Katana #01 🎎

Katane per tagliare cordoni ombelicali con la banale nostalgia

Chiara Grilli
La Caduta 2016–18

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Finalmente, una ventata d’aria fresca a ringiovanire le sale cinematografiche. Uscirà prossimamente, infatti, un film tutto dedicato alla coinvolgente vita di Lady Marian, co-co-co-protagonista nella leggenda di Robin Hood. Lady Marian, esempio della rivoluzione delle principesse con le Dr. Martens, è l’ultimo rigurgito della dozzinalità culturale contemporanea: beatamente condannati in un girone infernale il cui contrappasso consiste nel trangugiare gli scarti marcescenti di una tecnologia che sappiamo sfruttare solo per la riproduzione della banalità. Sommersi nei fondi di caffè dell’arte, sopravviviamo con re-make, reboot, biopic, adattamenti soffocanti, il cui intrattenimento sta nel ri-vedere, avendo perso ormai il gusto della ricerca del nuovo. L’insoddisfazione è un rischio intollerabile. Siamo come bambini che vogliono guardare ancora e ancora il DVD del loro cartone preferito, confortati dal conoscerne già la conclusione, per non dover sopportare il trauma di un finale alternativo. La crisi della suspense. E, allora, via con attori decrepiti ri-chiamati a interpretare ruoli improbabili, eserciti di supereroi indistinti, la superficialità delle narrazioni, una psicologia rantolante, persino il sesso banalizzato democraticamente in 50 sfumature di insulso. E noi qui a difendere lo spicciolo, perché in fondo siamo divorati dalla paura di non essere nessuno, o, meglio, di essere ordinari quanto i film che somatizziamo nei cinema.

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