La Ruota di Spade

Perché ci siamo rotti il cazzo dei momenti salienti

La Caduta 2016–18
14 min readSep 27, 2017

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Il Trono di Spade ha deciso di lasciarci in sospeso per due anni. Un sacco di tempo. Utile per ripensare alle 7 stagioni passate; 67 episodi vissuti tra attese, discussioni, settimane passate senza aprire i social per paura di spoiler, spoiler sussurrati sottovoce o urlati, godurie e disperazioni.

Invece di focalizzarci sui momenti grandiosi della serie, quelli epici che han lasciato il pubblico con il fiato sospeso, abbiamo deciso di ripensare al mondo creato da Martin focalizzandoci sul cazzo che ci pare.

Spieghiamola in maniera pseudo-intelletualoide: abbiamo applicato il non plus ultra della psicologia emotiva — la ruota di Plutchik — al mondo di Westeros.

Basta con le classifiche de “le migliori 10 scene” che fan tanto Top of the Pops 2002, è ora di dare spazio anche ai momenti di merda, di noia e di odiata ovvietà. Questo è sicuramente possibile con una serie come il Trono di Spade, che si apre ad un range emotivo molto ampio.

George R.R. Martin sa che la doppia R nel nome è ciò che distingue un ottimo scrittore di fantasy da uno mediocre, e sa che chi porta il sigillo della doppia R non può permettersi di ridurre la storia ad un eroe che lotta contro il male. Sceglie quindi di aggiungere la grande complessità che contraddistingue l’essere umano, infittendo la trama e creando forti ambiguità emotive, soprattutto nello spettatore. Perché è normale, guardando Game of Thrones passare dalla rabbia alla gioia, fino alla paura o la noia. Essere dispiaciuti per la morte del nostro personaggio preferito e al contempo pensare “Ehi ma che figata ‘sta scena!”.

Ora, chi è Plutchik e che c’azzecca con tutto questo?

Robert Plutchik, oltre ad avere un cognome davvero piacevole all'orecchio, fu lo studioso che distinse le emozioni umane in primarie e complesse. Secondo Plutchik, vi sono otto emozioni primarie, definite a coppie:

  1. Gioia — Dispiacere (o Tristezza)
  2. Approvazione (o Fiducia) — Disgusto
  3. Rabbia — Paura
  4. Sorpresa — Aspettativa (o Anticipazione)

Ognuna di queste emozioni può variare di intensità, creando così delle sfumature diverse che si distribuiscono secondo un continuum di tipo verticale come si vede nella figura sopra. La ruota delle emozioni creata da Plutchik evidenzia gli opposti e l’intensità delle emozioni, via via decrescente verso l’esterno, più i vari stati intermedi (decrescendo di intensità le emozioni si mescolano sempre più facilmente). Si ottiene così quello che è stato definito “il fiore di Plutchik”. Il secondo cerchio contiene le emozioni primarie (in senso orario dall’alto: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia, aspettativa). Nel cerchio centrale troviamo le manifestazioni di maggiore intensità di ognuna delle emozioni primarie (rispettivamente: estasi, ammirazione, terrore, stupore, angoscia, odio, collera, vigilanza). Nel cerchio più esterno, invece, ci sono le corrispondenti manifestazioni di minore intensità (rispettivamente: serenità, accettazione, apprensione, distrazione, pensosità, noia, irritazione, interesse). Le emozioni poi si combinano tra loro, dando luogo alle emozioni complesse (o secondarie), che possono anche derivare dall'intervento di altri fattori, come memoria ed esperienza. Così tra gioia e fiducia avremo l’amore, tra fiducia e paura la sottomissione, e via di seguito.

Quale serie tv meglio di Game of Thrones riprende tutto questo? Ci siamo divisi questi petali emotivi un po’ alla m’ama-non m’ama parlandovi dei momenti che ci hanno emozionato più o meno intensamente fino ad ora.

Quindi, tre redattori (Martina Zerpelloni, Andrea Capodimonte, Lorenzo Mondaini), cinque momenti ciascuno, partendo dalla settima serie. Bon voyage!

Un momento tremendo ma di grande soddisfazione: la corona d’oro

Disgusto & goduria 😈
La puntata è la sesta della prima stagione e la scena da ricordare è una delle tante in Game of Thrones che creano un senso di goduria un po’ colpevole, ossia Viserys incoronato a morte da una colata di oro bollente. Grande soddisfazione vedersi levare dalle palle un personaggio così fastidioso, quasi al pari della morte — altrettanto scenografica — del fu Joffrey Baratheon.
Martina Zerpelloni

Fear and Loathing in Westeros: il leone e la rosa

Paura & rabbia 😡
Uno dei peggiori momenti di tutto GoT a mio avviso. Non ho avuto così tanta apprensione di fronte allo schermo nemmeno davanti ad uno scontro con i non morti ( e lì mi ritrovo abbastanza apprensiva). La scena incriminata si trova all’ inizio della quarta stagione e ha come protagonista la caccia di Ramsay Bolton e la sua puttana Myranda contro una povera ragazza, inseguita nel bosco da frecce e cani. Paura e ripugnanza. Sebbene abbia adorato il personaggio di Ramsay, le sue scene sono state dall’inizio alla fine un misto di imprecazioni e mani a coprire gli occhi.

Se la plastica approda a Westeros: le maschere di GOMMA di Arya

Irritazione al quadrato 😒
Passiamo a parlare dell’ultima stagione passata sugli schermi. Ne approfitto per parlare di un boccone che proprio non è andato giù: Sansa scopre le maschere di Arya (non i volti, le maschere!). Maschere in GOMMA. WTF?!
Avete presente quando a Master Chef l’aspirante cuoco decide di farla sotto al naso agli chef pluristellati usando il dado star per fare il brodo? Ora capisco perfettamente il mood cracchiano da pesci in faccia, perché non si perdona chi spezza la magia in maniera così bifolca.
Martina Zerpelloni

Viva il lattex, altro che acciaio di Valyria (di chi sarebbe poi questo volto?)

Ammirazione e grasse risate: due personaggi che hanno capito tutto

Serenità e aspettativa 😌
Concedo uno dei momenti scelti a due personaggi (forse gli unici due) ad aver capito che a farsi i cazzi propri si campa cent’anni: Bronn e Podrick. Uno dei loro momenti migliori penso sia proprio nell’ultima puntata, in cui ritengono certamente migliore andarsi a fare una bella bevuta piuttosto che assistere a non-morti e regine inviperite. Tutto il mio rispetto a voi.
Martina Zerpelloni

Momento di imbarazzo adolescenziale: Dany, Oh My Dany

Sorpresa + tristezza (ma principalmente imbarazzo) 😳
L’ultima volta in cui ho provato grande imbarazzo per un personaggio risale a quando avevo 10 anni, e il diretto interessato era Harry Potter quando si fa spaccare il naso in treno, dopo esser stato pietrificato, in HP6. Ho strappato la pagina. Ora quella stessa sensazione del pensare “no amico, che stai facendo?!” si è palesata nella 7x06 di GoT. Dopo la mezza fallimentare missione al di là della barriera, al sicuro sulla nave diretta ad Approdo del Re, Jon Snow da sfoggio delle sue cicatrici e tenta di consolare Daenerys per la perdita del drago. Nulla di imbarazzante, se non per il fatto che prendendole la mano, il giovane bastardo, le sussurra un “Dany…” con la tipica faccia da Kit Harington. Scena degna delle meglio soap opera. Inutile dire che ho nascosto la faccia affondandola in un cuscino.
Martina Zerpelloni

Se tutto nasce da una mano (poi mozzata)

Un po’ di tristezza? Nah, solo tanta gioia 😈
Bran che cade dalla finestra, spinto giù da Jaime Lannister, nella prima puntata. Per diverse ragioni è una scena che provoca un enorme dispiacere, ma solo la prima volta che la si vede. Da questo fatto si genera infatti l’intera trama del Trono di spade, e anzi, nell’universo narrativo questo fatto era già previsto dalle divinità secondo uno schema già determinato, in cui sembra non esistere minimamente il libero arbitrio. Alla seconda visione la mano di Jamie che spinge giù il piccolo Bran (che è anche quella che poi gli verrà mozzata) non è altro che il tocco divino, che fa sì che quell’universo sia già determinato. Tutto è già scritto da sempre, le cose non possono andare in un senso o in un altro, gli esseri viventi di qualsiasi regno o casata o isola possono solo seguire il loro destino. Il tentato omicidio da parte dei Lannister non è altro che parte del disegno divino, che porterà Bran oltre la barriera e che può solo preannunciare un lieto fine per la storia, a meno che le divinità che hanno già scritto la storia dell’universo in cui si svolge GoT non sia un’entità maligna a cui non importi niente degli esseri viventi di quel mondo. Ma chissà, questo lo scopriremo solo in seguito. Grazie Jaimie per aver dato il via a tutto, grazie per essere nelle mani del progetto superiore.
Andrea Capodimonte

GoT is the new Top Gun? Quei corvi alla velocità della luce

Chissà cosa s’inventano adesso, chissà…😑
La puntata 7x06 non può che deludere le aspettative. I nostri eroi sono bloccati al centro di un lago, tutto intorno, per chilometri, ci sono i non-morti che non se la sentono di attraversare, perché altrimenti cadrebbero nell’acqua gelata(che poi: perché non dovrebbero saper nuotare?). Fa freddo, mancano le forze. L’unica speranza è in Gendry, che come Fidippide che corse da Atene a Sparta, raggiungere la barriera per chiedere l’aiuto di Daenerys. Ci riesce e non ci rimane nemmeno secco come l’ateniese. Il corvo vola, vola velocissimo, come un jet, e raggiunge Daenerys, che allora prende i draghi e torna a salvare tutti.
Nel frattempo i nostri eroi, congelati, affamati e senza forze riescono a tenere testa a orde impressionanti di non-morti, come nella peggiore puntata di Dragonball. E diciamolo: se sei uno sceneggiatore che sta scrivendo una serie televisiva della portata di GoT, no, queste cose non puoi permettertele. Peccato.
Andrea Capodimonte

Oh Euron, ma tutto ‘sto coraggio dove sta?

Il più grande pirata dei Setti Regni non ce la sta raccontando giusta 😕
Euron che fa la sceneggiata e se ne va via quando vede il non-morto.
Okay che è di famiglia fuggire appena il pericolo si fa troppo grande, ma perché non lasciare almeno finire l’incontro tra Daenerys e Cersei?Perché si fa prendere così dalla paura per qualcosa che comunque è ancora molto lontano dalla capitale? Troppo irrazionale e che poco si confà al personaggio per come lo abbiamo conosciuto. Probabilmente la trama dei Greyjoy ancora non è chiara e serviva un espediente per fare allontanare Euron dalla cittadella. Ma così è stato tutto abbastanza ridicolo.
Andrea Capodimonte

NO MARIA IO ESCO

RIDATECI STANNIS (Non quello di Boris, però anche lui manca)

Un personaggio che rischia di essere servito veramente a niente 😡
Se c’è un momento che mi ha fatto veramente arrabbiare è tutta la parte che riguarda Stannis, da quando sacrifica sua figlia, a quando incontra Brienne in mezzo al bosco, dopo aver fatto trucidare il suo esercito dai Bolton. Accasciato su un albero, in mezzo alla neve, Stannis aspetta la sua fine che infatti…aspè, ma viene ucciso sul serio?
La scena non viene fatta vedere al pubblico. Di Stannis non se ne parla più, benché in realtà sia veramente lui il legittimo erede al trono: non si capisce infatti perché tutto il pubblico sia compattamente unito per questa Restaurazione dei Targaryen, dopo che vennero, per giusti motivi, spodestati.
Io ancora spero che torni l’unico legittimo Re, e che questa volta, senza guardare troppo alle divinità, faccia la cosa giusta per tutti.
Andrea Capodimonte

Grazie per guastare la festa: la morte di Petyr Baelish

Totale, TOTALE disapprovazione 😡
Petyr Baelish è finalmente morto, per la gioia di tantissimi fan — tranne della mia, sia chiaro. Perché? Beh, Ditocorto è stato senza alcun dubbio il miglior personaggio secondario dell’intera serie: cattivo, perfido, viscido, ma anche affascinante, scaltro, intelligente. Una fucina di saggezze con doppi fini, con quella sua smorfia agghiacciante: un sorrisino maligno e appena accentuato che ti faceva capire che eri fottuto ancor prima di essere realmente fottuto. Il tutto deliziato e migliorato dalla superba performance di Aidan Gillen.
Ai fini della narrazione, il passaggio a miglior vita di Petyr era necessario. Il problema difatti non risiede tanto nel fatto stesso della sua morte, quanto piuttosto nella modalità. Perché, cioè, parliamoci chiaro: ma uno che ha bramato dietro le quinte per tutta la serie, che ha scatenato la Guerra dei Cinque Re, che ha dimostrato una pianificazione così in anticipo rispetto agli eventi, ma cosa cazzo ci faceva ancora a Grande Inverno con tutti i pericoli che correva? Perché era innamorato, direte voi. Perché voleva mettere le sorelle Stark una contro l’altra, direte voi. Ed è tutto vero, lo sappiamo tutti che questi erano parte di un piano maggiore che lo vedeva seduto sul Trono di Spade. Ma proprio per questo, perché un uomo così scaltro avrebbe deciso di rimanere nello stesso in posto in cui Jon Snow ti appiccica al muro e Bran Stark può rivelare i suoi segreti? Nessuno. Semplicemente, non ha senso. È una forzatura, come tante ne stiamo vedendo nell’era post-Martin. Una forzatura infiocchettata in superficie, con questo teatrino di Sansa che odia Arya che odia Sansa, con Bran che spiffera, nell’ombra, chi ha fatto cosa e infine col pugnale valyriano nel ruolo di oggetto fatale. Tutto torna, certo, ma è comunque una stronzata. Dopo un percorso perfetto, si è voluto, proprio alla fine dei suoi giorni, dimostrare che in fondo, Ditocorto, era una stolto. Shame on you Benioff e Weiss. Al di là della tua stupide fine, rimarrai sempre nel mio cuore, my beloved Petyr. 💕
Lorenzo Mondaini

Look who’s back! Il ritorno di Gendry

Misto tra sorpresa e gioia (e un po’ di soddisfazione) 😆
Sarà capitato a molti chiedersi a un certo punto: “oh ma Gendry che fine ha fatto?”. In effetti, una domanda legittima, come non porsela: l’unico figlio (bastardo) di Re Baratheon, erede legittimo al trono, dopo qualche peripezia scompare del tutto dalle scene. Dopo parecchi episodi di assenza, la faccenda suonava sempre più strana. E quel dubbio sul fatto se fosse ancora vivo o morto lasciava anche dell’amaro in bocca. Ma oltretutto, insomma, con tutta questa maestria nel gestire gli intrecci narrativi, gli sceneggiatori avrebbero davvero lasciato fuori un personaggio di questa importanza? Sarebbe stato un peccato. Fortunatamente, non ci hanno deluso. A distanza di quattro stagioni, il nostro beniamino torna in pompa magna sugli schermi, un po’ più maturo, sempre volenteroso, con una grande corsa e con un gigantesco martello in più. Il suo ritorno è una felice sorpresa, senza nemmeno essere una forzatura narrativa. Finora è stato più utile alla storia di altri personaggi, pragmaticamente parlando. Speriamo quindi che il prossimo futuro riservi al nostro Baratheon preferito altre soddisfazioni.
Lorenzo Mondaini

“I PREFER THE HAMMER” (cit.)

Una morte inutile: quella cieca del Blackfish

Un po’ di irritazione, ecco 😠
Il numero complessivo di morti con GoT è oramai incalcolabile senza avere un foglio Excel in aiuto. La cosa bella è che , tra queste, anche le morti celebri hanno superato quella cifra per cui le dita delle mani non bastano più. Così tante che alcune ce le dimentichiamo molto presto (vedi Viserys, vedi Renly), altre invece rimarranno per sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori (vedi Eddard, vedi Oberyn). Nel mezzo di queste due categorie, quelle morti di personaggi importanti ma secondari, silenziosi, come il Blackfish, Brynden Tully. Fratello del compianto Hoster e zio di Catelyn e Lysa, egli rimane nel suo, nei territori di famiglia per gran parte della serie. Compare nella terza stagione, durante i fattacci delle Nozze Rosse, e nella sesta, nelle guerriglie con i Lannister. Negli episodi Brynden viene mostrato poco, ma riesce comunque a lasciare un’immagine forte di sé. Un Lord saggio, un cavaliere esperto, ma angusto, burbero, rozzo. È un peccato, a ripensarci, che una figura così interessante e complessa sia stata solo marginale nella storia di Got, specie se interpretata magistralmente da Clive Russell. Ma è un peccato ancor più grosso che la sua onorevole morte non sia stata nemmeno mostrata. Uno degli unici momenti di vera gloria (e redenzione) a sua disposizione nella serie, scambiato con una frase sbrigativa e per niente d’effetto, per una fine che possiamo solo immaginare. Per il rispetto di un uomo tutto d’un pezzo, l’epicità cinematografica doveva dare il meglio di sé stessa.
Lorenzo Mondaini

Anche noi Brynden, anche noi.

Quell’insulso di Daario Naharis

Stupore per questo nulla cosmico 😑
C’è un personaggio fondamentalmente più inutile di Daario? No. Eppure è stato lì, per una marea di stagioni, a fare l’amante di Daenerys, a darle consigli un po’ a caso. Il belloccio della situazione (perché bello è), che sta più dentro il letto con la Madre dei Draghi che a difenderla in battaglia — e lo invidiamo tutti, certamente. Ma la problematica di Daario è la sua inutile perfezione: è quello che non sbaglia mai, quello che non ha difetti, che arriva sempre al momento giusto, quello che sa fare tutto. In un mondo finzionale dove le debolezze degli uomini vengono sempre a galla, lui semplicemente non ne ha, così — qualcuno spieghi agli autori che questo non è Skyrim dove ti alleni per avere le stats che ti pare al massimo. Insomma, Daario non c’entra un cazzo con niente, eppure, lo ribadiamo, è stato (e probabilmente sarà) ancora lì. Così inutile che anche la sua uscita di scena è stata noiosa. Ridateci il tempo rubato a Jorah e speriamo di non vederti più.
Lorenzo Mondaini

“Mamma quanto sono bravo con i pugnali! Sono bravissimo, the best” — Daario Naharis

La maledizione di Dorne

Mondo crudele, tristezza massima 😢
In GoT quasi tutti i luoghi fanno schifo. A Grande Invero e in tutto il nord fa un freddo de’ Cristo e sono tutti antipatici. Ad Approdo del Re ci sono due milioni di persone, tra cui i nobili e il clero (e già questo basta), e fa un caldo terribile. Alto Giardino sembra un bel posto ma c’hanno tutti la puzza sotto il naso e nelle Isole di Ferro l’elemento più bello è la tristezza. Eccetera, eccetera… la lista è ancora lunga. In questo grigio panorama però, spicca un’oasi di bellezza: Dorne. La città guidata dalla famiglia Martell è una sorta di paradiso in confronto al resto. Un luogo che viene descritto come solare e pacifico, dove la libertà è un valore — siamo pur sempre in epoca medievale, eh — e dove vengono meno quelle restrizioni sociali che sono regola da altre parti. Dorne quindi è l’alternativa nei Sette Regni. Per le sue caratteristiche e per la sua storia, è uno dei luoghi più interessanti di GoT, eppure nella serie occupa un ruolo di solo contorno, purtroppo. Se non fosse per alcuni carismatici personaggi, come Oberyn o Doran Martell, di questo popolo non si saprebbe proprio nulla. Ad infierire su questa precaria situazione, alcune vicende che hanno completamente demolito l’immagine della città e i suoi punti di riferimento: prima la morte feroce della Vipera Rossa nello scontro con la Montagna, poi il vile assassinio del risoluto principe Doran per mano di Ellaria Sand e sua figlia Tyene. Quest’ultimo soprattutto, un fatto sconvolgente che pone fine, nel più ignobile dei modi, alla stirpe dei Martell. Ben gli sta che Cersei le abbia un po’ uccise, un po’ imprigionate a quelle sgualdrine delle Sand. Dorne ha avuto forse il peggior destino di tutte le altre popolazioni, ed è un grande peccato che nella serie sia stata così poco approfondita.
Lorenzo Mondaini

Non più caro Doran 😢

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