Il tampone negativo
Breve atto unico apocrifo di Achille Campanile (*)
La scena rappresenta un bar al chiuso, un tavolo al quale sono seduti l’Uomo e la Donna, di fianco il Cameriere prende le ordinazioni e verifica i green pass.
Cameriere: — Spero abbia fatto il tampone, signore. Ha avuto un verdetto favorevole o sfavorevole?
Uomo: — Positivo.
Cameriere: — È positivo?
Uomo: — Ma no, cosa dice? Sono negativo.
Cameriere: — No, veramente mi scusi, ma lei ha detto positivo.
Uomo: — Intendevo “positivo” nel senso di favorevole. Ho il tampone negativo. Non le sembra positivo che io abbia un tampone negativo?
Cameriere: — Certamente, certamente mi scusi, no perché io credevo che il positivo si riferisse al tampone!
Uomo: — No! Si riferiva al verdetto, vuole che un tipo come me vada nei locali col tampone positivo? Io ho il tampone negativo.
Cameriere: — È positivo.
Uomo: — È negativo.
Cameriere: — Guardi ho capito eh! io ho scritto negativo
Uomo: — No, no lei ha scritto positivo, ho sentito con le mie orecchie.
Cameriere: — No guardi, io ho detto positivo, è vero, ma ho scritto negativo.
Uomo: — Perché ha detto positivo se scriveva negativo, scusi….
Cameriere: — Perché riconoscevo più che positivo che una persona come lei abbia un tampone negativo e non un tampone positivo.
Donna: — Ma per favore, mi fate girar la testa…
Uomo: — No, no, scusa cara permetti, io voglio andare in fondo a questa faccenda, perché nessuno deve prendermi in giro. E se io avessi avuto il tampone positivo e lei avesse scritto positivo, avrebbe detto negativo?
Cameriere: — Che c’entra, positivo nel suo caso significava negativo, mentre negativo in nessun caso può significare positivo.
Uomo: — Perché, un tampone positivo secondo lei non è un fatto negativo?
Cameriere: — Vede, c’è il tampone negativo e il tampone falso positivo, che però non è il nostro caso, perché stiamo parlando di un tampone negativo.
Uomo: — Dunque niente falsi positivi!
Cameriere: — Un falso positivo comunque non è un esito negativo.
Uomo: — E un falso negativo?
Cameriere: — Un falso negativo è un positivo, cioè non esiste un falso negativo che sia un fatto positivo.
Uomo: — Ha ragione, oggigiorno non c’è da fidarsi nemmeno del tampone negativo.
Donna: — Io poi vorrei sapere come fa a dire positivo mentre scrive negativo.
Cameriere: — È una questione di abitudine signora, vede, in un locale come il nostro, è tanta l’abitudine di avere tamponi negativi, che la mano scrive automaticamente la parola.
Uomo: — Positivo.
Cameriere: — No, la parola negativo.
Uomo: — Ho capito, ho capito, dico che è positivo che scriva negativo, anche se dice positivo, ma mi dica, se io ho il tampone positivo lei scrive positivo?
Cameriere: — Positivo.
Uomo: — E se ho il tampone negativo lei scrive negativo.
Cameriere: — Positivo.
Uomo: — Ma insomma lei scrive sempre positivo?
Cameriere: — Ma no, no, dicevo “positivo” per dire “affermativo”, certo che scrivo negativo.
Uomo: — Allora, lei scrive sempre negativo, sia che dica negativo sia che dica positivo, e dice sempre positivo sia che scriva positivo sia che scriva negativo
Cameriere: — Senta guardi, io non lo so… io ci penserò e glielo scriverò, va bene! E la signora, tampone negativo?
Donna: — Positivo…
Cameriere: — Bene, tampone negativo.
Donna: — Ho detto positivo.
Cameriere: — Ahi! Mi scusi signora, io credevo che intendesse come il signore, esito positivo cioè tampone negativo.
Donna: — Ma niente affatto, questo vostro positivo è insufficiente, perché in questo caso avrei detto positivo, negativo.
Cameriere: — Come ha detto scusi?
Donna: — E già, perché lei non ha detto del verdetto ma del tampone, quindi il mio positivo non confermava ma rettificava, mentre nel caso del signore non rettificava ma confermava; insomma nel caso del signore indicava una qualità psicologica e non microbiologica.
Cameriere: — Ma cara signora, come potevo immaginare che il suo positivo era diverso da quello del signore.
Donna: — Attenendosi alla lettera, positivo significa positivo e basta.
Cameriere: — Appunto, può significare tanto tampone positivo, quanto tampone negativo. E peraltro se ha un tampone positivo non dovrebbe nemmeno essere qui!
Donna: — Ma per niente affatto, il mio positivo significa soltanto tampone positivo. E non positivo, tampone negativo. E abbassi i toni, altrimenti reclamo con il proprietario e la faccio licenziare.
Cameriere: — Eh! Ma signora la prego, ho famiglia io sa! Ho anche un figlio… sa, due anni di DAD…
Uomo: — È triste?
Cameriere: — È positivo!
Uomo: — È in quarantena?
Cameriere: — Scusi ma perché dovrebbe stare in quarantena se è sano come un pesce!
Uomo: — Ha detto che è positivo.
Cameriere: — No, ha uno stato d’animo positivo, no perché scusi non le sembra positivo che non si sia triste?
Uomo: — Certo, certo, è positivo.
Cameriere: — Ma le dico che è negativo!
Uomo: — Ho capito, del resto non mi vorrà dire che un figlio triste è negativo. Passerà anche per lui…
Cameriere: — Senta guardi, comunque mio figlio è positivo, va bene? E non mi piace che si dica che è triste.
Uomo: — È positivo!
Cameriere: — Ma vede che vuole provocarmi, scusi le dico che è negativo!
Uomo: — Ho capito!
Cameriere: — Ma allora perché dice che è positivo?
Uomo: — Perché è positivo che non si deprima anche dopo due anni così, eh! La capisco sa? Anch’io ho un figlio.
Cameriere: — Triste?
Uomo: — Positivo
Cameriere: — Oh! E allora anche lei pretenderà che lo si dica positivo e non triste.
Uomo: — Ma se le dico che è triste.
Cameriere: — Mi scusi, mi scusi, ma io credevo che intendesse come me, positivo che non è triste.
Uomo: — Purtroppo no, intendevo che in tutto questo bailamme si è intristito, ma il mio più grande desiderio è di vederlo di nuovo sorridere.
Cameriere: — È positivo!
Uomo: — No è triste.
Cameriere: — Ho capito! Dico che è positivo il suo desiderio di vederlo riconquistare il buon umore.
Uomo: — Se è triste non è positivo, se è positivo non è triste.
Cameriere: — Chi?
Uomo: — Il figlio, non può essere nello stesso tempo triste e positivo.
Cameriere: — Ma no, io intendevo il desiderio che può essere contemporaneamente positivo e triste, ma non solo è positivo che sia triste, ma è triste che sia negativo.
Uomo: — Ma mio figlio è soltanto un po’ abbattuto per questo periodo infame e per la stoltezza di un ministro della pubblica istruzione che gli ha rovinato l’esistenza… poveri innocenti ragazzi… povero figlio mio!
Cameriere: — Ed è negativo?
Uomo: — Chi?
Cameriere: — Suo figlio!
Uomo: — Positivo.
Cameriere: — È positivo che sia negativo? O è positivo che sia triste? O è negativo perché si intristisce?
Uomo: — Come?
Cameriere: — Voglio dire, suo figlio è positivo e negativo, è triste e negativo, o è triste e positivo?
Uomo: — No! No! Mio figlio è positivo e ha il tampone triste!
(Sipario)