La salute è quella che conta

REGIONE PUGLIA, Aprile 2005

Ugo Ciracì
Le Storie Brevi
16 min readSep 6, 2020

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Richi Vendola parla piano e impastato. Conosce solo lemmi difficili, perifrasi da capogiro, montagne russe da emicrania che alla fine gli daresti pure ragione anche se non c’hai capito nulla. Basso, senza collo e una faccia come patate ammassate.
Riccardo Vendola è Governatore della Regione Puglia. Votato con sua stessa sorpresa, ha saputo essere all’altezza della situazione.

Alberto e Richi erano già amici, il posto di assessore regionale per la Sanità a chi lo vuoi dare? Ci sono affari di famiglia seri da tutelare. Alberto Tedeschi ha parenti ed amici, perciò la nomina è arrivata anche se nell’aria si sente la muffa di quelli che hanno annusato ovvi conflitti di interessi. E hanno ragione, i figli di Alberto hanno un paio di aziende nel settore, Pharma Hospital e Tecnopharm, producono e distribuiscono pastiglie, dispositivi e presidi medico-chirurgici e altra robaccia del genere.

Riccardo fa cenno alla scorta di andare. Si volta all’indietro con un ghigno e ai suoi tirapiedi dice “Antonio, il mio chauffeur”. Il capo scorta istruisce Antonio Albanese, agente in carico alla guida, perché apra la portiera al comunista. Poi rientra al posto di guida, al suo fianco il capo scorta, dietro Richi Vendola, si parte.

REGIONE PUGLIA, 2005–2007

Alberto Tedeschi già lo conosceva il gioco. Le bandiere di sinistra le ha viste sventolare proprio tutte, da quando i socialisti erano socialisti e le bustarelle venivano smistate senza i postini. Partito Socialista Italiano, Patto per L’Italia, ulivi, gerani, arcobaleni e chi più ne ha, più ne metta.

Il fatto del conflitto di interessi è già corso nei corridoi e nelle aule di tribunale. Qualcosa gli dice che deve sistemare gli affari di casa e liberarsi degli ostacoli familiari. Liberarsene nel senso giusto. Si deve trovare un escamotage valido. Tedeschi inizia a far funzionare le rotelle, fa cedere ai figli le aziende nel settore farmaceutico, sistema pezze a destra e a sinistra, comincia a tessere alibi e nuove reti.

* * *

In Puglia la sanità sta scoppiando. Una innumerevole serie di coincidenze hanno riunito le forze del male in una compiacente unione di intenti: fottersi tutto. Quel Tarantella ha fatto i soldi, ormai la sua maniera è conosciuta oltreoceano, forse troppo conosciuta.

* * *

Alberto sgranocchia e scava, scava e sgranocchia. La Erevan è la clinica giusta, la clinica dei polli giusti. Pazienti quasi sani, raggi, visite, ticket, protesi ortopediche. Coperture finanziarie? Business plan? In culo all’economia aziendale. Mazzette come mattonelle. Mazzette nelle tasche giuste. Mazzette per le fiamme gialle che hanno chiuso gli occhi sulla contabilità e il fisco, mazzette ai medici dissidenti, ingranaggi da lubrificare, qualche tecnico che fa le perizie giuste, come quel Marrazzo, perché una puccia se la meritano proprio tutti.

A Dicembre del 2007 la macchina ha un motore nuovo di zecca. L’accreditamento è sul tavolo firmato, Erevan fornirà protesi e materiale ortopedico in esclusiva a diverse aziende ospedaliere pugliesi.

Ottimo lavoro Alberto, dall’anno prossimo non sarebbe stato più possibile. E ci saremmo persi un bel business.

TERLIZZI (Bari), Novembre 2008

Albanese: “Pronto, Mario? Antonio sono.”
Calmagni: “Certo, ciao Antonio, dove sei?”
Albanese: “Oggi sono di riposo, il governatore viene scarrozzato dall’altro turno.”
Calmagni: “Bene, bene. Allora Antonio, tua sorella la mandiamo in oculistica a Terlizzi. Congratulazioni”
Albanese: “Mo’, benissimo!”
Calmagni: “Con il direttore Marrazzo se non ti disturba ci parli tu”
Albanese: “Si vabbè, di-re-tto-re…Sicuro? Che ci devo dire?”
Calmagni: “digli che sono uno di parola io, ma che non mancano i ricottari, che deve fare attenzione…questa operazione l’abbiamo fatta io e te. La pistola ce l’hai, sai come farla funzionare..
Ha voluto fare il di-re-tto-re, che lo faccia.”
Albanese: “Il fax è già arrivato, tutto regolare…”
Calmagni: “Antonio, premura, che semmai m’arrestano poi…”
Albanese: “Le arance te le vengo a portare io!”
Calmagni: “Ah, ah…Buone cose Anto’”
Albanese: “Ah, senti Mario..”
Calmagni: “Dimmi”
Albanese: “Mi sono permesso di prepararti un pensiero, ma ad Alberto non so proprio cosa ci devo portare…”
Calmagni: “Voti Anto’, quelli ci bastano. E grazie per il pensiero.”
Albanese: “Ahaha…”
Calmagni: “Alla prossima”
Albanese: “Grazie Mario”

PALAZZO MADAMA, Luglio 2009

Alberto è arrivato nel PD e ha fatto carriera sul serio: Senatore della Repubblica.

Qualche mese prima l’atmosfera era diventata più sottile sulla testa dell’onorevole neo-senatore e i raggi UVA hanno iniziato a lasciare qualche scottatura.

Per questo Tedeschi si è premurato di scalare come un maledetto falco la vetta: immunità parlamentare.

Appena in tempo.

TRIBUNALE DI BARI, Febbraio 2009

Il bell’uomo Gianpaolo “Gianpi” Tarantella ha fatto girare le femmine. Un uomo di successo, non c’è che dire, sa il fatto suo. La sua Innova Hospital era una chicca. Una piccola impresa dedita alla qualunque: fatture gonfiate, fiere e convegni, la bella vita. Nel tempo libero ricopriva il ruolo di fornitore di attrezzature e protesi ortopediche.
Bisognava pure tirare avanti in qualche modo.

Il pm Desiré Digerolami si rivolge a Tarantella, tirato in ballo come uomo informato sui fatti: “…, quindi signor Tarantella, quali sono o sono stati i suoi rapporti con il Tedeschi? Noi abbiamo prove che lei e Tedeschi avete spesso intrattenuto discussioni.. diciamo.. commerciali. Può entrare meglio nel merito dei vostri rapporti?”

Gianpaolo è seduto sulla sua sedia e si sente puzzare le mutandine, microfono puntato come un cannone alla bocca asciutta dal sale, sa che a sparare fuoco però sono le sue parole. Sa che quello che racconta lo può rimettere nei casini, seriamente. Tarantella non balla più, Tarantella è già fottuto, questo pensa Gianpi, ma non si toglie la maschera da spavaldo e comincia male. Accuse pesanti come il piombo e veloci come un jumbo-jet hanno già viaggiato a suo carico su altri binari del Tribunale di Bari e il viso candido di Desiré l’aveva visto apparire da qualche parte in questi corridoi.

Il donnaiolo guarda ammiccante il pm: “io e il senatore Tedeschi abbiamo solo un rapporto di amicizia. Lui lavora nel mio settore, capita di parlare di lavoro tra amici. Non crede?”

La superbia che lo assale gli fa dimenticare del giro di prostituzione in cui si è andato a ficcare. Questa è l’accusa, induzione alla prostituzione. Vuoi sapere come funziona? Metti che ti serve un favore — diciamo — da parte di un politico — non so — un assessore, un consigliere comunale, un lacchè di qualcuno importante o il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.
Ora seguimi, due sono le cose: estorci la richiesta e ti sporchi le mani oppure fai in modo che il creditore diventi un felice ma fragile debitore ricattabile. Potresti anche fare le cose onestamente, ma la vita è corta e va vissuta e Tarantella non è un fesso.
La politica è degli uomini e questo lui lo sa molto bene. È uomo anche lui. Un cacciatore che di passere ne ha catturate tante e ora mette a frutto l’esperienza. La maggior parte di quei politici sono omucoli, gente da niente. Farsi una bella fica li appaga. Sono uccelli in cerca di passere, gonfiano il petto dentro corazze di cartone.
E sai questo che significa? Non serve estorcere nulla. Io cerco una bella figliuola a te, tu mi ricambi con un favorino: un appalto truccato, un qualche incarico pubblico agli amici, una concessione…

Le adescatrici sono volontarie ragazze immagine, modelle e semplici accompagnatrici. Gettone di presenza, avvenenza e compiacenza. Se poi scappa un lavoretto sotto al tavolo o il servizio completo in camera, a Tarantella non importa quasi nulla, gli extra non vanno sul suo conto. Certo, quasi nulla. Eh sì, perché avere sventole che fanno resuscitare vecchi cadaveri è un bel biglietto da visita nell’ambiente. E quando le signorine costano troppo? Lo zio Gianpi aiuta qualche ragazza madre o disoccupata a mettersi in pari coi debiti…insomma, la carne non manca mai.

Gianpi ha investito tanto in questa attività. Tra feste di lusso, paghette e trasferte per le ragazze, vestitini e alloggi, le cento euro se ne vanno come lenticchie al peggio giro di pocker la notte di capodanno a casa dei miei nonni. In procura a questa organizzazione hanno dato un nome: sistema Tarantella.

Direzione Distrettuale Antimafia di Bari: ecco da dove viene Digerolami. Ha messo in gabbia l’intero clan Stricaglio interrompendo estorsione, traffico di droga, rapine, una grossa guerra di mafia garganica e pure diverse ore di sonno al giorno. Desiré ha studiato giurisprudenza e quando era piccola, se si giocava a guardie e ladri, lei interpretava la parte del giudice.

Dopo quattro ore e quarantacinque minuti di interrogatorio, incrociando i dati delle inchieste in corso e basandosi sulle prove e sulle testimonianze, il pm della DDA di Bari Desiré Digerolami ha strizzato per bene Gianpaolo Tarantella — il re dei festini — che ora collabora sul serio se non vuole che sul curriculum si aggiungano diverse voci nella sezione “fedina penale”.

Tarantella e Tedeschi giocano due partite diverse sullo stesso campo. La pallina è una sola, la buca lontana. Data la sua posizione, Alberto si gioca il condor ed è sempre tre passi avanti, Tarantella spera almeno nel par e purtroppo di mezzo ci sono parecchi ostacoli d’acqua, pozze putride di corruzione. Stare in politica aiuta.
Le relazioni contano e per vendere endoprotesi non basta la qualità. Anzi, puoi ficcartela dove vuoi la qualità. Ci vogliono conoscenze e i collegamenti giusti li trovi nei partiti.
Tarantella ha svoltato con la storia delle veline e tra una una bionda e una mora s’è fatto strada con colpi secchi e lunghi sfoderando dal sacco il suo migliore sand wedge. E quando è arrivato vicino alla buca: «stan-ghe-te», putter Odyssey da 36 pollici manda dritta la palla in buca. Sì, bel colpo, ma non basta.

Fuor di metafora, Tarantella è la puttana della politica ma i suoi affari sono giustificati da handicappati e claudicanti. Le sue bambine hanno lustrato con la lingua ogni singolo incarico pubblico: assistenti sanitari, assessori alla sanità, primari, medici generici, ospedali, ASL e via dicendo. Il trucco della passera ha funzionato così bene che i ricatti sono facili e rendono favori a chiunque. Anche ad Alberto “Capo della Malasanità” Tedeschi.

* * *

Il giorno dopo il mago dello spoil system Tedeschi e Gianpi Tarantella si incontrano in aula di tribunale. Alberto vede Gianpaolo con l’espressione di uno a cui un piccione ha appena cacato una sleppa maleodorante sulla faccia. Si avvicina in confidenza e gli fa: “bell’uomo come stai?”.
Gianpaolo risponde: “e come vuoi che stia? Il perito dell’accusa ha accertato che le protesi adoperate erano difettate e non omologate su almeno 32 pazienti. Un’altra partita da trecentocinquantamila euro buttata nel cesso e un paio di anni in più. Le cose con il Presidente si stanno mettendo male, Albè. Quelle troie stanno cominciando a cantare. Vai a fare un favore a un politico e vedi come ti ritrovi.”
Il senatore lo guarda e meschino replica: “Così mi ferisci amico mio. Non ci pensare alla galera. Sei un bel giovane, in forma. La salute è quella che conta.”

Alberto, Richi, Gianpi: come in tutte le belle storie di malavita, gli eroi sono sempre giudici, ma invisibili se non muoiono. Alcuni sono eroi comunque, ma perdono.

REGIONE PUGLIA, Agosto 2009

Richi è uno erudito comunista incallito. Non fosse che la vita ruota sempre nel verso sbagliato, poteva pure crederci sinceramente nel comunismo. Gli piace il bastone e intorno a lui ha creato una girandola di vento arcobaleno che ha profumato la sua carriera politica di progressismo riformatore e innovatore. Già presidente di qualche Arcigay, l’apparenza da intellettuale effeminato con il piercing non gli toglie l’efferatezza di una iena. Sa come fare a pezzi una preda. Soprattutto se si tratta del pm Desiré Digerolami che sta indagando su nomine manovrate e appalti truccati a suo carico. Riccardo Vendola, per molti segretamente soprannominato richi-o’ricchion’, ha le sue conoscenze anche nella magistratura.

BARI, Febbraio 2010

Desiré se ne sta nella sua camera distesa sul letto, gambe lisce, viso di una donna stanca ma bella. I suoi occhi rilucono di intelligenza e forza, le gote si appendono alla consapevolezza che la giustizia è una barbarie per chi la persevera.
Suonano alla porta. Il pm raccoglie le sue carte, si alza dal letto e le ripone sulla scrivania in punta di piedi. Tira su gli occhiali discesi a valle e infila le babbucce.

Sulla pavimento scivola dalla soglia una lettera non imbustata e senza mittente:

Uniti al dolore per la perdita della cara Desiré.

Stordita e spaventata, ma senza esitazione apre la porta: il cuore sbuffa come una locomotiva a vapore impazzita, ansima come se fosse in corsa a tutta velocità su un binario morto.

Sul pavimento del pianerottolo un crisantemo bianco.

* * *

Il pm della DDA di Bari Digerolami fa paura alla mafia garganica, per questo — d’urgenza — le è stata assegnata una scorta doppia.

ANSA, Febbraio 2011

Arrestato componente scorta Vendola
Chiesto il carcere per Tedeschi, ex assessore regionale

BARI — Stamane, sono stati eseguiti diversi arresti nell’ambito di una delle inchieste sulla gestione della malasanità in Puglia.
E’ stata emessa una richiesta d’arresto in carcere nei confronti del senatore del Pd, Alberto Tedeschi, ex assessore regionale alla Sanità della Puglia. Oltre al senatore, la magistratura barese ha richiesto l’arresto del suo primo collaboratore Mario Calmagni e i domiciliari per Antonio Albanese, capo scorta del Presidente della Regione Puglia, Richi Vendola.

PALAZZO MADAMA, Aprile 2011

“Chìne de sive!”, tra i denti di Alberto Tedeschi stridono parole come pneumatici in frenata sull’asfalto asciutto. Si è già dimesso dal partito, gruppo misto, ex PD, porcate varie. Bisogna almeno salvare la faccia del partito è stata la preoccupazione dei colleghi di fronte alla pressione della stampa nazionale.
Tedeschi può contare solo sull’immunità parlamentare. Si sa, nulla è gratuito. Sono questi i momenti in cui speri di aver unto bene ogni maledetta ruota dentata del meccanismo. Quando sei Senatore della Repubblica non ti possono arrestare ebbasta.
Si riunisce una Giunta per l’Immunità che vota per il tuo destino.
Lo sa bene Alberto che queste sono occasioni per mettere in ordine i partiti in base a chi ce l’ha più lungo. Votare a favore o contro il suo arresto non è solo affar suo, purtroppo. In questo caso i favori conteranno, forse, per i suoi più stretti commensali ma per gli altri sarà andare al fiume in cerca del pesce più grosso e senza rischi.
La richiesta d’arresto avviene per opera della magistratura, a quel punto, un amico del PdL (sì, proprio il nemico acclamato) vota per bocciare la richiesta.
Si sudano le camicie, le dita lasciano il lercio sul telecomando, il telefono scotta, le notizie si fumano compulsivamente come le Muratti. Un pacchetto è andato…”mocc’alla salut’”.

I leghisti si sono astenuti, devono rompere il cazzo alla maggioranza della quale fanno parte, inviano un messaggio a mister B. Presidente del Consiglio, ma non colpiscono nel segno. Il partito dominante riesce a salvare Alberto “Capo della Malasanità” Tedeschi, esponente del PD. Ovviamente la sinistra ha votato per il suo arresto.

Prima camera fatta.

PALAZZO MADAMA, Luglio 2011

E una volta stabilito che la questione si doveva risolvere a porte chiuse…voto segreto, così la destra può aiutare la sinistra ma senza sputtanarsi. Anche stavolta andata.

La seconda camera ha fatto il proprio lavoro. Alberto Tedeschi è salvo.

TRIBUNALE DI BARI, Ottobre 2012

Nel frattempo in tribunale c’è finito anche Richi. Il vizio di oleare solo alcuni ingranaggi alla fine fa saltare sempre qualcosa quando l’olio non è abbastanza. Così, un dirigente della ASL di Bari, tale Leo Costantino, rimosso dall’incarico, si prende la briga di andare a raccontare alle autorità riguardo una certa nomina di un primario al San Paolo di Bari, contestandone l’abuso d’ufficio. I pm del caso non sembrano fare nessuno sconto e scarabocchiano un rinvio a giudizio e una condanna a 20 mesi di reclusione, niente di strano. Lasciamo stare le pellicole di galeotti, fame di sesso e saponette scivolose nei tombini delle docce del carcere, non sono queste le immagini a cui pensa richi-o’ricchion’ in questo momento, ma la gattabuia fa ribrezzo. Alberto Tedeschi ha capito tutto. Quando sei in parlamento queste magagne le puoi risolvere con le armi pesanti, ma quando non hai l’immunità, sono cazzi e non sono piacevoli sempre neanche per Richi.

Vendola è uno col pelo sullo stomaco, non si lascia intimidire. Avvocati e scartoffie portano a scegliere la via del rito abbreviato. Metti il caso e la fortuna gira?

E la fortuna gira davvero. Il gup incaricato è Susanna Gentile, una vecchia amica di Mariagrazia Vendola, neanche a dirlo. Sì, “Ma-ria-gra-zia-ve-ndo-la”, proprio la sorella di Richi. E Susanna non se la sente proprio di fare la crumira. E poi.. muovere passi indietro, imbrogliare le relazioni. Anzi, in questi casi, meglio volare bassi. Ci vogliono anni per diventare giudici. Ha fatto tanta strada, da Torino a Bari con una gavetta infinita e faticosa alle spalle. Non è uno scherzo restare a galla, non vale la pena mettersi a fare il Don Chisciotte.

* * *

Sarà il nervoso, saranno i problemi ma a Richi non tira proprio. L’uomo nel suo letto ci prova, si avvinghia alle sue spalle nudo e caldo, gli afferra il mento e tenta un affondo con la lingua, ma il comunista si scazza e gli molla una mano in faccia: “mo’ Carme’, vatt’e’cucc’”.

* * *

L’aria fredda dell’autunno inoltrato. L’aria salata impasta le labbra mentre i pescherecci attraccati vendono pesce fresco sui moli.
Il caro Richi Vendola cammina fiero sul lungomare di Bari, fa scintillare il suo piercing sotto il sole cocente del capoluogo con un sorriso da un lobo all’altro e un assoluzione piena, perché il fatto non sussiste, che te lo racconto a fare.
“Carme’, stanotte si festeggia”

TRIBUNALE DI BARI, Febbraio 2012

Il pm Desiré Digerolami attende e freme, svalvola. Fa pressioni. Il Tribunale del Riesame si muove. Desiré scalpita e legge i giornali. Non si fa che sparlare del caso, le voci, gli amici del pm. Faldoni, taglia carte, migliaia di pagine, kilometri di operazioni bancarie, grafite ed evidenziatore. Notti trascorse ad intrecciare conti, indovinare relazioni, provarle, cercare indizi, interrogare bugiardi.

Quando Desiré si occupava di ragazzi kamikaze, bastardelli pagati dalla malavita per ricevere ogni tipo di comando, aveva meno problemi. Le minacce di morte le provocavano brividi lunghi e istantanei, ma in fondo quei ragazzini gli facevano pena. Quella malavita era organizzata alla vecchia maniera. I resti della camorra barese poco organizzati e attaccati alla pagnotta più che agli affari. Sottocapi e capi operavano coi ferri e non con le operazioni bancarie.

* * *

Altro attacco alla libertà dell’uomo d’onore. Altro giro di voti, altra gara a chi piscia più lontano. Altri scontri interni. Alberto Tedeschi scatena l’inferno in Parlamento, ma non è rock’n roll e non siamo allo stadio San Nicola.

Alberto sta perdendo la pazienza e non le speranze. I suoi avvocati non aspettano gli amici degli amici. Iniziano a contare al contrario le date di prescrizione. Mettono in fila le date, le leggi, le scadenze, i vizi di forma, le strategie di trascinamento e cominciano a segnare le spunte.

Anche questa volta deputati e senatori si sono comportati bene. A parte quei fanatici del ex-giudice Pietrodì, quello che ha mandato a puttane il miglior partito d’Italia, il Partito Socialista Italiano. Un partito a cui il senatore Alberto Tedeschi deve tutto quello che ha imparato.

Tedeschi è prossimo al fine mandato, non c’è proprio tempo da perdere con i giochetti.

PROCURA DI BARI, Novembre 2013

L’intera Procura di Bari ha inviato a Palazzo dei Marescialli una sciabolata nei confronti del pm Desiré. Le mani lunghe della magistratura barese hanno iniziato a minare l’argilla sulla quale la giudice Digerolami stava camminando. Serpi. Serpi velenose. L’attacco al sistema sanità andava pure bene fino a un certo punto. Fino a un certo punto.

Richi ha capito che Tedeschi è troppo impegnato con sé stesso per occuparsi della faccenda. Il vantaggio di essere creditori affidabili è quello di poter scambiare il debito con un favore. Riccardo Vendola fa infuocare i corridoi della Procura di Bari, raccoglie consensi. Fino all’ultimo magistrato.

PROCURA DI BARI, Marzo 2013

Non c’è aria negli uffici. Quando gira scirocco da queste parti la brezza non aiuta e marzo con i suoi clamori non sembrano avere effetto.
Associazione a delinquere, concussione, corruzione, falso e turbativa d’asta.
Quell’ordinanza d’arresto ha riposato abbastanza. La Procura di Bari aveva tentato il colpaccio diverse volte, ma a Palazzo Madama avevano fatto il catenaccio. Due volte.

Desiré questa mattina è in gran forma. I giornali tuonano l’arresto ai domiciliari di Alberto “Capo della Malasanità” Tedeschi.

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, Marzo 2013

On. Desirè Digerolami,

Desideriamo convocarla per informarla dei dettagli relativi al suo trasferimento presso la Procura di Roma. A seguito delle segnalazioni ricevute in merito alle sue frequentazioni e relazioni personali di amicizia, abbiamo riscontrato possibili anomalie sulla compatibilità della sua posizione rispetto alle indagini nell’ambito dell’inchiesta nel settore della sanità pubblica della Regione Puglia. Sicuri della sua indiscutibile e provata serietà e altrettanto certi della sua comprensione…

Cordialmente.

Lettera inviata il giorno stesso al pm della DDA di Bari. La giustizia sa essere efficiente quando è necessario. Il procedimento di “incompatibilità ambientale” a scapito di Desiré è stato istruito e firmato da diversi colleghi i quali hanno saputo descrivere con minuzia amicizie e relazioni che mostrano chiaramente che l’azione di indagine da lei concepita è viziata da una precisa volontà politica di infangare il nome di Riccardo Vendola, Presidente della Regione Puglia.

* * *

Il postino recapita il biglietto il giorno dopo. Desiré riceve la lettera. Sta per uscire, gli agenti della scorta si preparano, ma non ci sono proiettili in grado di nuocere quanto la politica. Il portiere ha già avvertito gli agenti della busta ricevuta nel portalettere. Come da procedure di sicurezza, la busta è stata ritirata e verificata prima della consegna al pm. Nessun pericolo. Sissignore: nessun pericolo.

In piedi nell’atrio del suo condominio Desiré incrocia gli occhi della scorta e saluta cordialmente. Apre la lettera. Le pupille si muovono lentamente zigo-zago. Da come roteano sembra che stia rileggendo due volte. Chiude la lettera, sbottona la borsetta, piega in due il foglio e lo spiana con la punta delle dita frusciando la carta lentamente sotto le unghie. Fissa un punto lontano sconosciuto, pensa Fumus persecutionis e rivolgendosi all’ignaro piantone sussurra: “ma stiamo scherzando?”.

Anche questa volta non se l’aspettava, un vuoto ingombra il petto di silenzio.
Le immagini acquerello fuori dai suoi occhiali riprendono il fuoco.

TRIBUNALE DI BARI, Agosto 2013

Alberto e Richi si avviano verso il tribunale come persone informate sui fatti. Sono chiamati in causa per l’imputato Gianpaolo Tarantella. Saranno interrogati per conoscere quali erano le relazioni tra la Erevan e Innova Hospital tramite alcune aziende di fornitura terziaria accreditate dall’epoca assessore alla sanità Alberto Tedeschi.

Alberto è stato da pochi giorni prosciolto da tutte le accuse. E’ fresco come un bambino. Il culo gli profuma di borotalco e le prescrizioni sono la migliore invenzione della Terza Repubblica. Solo illustri della Democrazia Cristiana della Prima Repubblica avevano osato tanto. Mister B., il Presidente del Consiglio certo aveva sdoganato il concetto. Ora la prescrizione è alla portata di chiunque.

Gianpaolo Tarantini è provato come una scamorza stagionata da troppo tempo. Richi gli ammolla una pacca sulla spalla, ma l’istinto di Gianpi con Vendola è sempre quello di scansarsi. Retaggio culturale d’un tempo.

Desiré Digerolami è passata a svuotare la scrivania. Il pm della DDA di Bari ha chiesto il trasferimento in altra sede e si è astenuta da qualsiasi altra attività di indagine legata all’inchiesta di malasanità pugliese.

In un momento preciso quattro sguardi si incrociano come lame affilate sul gradino di ingresso del Tribunale di Bari. La bandiera azzurro-stellata e il tricolore si agitano inutilmente.

Richi e Desiré, Desiré e Richi. Si sente rumore di spade, acciaio rovente. Gli sguardi non si mollano. La sigaretta arrogante del comunista penzola dalle labbra. Si ferma il tempo, vuoto quantistico e tacchi di donna puntellati sullo scalone marmoreo.

Alberto si avvicina scanzonato a Riccardo: “lascia stare, pensa alla salute”. Gianpaolo ne intercetta il labiale, la fronte gocciola, pensa alle endoprotesi, salute un cazzo.

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Ugo Ciracì
Le Storie Brevi

“Once you figure this out, young Bill, you will be well on your way toward understanding the Three Ways” From: Kim, Gene. “The Phoenix Project“