Catalogna: perché e verso dove

Paola Licari
Le Bistrò
Published in
6 min readOct 3, 2017

Considerazioni sulla questione indipendentista

a. Immagine di Alfonso Blanco

Primo Ottobre. Il caso catalano[1] è al centro di ogni dibattito sulle piattaforme mediatiche dei paesi occidentali per varie ragioni, che mi limiterò a esporre per evitare le conclusioni sempliciste a cui siamo sempre più abituati.

Tralascerò le retoriche che abbiamo sentito e risentito da entrambe le fazioni in una miriade di occasioni, quali la democrazia (quella vera), l’unità di uno Stato, le varie motivazioni strettamente economiche[2], l’autodeterminazione dei popoli, l’etnia e la cultura di un Paese, la legittimità di un referendum con tante contraddizioni, patriottismo (o nazionalismo?). Soprattutto non parlerò di quanto Rajoy non sappia parlare inglese o quanto Puigdemont assomigli a Nobita di Doraemon, visto che l’estetica e la cronaca rosa sembrano essere gli argomenti imperanti per decretare la legittimità di un’opinione politica (vedasi caso Donald Trump), tralasciando cause e conseguenze, che non sono mai scontate, e perché questo è un fenomeno che va molto oltre due personaggi.

b. I risultati del referendum (Governo Catalano)

(IN)SICUREZZA

Il referendum catalano ha offerto in primo luogo un dilemma sulle responsabilità delle forze dell’ordine di fronte a mobilizzazioni civili.

Da un lato abbiamo la Guardia Civil e la Policía Nacional, le forze spagnole in terra catalana, che hanno puramente seguito gli ordini di un governo che aveva espresso chiaramente da mesi il fatto che un referendum non sarebbe avvenuto (rifiutando ogni sorta di negoziazione), e che se fosse avvenuto sarebbe stato illegale. Di fronte a un atto illegale, è competenza delle forze di polizia agire secondo le decisioni del governo e del tribunale costituzionale. Per questo, le manganellate e gli spari a pallottole di gomma non devono essere per niente una sorpresa: è possibile che il movimento indipendentista, costituito anche da uno zoccolo di movimenti sociali importanti (CUP, sindacati, pompieri), sapesse cosa sarebbe successo, soprattutto perché sono atti molto abituali in manifestazioni di ogni tipo da secoli[3], e che ogni giorno si ripresentano, anche se non sono in prima pagina[4]. Il giorno prima del referendum giravano catene su Whatsapp dicendo che in caso di necessità si sarebbero potuti appiccare minimi fuochi per giustificare l’arrivo dei pompieri ad aiutare; in molti paesi i cittadini si sono barricati con i trattori davanti ai seggi elettorali dalla notte prima. Per questo, il movimento indipendentista probabilmente contava su questa mossa del governo centrale per legittimarsi e far vedere all’Unione Europea che la repressione sta realmente avvenendo. La chiave sta proprio nel fatto che le vittime delle violenze non sono i soliti perroflautas (termine coniato dopo le manifestazioni anticapitaliste post-crisi, sarebbe l’equivalente di zecca), ma sono giovanissimi, persone anziane e cittadini di ogni tipo e provenienti da qualsiasi punto dello spettro politico.

Dall’altro lato abbiamo i Mossos d’Esquadra, cioè la polizia catalana, che non ha agito contro i votanti nonostante l’ordine da parte del Ministero dell’Interno[5]. Si è limitata anzi a controllare la situazione, il che ha causato anche una denuncia per “inazione e passività”. In alcuni casi ha addirittura cercato di fermare la Guardia Civil o si è schierata in difesa dei cittadini.

c. Un Mosso abbracciato da un cittadino catalano. Immagine virale su Twitter

MALESSERE

In secondo luogo, di fronte a tali avvenimenti ci si chiede: la legge, di fronte a una mobilizzazione così trasversale, che ruolo ha? Deve essere sottoposta a un’interpretazione al limite del dogmatico come sta facendo la giustizia spagnola, o deve essere usata come leva per risolvere un conflitto sociale che va molto oltre le ragioni economiche, etniche e culturali?

Il malessere che ha sfruttato lo zoccolo duro della classe politica catalana (prima CiU, poi diventato PDCat in seguito ai casi di corruzione[6]) per portare avanti i propri interessi economici è un malessere ancora figlio di quel crack economico del 2009, da cui gran parte della popolazione non si è ancora ripresa a causa di costi di vita molto alti (l’affitto più basso a Barcellona ha recentemente superato gli 800€[7]), il crescente mileurismo[8], e percentuali di disoccupazione[9] che nonostante una leggera ripresa da 5 anni fa sono ancora i più bassi d’Europa. Inoltre, la regione ha ricevuto negli ultimi venti anni un turismo (punto di svolta le Olimpiadi del 1992) che l’ha fatta sì crescere economicamente in modo esponenziale, ma ha anche portato tanto malessere sociale[10]. Ha infatti contribuito alla sempre crescente bolla immobiliare menzionata precedentemente, oltre a saturare un territorio così piccolo come quello della Catalogna, che è già molto densamente popolata; nel 2016 si sono registrati 18 milioni di turisti stranieri per una popolazione di 7,5 milioni di persone.

d. Il contrasto fra il malessere cittadino e la foto su Instagram. Búnkers del Carmel (Josep Lago/AFP via Getty Images)

Altro detonante sono stati gli attentati del 17 agosto a Barcellona e Cambrils, figli anche di una politica estera spagnola[11] che finanzia in armamenti il principale socio di ISIS, l’Arabia Saudita[12]. L’attacco terrorista è stato soggetto inoltre a una forte manipolazione mediatica da parte dei quotidiani di stampo unionista, che hanno filtrato notizie false che mettevano in evidenza come i Mossos sapessero dell’imminente attacco prima che succedesse.

Il 17 agosto pertanto ha causato che una gran parte degli indecisi rispetto al voto del referendum si inclinassero nettamente per il sì.

Come sempre, le cause profonde sono tralasciate sia dalla retorica politica, sia dagli osservatori esterni. Il movimento, però, esiste.

e. La risposta popolare catalana all’applicazione della legge spagnola.

PROSPETTI

Il XXI secolo sta avendo una spirale nazionalista importante. Ungheria, Turchia, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti, Kurdistan (il cui referendum d’indipendenza e conseguente embargo economico sono stati completamente bypassati sia dalla UE che dagli Stati Uniti[13]), Francia, Corea del Nord.

Ancora è da vedere se l’azione politica catalana sarà l’imposizione fine a se stessa di un altro confine, o se ci sarà un effettivo progetto trasversale di rinnovo istituzionale e costituzionale.

Il ruolo fondamentale di mediazione, però, lo deve giocare l’Unione Europea, che nella sua Carta dei diritti fondamentali proclama la difesa della dignità, dell’integrità, della libertà e della sicurezza: valori che sono stati indubbiamente violati negli avvenimenti della scorsa domenica. Serve una mediazione sia per vedere come effettuare la transizione della Catalogna indipendente come Stato membro o meno, sia per assicurare il non-conflitto e la sicurezza in un Paese che ha sofferto una guerra civile e una conseguente dittatura nella sua storia recente.

Fonti:

[1] http://www.bbc.com/news/world-europe-29478415 (01/10/17)

[2] https://www.economiadigital.es/finanzas-y-macro/cataluna-poder-adquisitivo_405984_102.html (01/10/17)

[3] https://elpais.com/diario/1987/03/13/espana/542588406_850215.html (01/10/17)

http://www.regioesercito.it/articolivari/carabinieri/arma_1.htm (01/10/17)

[4] http://www.corriere.it/video-articoli/2017/05/04/venezuela-blindato-investe-manifestanti/a58ca7ee-30dc-11e7-a448-9b138eb1814c.shtml (01/10/17)

https://www.amnesty.it/nigeria-evitare-repressione-delle-manifestazioni-biafra/(01/10/17)

[5] https://www.elplural.com/politica/2017/09/29/trapero-ordena-los-mossos-cerrar-colegios-y-requisar-urnas-censos-y-papeletas (01/10/17)

[6] https://columnacero.com/espana/5551/la-corrupcion-estructural-en-cataluna/ (01/10/17)

[7] http://www.elperiodico.com/es/barcelona/20170902/ultimos-pisos-menos-800-euros-mes-alquiler-en-barcelona-6256824 (01/10/17)

[8] https://elpais.com/elpais/2015/05/08/eps/1431113378_624853.html (01/10/17)

[9] https://www.datosmacro.com/paro/espana (01/10/17)

[10] https://www.theguardian.com/cities/2017/aug/04/tourism-kills-neighbourhoods-save-city-break (01/10/17)

[11] http://www.publico.es/politica/atentados-catalunya-espana-tercer-exportador-mundial-armas-arabia-saudi.html (01/10/17)

[12] https://www.nytimes.com/2017/06/19/opinion/saudi-arabia-qatar-isis-terrorism.html?mcubz=1 (01/10/17)

[13] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Gli-Stati-Uniti-non-riconoscono-esito-del-referendum-per-indipendenza-del-Kurdistan-iracheno-deb5b30c-5df3-4959-ac36-2f9bd7bc53b5.html?refresh_ce (01/10/17)

http://www.ara.cat

http://www.lavanguardia.com

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