Cosa ci ha insegnato l’ultimo Club To Club Milano

L’IDM si pettina quando passa in Lombardia, ma la rivoluzione del clubbing è inarrestabile

Tommaso Tecchi
La Caduta 2016–18
5 min readApr 3, 2017

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L’immenso lavoro svolto negli ultimi anni dai ragazzi di Club To Club non c’è neanche il bisogno di rimarcarlo. Nel senso che dal momento che un festival in cui suona gente come Autechre, Four Tet, Arca e Sophie finisce su Repubblica o il Corriere il nostro endorsement diventa piuttosto inutile, quindi mi limito a scrivere che l’evento torinese è il solo in Italia a dissotterrare una situazione underground per costruire quello che di fatto è l’unico evento musicale che ci invidiano all’estero. Il capoluogo piemontese è la cornice perfetta per quello che rappresenta culturalmente e storicamente, e di conseguenza ogni volta che C2C va in trasferta deve in qualche modo reinventarsi per adattarsi a pubblici inevitabilmente diversi da quelli di casa. Giovedì 30 marzo Club To Club torna a Milano per una sola sera e io sono così gasato che mando l’RSVP appena vedo la notizia su Facebook.

Avendo già partecipato ai due eventi dell’anno scorso — il primo C2CMLN con Arca, Babyfather (Dean Blunt) e Mica Levi, e il Festival Moderno con Grimes, Blood Orange e tanti altri — le mie aspettative non possono che essere molto alte. Per questo motivo mi lascia un po’ deluso la scelta di una serata unica contro le tre del 2016. I nomi sono pochi ma mirati come sempre: Arca + Jesse Kanda, Amnesia Scanner, Gaika, Yves Tumor e Toxe. La location è il Gucci Hub, sede milanese del brand di moda ricavata dagli spazi di un’ex-fabbrica aeronautica; questo particolare e l’ingresso su invito sono i primi due indizi che mi fanno pensare che sul posto non ci troverò solamente fan della buona musica e del clubbing alternativo, ma anche gente che è lì semplicemente per fare serata in un posto esclusivo e un po’ fashion. Appena arrivato capisco che i miei pregiudizi erano abbastanza fondati: la combo di gente ammassata al bar per bere gratis e il sottofondo musicale inquietante di Yves Tumor al primo impatto mi destabilizza, così decido di rivendicare pure i miei free drink e di non pensarci. Mentre passano i minuti e i suoni crescono, inizio a realizzare che nonostante questa mossa di Club To Club possa sembrare discutibile è in realtà una scelta forte per continuare a portare il meglio dell’avanguardia elettronica (e non solo) su scenari mainstream e “normalizzare” una scena formalmente anarchica, NSFW e gender-free.

Intanto Gaika trappa senza maglia sul palco e anche chi non lo conosce si butta in mezzo ed entra velocemente in connessione con il concept dell’evento. Non trattandosi però di una tradizionale serata, ci vuole qualche elemento di disturbo per togliere certezze al pubblico: gli Amnesia Scanner. I berlinesi iniziano a mandare scariche distorte a un tempo conosciuto solamente da loro due e improvvisamente chi fino a qualche minuto prima si muoveva a ritmo rimane bloccato. In un silenzio tra due synth il collega Elia scherzando dice una grande verità: “questo è il clubbing moderno, non si balla”. A smentirlo ci penserà poi il big della serata, Arca. Il producer venezuelano si presenta dall’alto dei suoi tacchi dietro la consolle, con due puf: su quello a destra ci sono due ballerine sdraiate, sull’altro se ne sta comodo Jesse Kanda con il suo Mac sulle gambe. Sullo sfondo uno schermo con le immagini malate provenienti dallo stesso portatile: Kanda cura tutta la parte visiva del progetto musicale di Arca e anche qui è parte integrante del dj set. Le clip proiettate alternano gravidanze di capre, gufi, mega incendi nei boschi ripresi da una macchina e cani deformi. La selezione musicale è però totalmente contrapposta ai video creepy e Arca comincia a far ballare tutti con pezzi latini e cantando in mezzo al pubblico. Questo gli permette di inserire nel set il meglio della sua IDM senza rischiare che la gente si prenda male perdendo coinvolgimento, dopotutto stiamo sempre parlando di club. Mentre lo ascolto penso che Arca è l’Aphex Twin della nostra generazione e che dovremmo tutti essere contenti di assistere a questa performance.

Toxe non riesco purtroppo a vederla, è comunque giovedì.

Arca + Jesse Kanda

Siamo lontani dal regno sabaudo e dal festival originale, ma ogni volta che C2C arriva a Milano fa di tutto per rendere ogni esperienza imprevedibile e priva di punti di riferimento. Penso che il modo giusto di rivoluzionare il clubbing sia proprio eliminare ogni forma di monotonia, le serate organizzate in serie che si ripetono sempre uguali a cadenza settimanale per far sentire la gente a casa mentre dà sfogo ai propri disagi.

Questa idea mi è stata casualmente confermata due giorni dopo al Ragnatela, che dalle 23 alle 8 ha occupato il Caffè degli Artisti, un bar-tabacchi gestito da cinesi vicino a Loreto. Il dj set all’interno della spettacolare location è stato affidato al collettivo CB21, composto da Lorenzo Senni, Simone Trabucchi di Hundebiss Records, l’artista Emanuele Marcuccio, il film-maker Massimilano Bomba e Matteo Pit (Club Adriatico) e Jim C. Nedd (Progresso) dei Primitive Art. Tutti nomi coinvolti in progetti che tra Milano e Ravenna stanno rendendo l’elettronica e la cultura del club i punti forti dell’offerta musicale del nostro paese, proprio come fa da Torino Club To Club.

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