Ecco perchè “Forrest Gump” è un’opera cortese (Edoardo Fren)

Articolo di Edoardo Fren

Giosue Balocco
Lagrangia Independent
3 min readApr 15, 2021

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Forrest Gump, il ragazzo problematico che sconvolse l’America con le sue gesta, che con la sua corsa fluente si sbarazzò dei problemi della vita e che non perse mai quella consapevolezza donatagli da sua madre, è un personaggio che, sebbene comico, può essere inteso come uno fra gli uomini più nobili del suo tempo.

La nobiltà d’animo, appunto, è un valore che spesso ritroviamo nella letteratura medievale, soprattutto per quanto riguarda la sfera amorosa. Colui che è cortese, dunque non villano, prova immenso piacere nel lodare la donna e spera di ricevere da lei un saluto. Inizialmente la donna, oggetto del desiderio dei poeti, poteva identificarsi con il feudo ed essere particolarmente crudele, ma con gli stilnovisti, e in particolare con Dante, la sua figura si avvicina sempre più a Dio, rendendola addirittura un’intermediaria celeste, e si addolcisce.

Ma Gump può essere definito un eroe cortese? Certamente, anche se la sua opera di cortesia non è limitata unicamente all’amore, ma si riferisce anche al campo dell’amicizia. Forrest, infatti, salva la vita al generale Dan in Vietnam, nonostante quest’ultimo si opponga alla sua scelta, quando avrebbe potuto scappare e salvarsi senza problemi. Soccorre anche altri soldati, che sarebbero probabilmente morti senza il suo intervento, ma non riesce a salvare Bubba, il migliore amico, che muore fra le sue braccia. Durante questa scena il protagonista si addolora gravemente, dimostrando tutto il suo affetto per l’amico ormai caduto. Con la sua innocenza fanciullesca, Gump è sempre disposto ad aiutare il prossimo, provando così la gentilezza del suo animo. Esemplare è la scena in cui offre i cioccolatini alla sua prima ascoltatrice e si preoccupa persino della condizione delle sue scarpe.

Spirito dolce e premuroso, Forrest dimostra però tutta la sua bontà nel rapporto amoroso con l’amante Jenny, che ama pazzamente. In più occasioni la difende da vari aggressori, mostrando nei suoi confronti educazione e un impagabile rispetto. Come il poeta stilnovista soffre a causa dello sguardo penetrante della donna amata, Forrest prova dolore in ogni momento in cui è senza Jenny. Come Petrarca nella poesia “Solo e pensoso i più deserti campi” del Canzoniere, Gump gira per tutta l’america, attraversando i luoghi più remoti e isolati, senza però mai smettere di pensare al suo amore.

Guardando il film si osserva poi come i due amanti siano caratterialmente diversi: Forrest è un uomo gentile, ben disposto ed altruista, che si inserirebbe facilmente in un paradiso ideale, mentre Jenny ama il lato spericolato della vita, che trascorre in modo folle, esagerando con le droghe e ricevendo continuamente maltrattamenti da parte di altri uomini con cui fa sesso, e per questo sarebbe collocabile nell’inferno. Esiste quindi un rapporto inverso con l’amore cantato nell’epoca medievale, in cui era la donna a essere “santa”, se così si può dire, e non l’uomo, che era maggiormente esposto a peccati terreni. Nell’amore gumpiano, invece, uomo e donna, sebbene diversi, si trovano sullo stesso piano e condividono passioni comuni. Anzi, si può quasi affermare che Jenny non si senta degna di amare un uomo come Forrest.

In un’altra occasione notiamo però un’analogia fra amor cortese e amore gumpiano. Mi riferisco al momento della morte dell’amata, vissuto con devastante melanconia. Afflitto è Dante nella Vita Nuova, in cui viene evidenziato il lato mistico dell’amore, sfaccettatura ritrovabile anche nel film di Zemeckis, dove Forrest rivela di non essere affatto lontano dall’amante defunta. Il motivo è che l’uomo è “umano”, ovvero dotato di sensibilità e fragilità, caratteristiche immutate dal Medioevo. Da quei tempi agli anni ’80, dunque, l’uomo non ha perso quella raffinatezza d’animo che lo ha sempre contraddistinto e che, secondo il sottoscritto, deve essere alla base di ogni nostra azione.

Chissà se quella candida piuma, presente all’inizio e alla fine del film, non rappresenti proprio la purezza dello spirito, che volteggia, sospesa nell’aria, fin dagli albori dell’umanità, e che farebbe comodo anche alla società ipertecnologica di oggi.

Articolo del lettore Edoardo Fren.

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