Dalla cucina alla app — il processo di digitalizzazione delle ricette

L’incontro di #glocalcibo con Annalisa Musso, Eugenio Signoroni, Fabio Allegreni, Tunde Pecsvari e Anna Prandoni per parlare di digitale, ricette e database.

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La terza giornata di Glocalnews
2 min readNov 19, 2016

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Di Camilla Malacarne e Riccardo Sozzi

L’incontro si è tenuto nella magnifica cornice del Salone Impero di Villa Panza.

Fabio Allegreni per il suo intervento ha tratto spunto dalla sua esperienza professionale, in particolare relativa all’economia digitale e al crowdfunding. «L’esperienza a La Cucina Italiana è stata importante per me. Il mio mandato ha riguardato la valorizzazione del patrimonio dei contenuti, contenuti che dovevano essere sempre più facilmente fruibili».

«L’importante, nel digitale, è partire dagli obiettivi. Un esempio può essere la diffusione sempre maggiore di format televisivi che prevedono l’applicazione di ricette, il cui fine è la fidelizzazione degli utenti. Tornando a La Cucina Italiana, il ragionamento dietro alla sua digitalizzazione partiva dalla monetizzazione dei contenuti, in questo caso il patrimonio di ricette scritte in decenni, e si estendeva fino alla valorizzazione».

E’ stata poi la volta di Annalisa Musso, Head of Digital Content Cucchiaio d’Argento, che è intervenuta a proposito dell’omogeneizzazione di unità di misura e terminologia: «Un tema di attualità anche soltanto nella gestione di un sito web. Mentre il formato standard non subisce molte modifiche, nel digitale la dimensione del contenuto è più approfondita e ricca per coprire le esigenze degli utenti. Oggi la ricetta non è più la foglia di un progetto digitale, piuttosto la homepage di un sito web.

«Inoltre — continua Annalisa Musso — non è possibile prescindere da attori come Google e Facebook, altrimenti si finisce unicamente sullo scaffale di una biblioteca. Un esempio? Il boom dei video».

Eugenio Signoroni, Slow Food Editore, ha presentato l’applicazione mobile “Osterie d’Italia 2016”, progetto nato nel 2012: «Avevamo in mente caratteristiche precise: non avere un sistema di ranking e poche modalità di ricerca; abbiamo provato a gestire i contenuti che avevamo come Slowfood Editore trasferendoli nella App come una guida per l’utente». Il risultato? «Un enorme successo, nonostante la barriera del prezzo elevato. Inoltre, non abbiamo perso lettori rispetto al cartaceo ».

Infine, è intervenuta la restaurant manager Tunde Pecsvari: «Spesso noto che, quando si parla di ristorazione e digitale, più che il termine “incontro” potrebbe essere usata la parola “scontro”. E’ stato così con la moda dei coupon e rischia di diventarlo anche il fenomeno in voga del food delivery: un’ottima opportunità che tuttavia deve essere gestita diversamente».

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