenti devono saper scrivere in buona forma e in corretto italiano un tema, argomentando in maniera pertinente e logicamente ordinata; saper svolgere esercizi o risolvere problemi più o meno astratti di matematica o fisica; o saper tradurre una versione in una lingua antica o moderna; saper improvvisare un discorso su un argomento a caso, mettendo insieme collegamenti sensati fra le diverse discipline studiate.

In tutto questo da dove dovrebbe emergere la ‘capacità critica’ dello studente? Il voto finale è, infatti, il risultato del percorso scolastico e della performance dell’esame (sottoposto all’alea della fortuna o del caso). Non dice nulla su chi è lo studente e su cosa ha maturato nel suo percorso formativo.

Insomma, alla fine di ogni percorso di formazione, dovremmo chiederci: che ‘tipo’ di persona abbiamo formato, dopo 13 lunghi anni di ‘formazione scolastica’? Gli abbiamo fornito gli strumenti per poter agire nel mondo, prendere decisioni informate, ben ponderate? Abbiamo formato persone capaci di valutare in maniera appropriata le informazioni, le soluzioni e i ragionamenti che potranno venire proposti alla loro attenzione e alla loro deliberazione?
Se la risposta onesta è ‘no’ (e spesso dovrebbe essere ‘no’), il sistema formativo ha fallito.

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Pietro Alotto
La Scuola Che Non C’é

Scrivo di scuola, di filosofia, argomentazione, critical thinking e argument mapping (su cui ho scritto l'unico libro pubblicato in Italia).