Mammaimperfetta parla con Amplr

qualità dei contenuti ed etica digitale

Mario Romanelli
Le interviste di Amplr
4 min readSep 6, 2013

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Quale è la tua identità digitale?

Frequento la rete dai primi anni 90 e ho seguito tutte le evoluzioni di questi 20 anni. Ho una laurea in Filosofia, ho lavorato alla Zanfi Editori di Modena dove mi occupavo del coordinamento editoriale di diverse riviste.
Attualmente mi occupo di comunicazione, web e social media per Coop Italia e Coop Nordest, dove coordino il servizio di Comunicazione istituzionale e Web.
Dopo la nascita di Matteo (2004) e Niccolò (2006) ho frequentato l’International School of Prenatal and Perinatal Education (ANEP Italia), percorso di educazione prenatale e perinatale scientificamente basato su elementi di pedagogia, counselling, psicologia e medicina, per poter trattare con competenza i temi che affronto sul blog da 6 anni. Sono giornalista pubblicista.

Come utilizzi la rete?

Mi impongo di staccare. Da quando lo smartphone è entrato nella mia vita, è più complicato. Prima, fino a qualche anno fa, spegnevo il pc prima di cena e lo riaccendevo al mattino al lavoro.
Ora vivo perennemente connessa, perché entrambe le mie attività principali (lavoro e blog) sono legate alla rete, perché sono curiosa, leggermente iperattiva e perché l’aggiornamento nella mia professione è tutto.

Quali contenuti leggi in rete?

Cerco di non farmi invadere dalle notizie anche se, complice Twitter, non mi riesce sempre facile. Il problema non è tanto leggere ma trattenere quello che si legge. E per trattenerlo non va fagocitato ma riflettuto. Ho una serie di siti/blog che leggo per lavoro e che mi servono come aggiornamento quotidiano, qualche blog personale che leggo da anni. Nella mia vita privata, come ormai la maggior parte di noi, “googlo” tutto quello che ignoro, compreso quello che non andrebbe mai “googlato” perché ansiogeno
Ma credo di essere in buona compagnia!

Quale è il tuo rapporto con il mondo dei blogger?

Evito se posso i raduni, perchè per carattere non amo le folle (anche se ne vedo l’utilità), non frequento solo blogger, non ci vado in vacanza. Insomma, come nella vita offline, le relazioni le scelgo in base a corrispondenze non professionali o di “mansione”.
Alcuni/e di loro mi piacciono moltissimo, altri/e per nulla (ma chiunque apra un blog è blogger? Io credo di no).
Le relazioni online sono, nelle dinamiche, speculari a quelle offline. Il “popolo della rete” non esiste. Il web è un luogo antropologico parallelo e perpendicolare alla vita quotidiana. Per cui, online, vale esattamente tutto ciò che vale offline, a cominciare dal senso di responsabilità personale e sociale. Non c’è scollamento con la vita reale: l’uso che si fa del Web e delle reti sociali è il paradigma della consapevolezza con cui si gestiscono le relazioni a pc spento e spesso è anche paradigma del senso di responsabilità su cui si costruisce la propria vita, nulla di diverso.

Blogger o giornalista… Quale profilo deve avere chi vuole occuparsi di scrivere contenuti per l’online?

Nessun profilo particolare. Per me, è fondamentale rispondere a un bisogno. Scrivere bene, scrivere tanto e contenuti originali (che non significa creativi, ma unici, non copiati).
Ci sono blog aggiornati e curati in maniera estremamente professionale, frutto di competenze e studi approfonditi, sui quali si trova più materiale utile che su alcuni portali o testate di settore. La differenza, come sempre, la fa il senso di responsabilità con cui si mettono i contenuti online.
Non è necessario essere giornalisti per farlo con serietà.

In rete ci sono tanti contenuti, tu come riconosci la qualità di ciò che leggi?

La qualità della scrittura è il primo e fondamentale punto di analisi ed è lo step sul quale decido se continuare a leggere o chiudere la pagina. O sai scrivere o non sai scrivere.
Se si tratta di articoli specialistici di ogni genere per me sono discriminanti i riferimenti scientifici/sitografici/bibliografici, tutto quello che àncora l’approfondimento all’utilità e che crea valore aggiunto al lettore.

Quanto è importante per te il livello qualitativo dei tuoi contenuti? Quale peso hanno qualità e quantità nei tuoi contenuti?

E’ tutto. Certamente, come dicevo sopra, la qualità dei contenuti (approfonditi, ben scritti e originali) ma non solo. C’è anche una qualità dell’etica online sulla quale non si può prescindere.
La presenza digitale, il modo in cui si sta sul web (educazione, rispetto, polemica gratuita, insulto selvaggio, tendenza alla provocazione, alla critica “palese o segreta”, al giudizio poco approfondito) contribuisce a creare valore aggiunto o disvalore a quello che hai costruito online, dunque ai tuoi contenuti. L’etica digitale è il punto di partenza del personal branding, esattamente come offline.
Oltre alla qualità (contenutistica ed etica) e alla buona scrittura, il terzo, imprescindibile, fattore, per me, è la l’onestà: mettere online se stessi. In questi anni ho visto tanti blog nascere e morire. Alcuni per noia, altri per aver imbastito rappresentazioni “di plastica”.
La rete è onesta e le finzioni online hanno vita ancor più breve. Perché online ci si frequenta ogni giorno.

Ultima domanda consigliaci qualche amico da intervistare?

Francesca Ballarini — http://www.francescaballarini.it/

Silvia Sacchetti

www.mammaimperfetta.it

Ho 33 34 35 36 37 38 anni, vivo in Emilia e sono laureata in filosofia.Dopo svariate avventure lavorative, sempre comunque nel settore dell’editoria e della comunicazione, sono approdata ad un lavoro che mi entusiasma e mi stimola: scrivo per una rivista e seguo la comunicazione digitale. Sono anche giornalista pubblicista.

Mi piace giocare con le parole scritte, mi entusiasma, mi diverte, mi arricchisce, mi stimola. Quando scrivo mi sento libera da tutta l’emotività e la fragilità che mi appartiene e che spesso mi impedisce di parlare.

continua

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