Nuove strade per il turismo culturale in Italia

Come valorizzare il patrimonio artistico e paesaggistico: una sfida che coinvolge istituzioni, residenti e viaggiatori

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La terza giornata di Glocalnews
2 min readNov 20, 2016

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di Federica Liparoti e Daniele Zinni

La bellezza salverà il mondo? Siti Unesco e cammini culturali possono diventare un volàno per il turismo in Italia? Al Festival Glocal ne hanno parlato Massimo Tedeschi, presidente dell’associazione europea Vie Francigene; Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano e presidente dell’associazione Beni Italiani Unesco; Sonia Pallai, assessore al turismo di Siena; Vittorio Alessandro, presidente del Parco delle Cinque Terre e Francesca Brianza, assessore della Regione Lombardia.

In pochi sanno che la sola provincia di Varese conta quattro siti Unesco, tanti quanti quella di Siena. Si tratta dell’area archeologica di Castelseprio e Torba, del Sacro Monte, del Monte San Giorgio e dell’Isolino Virginia. Negli ultimi anni, però, la capacità degli operatori del settore turistico di raccontare questi luoghi si è evoluta, anche grazie alla progressiva digitalizzazione delle comunicazioni. “Se un tempo gli alberghi del Varesotto nel fine settimana erano vuoti, oggi qualcosa è cambiato”, ricorda Marco Giovannelli, direttore di Varesenews e moderatore dell’incontro.

“Pagine web aggiornate di continuo e vitali, con tante piccole storie, sono la chiave di una migliore comunicazione del territorio”, ha chiosato Vittorio Alessandro. Il turista esperienziale cerca un prodotto “su misura”. Nel caso del Parco delle Cinque Terre, in particolare, ai viaggiatori dell’Estremo Oriente il parco è stato proposto attraverso il tema della fragilità del territorio. Giapponesi e liguri sono toccati in misura simile da questo fenomeno e così è stato possibile coinvolgerli. “Infatti i prodotti turistici” — spiega Sonia Pallai “funzionano solo se sono pensati anche per i residenti, non solo per i visitatori”. I cammini culturali, da quello di Santiago alla Via Francigena, ne sono l’esempio. Lungo queste strade si possono incontrare camminatori della domenica del paesino vicino, ma anche viaggiatori provenienti da molto lontano. “Lo storico Jacques Le Goff diceva che le strade sono nate ai tempi dei romani per il transito dei militari, poi per quello delle merci. Oggi vi transino le culture” — ricorda Massimo Tedeschi — “la Via Francigena è questo”.

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