I Perché nella gestione della conoscenza, strategia e tattica

Giorgio Borgonovo
Learning Diaries
Published in
3 min readJan 21, 2019
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Pensa al lavoro che fai quotidianamente. Ogni giorno impari moltissimo, ma tutto resta solo nella tua testa anziché diventare patrimonio dell’azienda. Sistematizzare la conoscenza che la tua organizzazione acquisisce e sviluppa ogni giorno significa far sì che al suo interno ne possano beneficiare tutti per creare da essa nuovo valore.

Può consentirti, ad esempio, di migliorare prodotti e servizi senza dover tutte le volte reinventare la ruota, costruendo su ciò che è già stato fatto. O di far circolare nuove idee, di farsi contaminare e creare nuove connessioni tra pensieri.

Se l’età media dei collaboratori è piuttosto elevata il fatto di trovare un modo per rendere esplicita non solo la loro esperienza, ma anche quella dei giovani ha un duplice vantaggio. Da una parte ti permette di far decollare più velocemente quelli che hanno meno esperienza -pensiamo ad esempio ai nuovi arrivati- dall’altra di tenere aggiornato “chi è più saggio” con le novità che può portare “chi ha più entusiasmo”. E così tutti possono sentirsi parte di un’organizzazione che sa valorizzarli creando senso di appartenenza.

Quando cominci un progetto che ha la finalità di condividere conoscenza devi innanzitutto capire la cultura dell’azienda (non quella desiderata, quella reale!) e fare in modo che sia aperta alla condivisione e al dialogo.

Nel frattempo però devi anche chiederti quale risultato vuoi ottenere.

A chi sarà utile la conoscenza raccolta? Per quali finalità vuoi che sia utilizzata? Pensa ad esempio al Customer Relationship Management o alle comunità di pratica. Chi all’interno dell’azienda ne può trarre maggior beneficio e cosa potrà fare con le nuove informazioni a sua disposizione?

Ma soprattutto quando ne ha bisogno? Mentre progetti il sistema devi cercare di capire quando e dove l’utilizzatore può sentire la necessità di avere accesso alle informazioni, in modo che siano immediatamente disponibile.

Pensa se uno scrittore, mentre si trova a scrivere un pezzo, avesse la necessità di trovare il sinonimo di una parola e dovesse alzarsi ogni volta dalla sua scrivania e andare in biblioteca per consultare il dizionario dei sinonimi. O sarà molto poco produttivo o, io credo, dopo un po’ rinuncerà a trovare sinonimi impoverendo il suo lavoro.

Se da una parte è importante pensare a chi deve “fare buon uso” della conoscenza, dall’altra è necessario capire quali sono le fonti di questa conoscenza. E non pensare solo a libri e siti web, tanto per fare un esempio, ma soprattutto alle persone: la loro esperienza è la vera ricchezza di un’azienda, è il valore che nessun altro al mondo ha!

Se conosci le “sorgenti”, puoi cercare di capire “cosa” si sa e come puoi raccoglierlo, catalogarlo e renderlo disponibile in maniera efficace perché sia possibile usufruirne utilmente.

In questo modo puoi anche capire cosa è più urgente capitalizzare e cosa può portare più valore al tuo business. L’importanza di certe informazioni può essere, in un certo senso, “volatile”: possono sparire o cambiare velocemente e il loro valore dipendere dal tempismo con cui sono utilizzate.

Ad esempio il sapere l’andamento delle vendite in un determinato periodo può farti prendere delle decisioni in tempo reale per aumentarle. Oppure, se hai persone prossime alla pensione in che modo pensi di far tesoro della loro esperienza?

Non mi serve sapere che ieri ha piovuto per decidere se devo prendere l’ombrello oggi.

Scritto, con cura, da Giorgio Borgonovo su Euristika!

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Giorgio Borgonovo
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Non importa quanto sia difficile il compito, ma quanto mi diverto a portarlo a termine.