Impromptu. Esame di stato e l’arte dell’improvvisazione

Come l’esame di stato esalta le menti ‘creative’

Pietro Alotto
La Scuola Che Non C’é
3 min readJun 22, 2023

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Non c’è situazione in cui si parli di formazione scolastica e non si affermi che il compito della scuola è quello di formare menti critiche. Ora, una ‘mente critica’ si caratterizza per la capacità di analisi, di ponderazione, di sintesi, di valutazione e giudizio ponderato, appunto. E se questa è la caratterizzazione di una mente critica, le prove dell’esame di stato questo dovrebbero testare. Ma è veramente così?

No, non è così. Se l’esame di stato indica la misura di quali obiettivi la scuola persegue e vuole accertare, si dovrebbe propriamente dire che la formazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo non di menti ‘critiche’, quanto di menti ‘creative’, posta l’importanza che esso dà all’Impromptu, la capacità (arte) di ‘improvvisare’.

La prima prova d’Italiano esalta in modo raffinato quest’arte. Si offre allo studente uno spunto iniziale, un testo decontestualizzato e di cui lo studente nulla sa (e su cui, il più delle volte, non ha mai riflettuto), e gli si chiede di ‘improvvisare’ sul tema, esponendo in un italiano ‘coerente e coeso’, tutto quello che gli viene in mente, trovando qualche argomento da appiccicare a caso.

È l’Impromptu letterario (e musicale) un’arte sopraffina, ma non per tutti. Mi chiedo, per esempio, quanti di noi abbiano un’idea chiara e precisa e opinioni consolidate e articolate sulla ricchezza immateriale, sul senso della Storia, sull’idea di Nazione, sul tempo e sull’attesa, o sull’importanza delle prove scritte nell’esame di stato da scriverci quattro facciate (minimo), evitando di dire qualche ‘sparsa’ banalità. Bene, questo è quello che si chiede di fare ai nostri studenti.

Marco Santambrogio per distinguere la scrittura argomentativa da quella non argomentativa, l’aveva chiamata scrittura ‘non creativa’. Ebbene, gli esperti ministeriali sono riusciti a creare un nuovo genere di scrittura, la ‘scrittura argomentativa creativa’: una forma di scrittura in cui ci s’inventa una ‘presa di posizione’ all’impronta e si trovano argomenti ad hoc, come in un Debate qualsiasi.

Non era quello che avevano immaginato il compianto prof. Serianni e la commissione che aveva presieduto quando avevano proposto il ripensamento della prima prova dell’esame di stato.

Ma anche il colloquio di esame esalta l’Impromptu, la capacità di improvvisare dello studente. In questo caso l’improvvisazione riguarda la capacità di ‘creare’ collegamenti a partire da uno spunto iniziale, (un’immagine, un testo) costruendo un discorso (coerente e coeso, si spera) in cui la mente dello studente svolge in modo creativo (‘trova’, è pretendere troppo) collegamenti su un tema, navigando tra i diversi contenuti disciplinari che abitano (o dovrebbero abitare) la sua mente.

Il risultato spesso è una caccia al bersaglio che farebbe la felicità di un gruppo di creativi pubblicitari.

Spunto iniziale: una bella immagine della Sicilia. Ed ecco un tour creativo sui collegamenti possibili: Pirandello, vulcani, tettonica, mafia ed educazione alla cittadinanza, Gentile e l’Idealismo, fascismo, sbarco alleato, Archimede e il suo principio, e via così, collegando in modo creativo.

Insomma, bastava (o basta) dirlo chiaramente, che la scuola aspira a creare ‘virtuosi dell’improvvisazione’ e i docenti (e anche gli studenti) si sarebbero attrezzati (o si attrezzeranno) per la bisogna.

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Pietro Alotto
La Scuola Che Non C’é

Scrivo di scuola, di filosofia, argomentazione, critical thinking e argument mapping (su cui ho scritto l'unico libro pubblicato in Italia).