Boicottare Star Wars Battlefront II è solo il primo passo

La battaglia di Reddit contro EA è un segno positivo e forse la nascita di un grande terremoto (che stavamo aspettando)

Lorenzo Mondaini
La Caduta 2016–18

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Il recente caso di Star Wars Battlefront II, a differenza di come molti continuano a pensare — tra cui il nostro Andrea Bollini — non è una fiamma tenue e isolata in un mare magnum di poteri più forti. Rappresenta piuttosto l’inizio, alquanto sbalorditivo a dir la verità, di quella che potrebbe essere una grande battaglia dei giocatori (e poi dei legislatori) contro i grandi publishers che monopolizzano l’industria.

E non c’è da sorprendersi che prima o poi la bolla sarebbe scoppiata, viste le condizioni. Da anni oramai assistiamo alla lenta (ma brutale) introduzione di elementi di gioco aggiuntivi e strategie di marketing nel settore dei videogiochi— dai singoli DLC a pagamento ai Season Pass, dai bonus al Day One a quelli dei pre-order, fino ai loot box e alle microtransazioni — che sono tossici all’esperienza videoludica tradizionale. Perché quando anteponi il guadagno a tutto il resto, è chiaro che stai decisamente rovinando quel perfetto equilibrio tra business e intrattenimento a cui eravamo abituati.

Le grandi critiche rivolte al gioco di EA e DICE sono quindi sacrosante, e sono d’esempio sia per le motivazioni che per i modi con cui sono state portate avanti. Il sistema di microtransazioni che caratterizzava Battlefront II infatti era tremendamente corrotto sotto ogni punto di vista. Primariamente per una questione di principio: inserire delle dinamiche del genere in un gioco venduto a prezzo pieno è già di per sé una mossa meschina e da avidi. Ma anche volendo soprassedere tale aspetto, le dinamiche erano talmente estremizzate da dover attingere per forza al portafoglio a un certo punto.

Un esempio di cosa si può trovare in un loot box.

Il multiplayer di Battlefront II è vasto e variegato, conta numerose e migliorate modalità di gioco, ma si appoggia su delle meccaniche di progressione complesse e contorte, basate tutte su una casualità preventivata. Con ogni partita si guadagnano crediti necessari a sbloccare delle loot box contenti delle “carte stellari”, le quali servono per la personalizzazione della propria classe sotto ogni aspetto. Con le microtransazioni c’era l’opzione di poter comprare dei loot box extra grazie a dei cristalli, una sorta di valuta premium acquistabile con dei soldi veri. In questo modo si dava la possibilità, a chi era disposto, di raggiungere istantaneamente dei livelli di personalizzazione maggiori in confronto a chi semplicemente giocava online. È così quindi che si andava a creare un sistema di pay-to-win mascherato, dove non eri esplicitamente costretto spendere soldi per avanzare nella progressione, ma eri indotto a farlo se volevi rimanere competitivo ed evitare ritmi disumani di gioco. Sistemi di questo tipo (magari un po’ più semplici) sono presenti in moltissimi FPS, ma la differenza risiede nella presenza di queste maledette microtransazioni. E viene da sorridere se si pensa al fatto che nonostante siano state disabilitate temporaneamente, persistono comunque molte problematiche legate al bilanciamento nella progressione. Un dettaglio che dimostra come Battlefront II fosse interamente costruito su dinamiche P2W.

Sulla base di queste ingiustizie quindi, le critiche non sono arrivate da un ammasso di consumatori inferociti in stile Black Friday ma da un pubblico cosciente di videogiocatori, quello del subreddit dedicato alla saga di Star Wars Battlefront. Nei giorni cruciali previ alla pubblicazione del gioco, abbiamo assistito al concatenarsi di discussioni sempre più accese e approfondite, che dissezionavano la Open Beta in ogni suo aspetto. L’insieme incessante e robustissimo di opinioni ha portato prima gli sviluppatori a difendere tale impianto P2W, ricevendo il massimo numero di downvote per singolo commento nella storia di Reddit, poi ad un aperto confronto con il sub in un AMA che si è dimostrato essere distruttivo per i (poveri) sviluppatori di DICE, vista la complessità e solidità delle argomentazioni degli utenti — d’altronde, una rappresaglia di questo livello non poteva che nascere sulla piattaforma intellettualmente migliore del web.

Sono succeduti decine di articoli sulle riviste di settore, numerose recensioni e commenti negativi e lo sbarco della tematica sui grandi media, come BBC, CNN e Washington Post. Un attacco multilaterale che si è concluso, come sappiamo, con l’eliminazione delle microtransazioni, ma generalmente con una figuraccia esemplare, la quale si sta riversando sulle scarse vendite del gioco.

Nel trasformarsi in un formicaio, il popolo di Reddit ha abbattuto le becere strategie lucrative di Electronic Arts, aggiudicandosi una piccola vittoria iniziale. Ma non solo, ha fatto di più, molto di più. Portando tale tema controverso ad avere una copertura decisamente più ampia di qualche migliaia di nerd incalliti, aperto una breccia nella comunità, creando finalmente le condizioni per affrontare un dibattito serio tra le parti. E sarà solo una questione di tempo prima di rivedere publisher, sviluppatori e riviste ritornare vigorosamente sulla questione.

Contemporaneamente, grazie ad alcune analisi giornalistiche, si è riusciti a sdoganare un tabù e a reputare finalmente i loot box come una sorta di gioco d’azzardo (dopo anni di libertà assoluta sulle piattaforme mobile). Se si considera che gli utenti principali di Battlefront II — ma anche di FIFA, Need For Speed Payback, Call Of Duty: WW2— sono degli adolescenti, nella maggior parte dei casi minorenni, il collegamento tra questi elementi diviene ancora più pericoloso. Perché sono ben noti i rischi patologici che possono scaturire dal giocare d’azzardo e se dei ragazzi vengono esposti a meccanismi del genere, le probabilità aumenterebbero vertiginosamente.

È per questo motivo che questo caso ha attirato l’attenzione di legislatori in Belgio e nello stato delle Hawaii, i quali hanno entrambi annunciato di voler andare più a fondo nella questione per evitare che possano svilupparsi gli scenari di cui sopra.

Chris Lee, rappresentante di Stato hawaiano, ha definito così Battlefront II: “a Star Wars themed online casino designed to lure kids into spending money”.

Non sappiamo come andranno a finire le investigazioni da parte dei due stati; tutto è ancora da vedere e come solito di queste, ci vorrà molto tempo. Quel che è certo è che per EA le cose, al momento, non sembrano prendere una piega favorevole. Ma soprattutto, c’è da sottolineare che essere arrivati a questo punto, inimmaginabile alcune settimane fa, ha dato la prova che se uniti nella lotta, i videogiocatori possono raggiungere obiettivi importanti al mantenimento di uno status quo in deterioramento. Che sia questo l’inizio di una crociata per il bene del settore.

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