Il futuro delle console fra nuove Playstation e servizi streaming

Dall’annuncio di Playstation 4 Slim e Playstation 4 Pro, all’Xbox Play Anywhere di Microsoft e al Playstation Now di Sony, un rapido sguardo ai possibili sviluppi dell’industria videoludica.

La Caduta
La Caduta 2016–18

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Un evento povero di sorprese

Tutto è andato come doveva andare, o meglio: tutto è andato come gli ultimi rumor avevano suggerito dovesse andare. Durante il Playstation Meeting tenutosi il 7 settembre nell’intimo ambiente del Playstation Theater di NY, infatti, Sony ha annunciato (confermato, a dirla tutta) l’arrivo nei negozi di PS4 Slim (più piccola e più bruttina) al costo di 299€ e di PS4 Pro (versione sotto steroidi del modello standard e con uno strato in più) al costo di 399€. La prima sarà disponibile dal 15 settembre 2016, la seconda dal 10 novembre 2016. Possiamo dire che tale combo (data più prezzo) è stata l’unica mossa pienamente indovinata dal colosso giapponese che così facendo non solo aumenterà la proprio offerta, diversificando le opzioni e le possibilità di acquisto per gli acquirenti (la Slim, oppure la Fat, per chi vuole spendere meno, e la versione Pro per chi vuole un upgrade delle propria macchina o ancora non è entrato nella generazione corrente), ma probabilmente manterrà il vantaggio sulla concorrente Microsoft la quale continuerà a trovarsi in una posizione di inferiorità (hardware e di vendite) ancora per un anno abbondante, e cioè fino all’arrivo di Scorpio — che ricordiamo sarà più potente di PS4 Pro, ma uscirà pure a fine 2017 con tutto ciò che ne consegue. Come prima detto, nessuna stupefacente novità: anche le specifiche tecniche (che, paradossalmente, non sono state rivelate sul palco dal buon Cerny, ma solo nel post-conferenza) vanno di pari passo con quanto si presupponeva e pertanto PS4 Pro monterà una CPU leggermente potenziata (si parla di un incremento di clock da 1,6 a 2,1GHz) e una GPU circa il doppio più performante, la restante componentistica è pressoché la stessa; le novità riguardano la possibilità di fruire del 4K, ma solo nella sua veste streaming poiché è inspiegabilmente assente un lettore ad hoc, dell’HDR quando e dove possibile (anche se è stato annunciato che il supporto a tale funzionalità arriverà anche sulle normali PS4) e di miglioramenti tecnici per i giochi usciti e in uscita: si è parlato, a discrezione delle varie software house, del rilascio di patch correttive per poter sfruttare le nuove risorse anche nei titoli già pubblicati, i quali avranno settaggi grafici più elevati e si spera un frame-rate più alto/più stabile; ovviamente per il software ancora in sviluppo non ci sarà bisogno di nessun aggiornamento. Pochissimo spazio, invece, è stato dedicato ai giochi (da segnalare, anche se decisamente en passant, un breve video di gameplay di Mass Effect Andromeda), con giusto qualche filmato atto a dimostrare l’impatto che la nuova potenza di calcolo avrà sulla cosmesi generale e niente di più. Del Playstation VR non si è proprio parlato, forse per non creare confusione e imbarazzi sull’eventuale differenza di esperienza che si potrebbe verificare in base alla console utilizzata (è chiaro come la “vecchia” PS4 non potrà garantirà le stesse performance della nuova), con la speranza che la nuova periferica troverà il giusto spazio nel corso del prossimo Tokio Game Show.

Le nuove console Sony

Ecco, c’è da dire che l’effetto wow non c’è stato; quasi certamente per l’assenza di reali sorprese, per un andamento un po’ troppo moscio della conferenza (ha avuto reale senso mettere in scena questo teatrino visti i contenuti e quindi i risultati prodotti? Non sarebbe stato meglio un Sony Direct sulla falsa riga di Nintendo?) e per una serie di errori di comunicazione che ci sono parsi piuttosto rilevanti, come la mancanza di vere e fattuali motivazione volte a spingere l’utenza all’acquisto o al cambio di console. Alcuni si aspettavano la bomba, altri non hanno ben compreso perché far uscire una versione migliorata ma non troppo di una console che ha macinato record su record azzoppando la diretta concorrente (e c’è da dire che da questo punto di vista la misteriosa Scorpio alimenta molto di più i sogni di tutti i videogiocatori), e tutti ci chiediamo quale impatto avrà tutto ciò sull’industria videoludica — per qualche speculazione aggiuntiva cliccate qua.

Le console di domani senza console

Il percorso delle console come lo abbiamo conosciuto finora sembra destinato a cambiare per sempre. Dopo tre decenni passati tra apparecchi monolitici e longevi, che segnavano e dettavano i nuovi standard videoludici (PC gaming a parte), i colossi del settore stanno cercando nuove vie per proseguire le loro interminabili saghe e dominare i mercati.

È una sensazione comune nell’ambiente infatti come il modello adottato da Apple, Samsung, etc. con smartphone e tablet possa costituire una delle alternative alla staticità che fino ad oggi ha caratterizzato tale segmento tecnologico. Gli annunci di nuove Xbox (Slim e Project Scorpio) e delle recenti PS4 (Slim e Pro) seguono le orme di tale visione, per quanto in maniera ancora molto lieve — è difficile pensare che d’ora in poi ci ritroveremo con nuove console ogni anno. Altre conferme arrivano direttamente dalle stesse case produttrici: in un’intervista a tutto tondo con Engadget, Aaron Greenberg, caposezione reparto marketing di Xbox, ha dichiarato senza tanti giri di parole come in un prossimo futuro non avremo più delle “generazioni di console” vere e proprie, niente più cicli ben divisi uno dall’altro, ma bensì delle “famiglie di dispositivi” che andranno avanti negli anni, evolvendosi in continuazione, sia a livello software grazie a continui update, seguendo l’architettura PC, che a livello hardware con differenti versioni dello stesso concept nativo.

Ovviamente, non è la prima volta che assistiamo al rilascio di versioni modificate della stessa macchina, soprattutto in casa Sony e Microsoft, dove possiamo ricordare: PSOne, PS2 Slim, PS3 Slim, Xbox360 Slim, Xbox360 NewSlim. Le differenze in questo caso però sono la rapidità e la diversità con le quale le due aziende hanno deciso di lavorare: con l’immissione sul mercato di ben 4 nuove console (rimanendo in attesa della segretissima Nintendo NX), l’offerta si stratifica e si amplia con l’obiettivo di accontentare quante più tipologie di utenti possibili. Un approccio che mai era stato adottato prima d’ora.

Ma non è tutto. Per quanto la presentazione delle nuove versioni sia una novità importante, quello che rappresenta la vera mini-rivoluzione del settore videoludico sono le ibridazioni con il PC gaming annunciate da entrambe le aziende. Da una parte Microsoft, che può contare sul monopolio in ambito informatico, ha lanciato Xbox Play Anywhere, un comodo servizio che permetterà di poter giocare ad alcuni giochi, con l’acquisto di una singola copia, sia su Xbox che su PC Windows10, senza alcun tipo di vincolo particolare (e che sarà attivo ufficialmente dal 13 settembre). Dall’altra sponda, quella giapponese, la risposta è stata tempestiva e interessante: Playstation Now. La nuova feature è una sorta di Netflix per i videogiochi: con un abbonamento mensile si avrà la possibilità di giocare in streaming ad oltre 300 esclusive PS su qualunque PC e Mac e di poter utilizzare il controller di Play4 tramite un semplice adattatore wireless.

Novità passate un po’ in sordina in confronto al resto, ma che avranno un ruolo chiave in questi anni di transizione e di cambiamento.

È chiaro che le nuove strategie e offerte promosse dai competitor — l’introduzione di nuove console come ripensamento del normale ciclo generazionale e dei servizi streaming pronti a ribaltare qualsiasi concezione classica del gaming — rientreranno sicuramente fra i protagonisti assoluti dei mutamenti che sconvolgeranno questo settore nel prossimo futuro e solo il tempo saprà dirci se esse riusciranno a ritagliarsi il proprio spazio e se tali mutanti saranno positivi o meno.

A cura di Andrea Bollini e Lorenzo Mondaini

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