L’uomo innova perchè vuole fare “LA BELLA VITA!” (Buccia, 9 anni)

Discussioni di ordinaria quotidianità in classe quarta della scuola primaria.

Alessandra Maggi
Learning Diaries
9 min readNov 13, 2018

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A settembre noi insegnanti sentiamo sempre il bisogno di ritrovare i piccini e soprattutto di capire che cosa si ricordano di tutto il lavoro dell’anno precedente. (A giugno ci affanniamo a cercare un libro per i compiti delle vacanze che sia il più accattivante possibile, pur sapendo già in cuor nostro che poco fa nel tenere l’allenamento desto!)

Ammetto di non amare molto le classiche “prove d’ingresso”. Piuttosto, nel riprendere le fila della quotidianità scolastica, mi do da fare per scorgere mattoncini di sapere che sono rimasti cementati dentro i miei alunni.

Così quest’anno, io e i miei alunni, pronti per affrontare l’invenzione della scrittura e la nascita delle prime civiltà, ci siamo trovati a riparlare di paleolitico e neolitico e di quegli uomini che nella preistoria hanno prevalentemente SCOPERTO, accorgendosi solo dopo che per far fronte ai loro bisogni dovevano INVENTARE. Le invenzioni, però, avevano bisogno di continui aggiustamenti e così abbiamo introdotto anche un nuovo termine: INNOVARE. A questo punto il passaggio da fare era proprio facile facile e così, insieme, abbiamo provato a spingerci oltre, tentando di raccontare il paleolitico e il neolitico facendo riferimento solo a tre parole:

  • Scoprire;
  • Inventare;
  • Innovare.

Ecco cosa è successo.

Questo pezzo non ha la pretesa di insegnare nulla a nessuno, semplicemente vuole essere la testimonianza di come i piccini di oggi riconoscono di essere dentro una storia più grande. Vuole essere il racconto di come a scuola si possa riflettere sulla vita dell’uomo preistorico, che forse non è tanto diversa, almeno nella forma del cuore e del desiderio, da quella che viviamo oggi. Quelle che state per leggere sono quindi le parole, messe su carta e un po’ arrangiate nella forma, di piccini di 8–9 anni che, liberamente (cioè anche senza alzare la mano e aspettare che sia il proprio turno di parola!!) intervengono e ragionano e ipotizzano e si ingaggiano e si attivano gli uni con gli altri. A tratti si leggeranno anche i miei commenti, incantati e veri, suscitati da quella discussione, dallo scambio di considerazioni che fanno crescere sempre anche me. Insomma, scoprirete ciò che accade nella maggior parte del tempo nella 4^C della scuola primaria Rodari sulle sponde dell’Adda: la mia classe.

L’uomo SCOPRE quando ha un bisogno e cerca il modo per soddisfarlo.

L’uomo preistorico si lascia guidare dall'istinto e così, casualmente, fa delle scoperte. L’istinto, infatti, spinge l’uomo a soddisfare i suoi bisogni primari nel più breve tempo possibile e proprio in quel momento può succedere che si trovi a scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, in modo del tutto casuale.

I bambini mi fanno notare che l’uomo però, può scoprire qualcosa di nuovo solo quando è sul pezzo, curioso, quando guarda la realtà ed è attento ai dettagli, perché per riconoscere che qualcosa può essergli utile deve utilizzare la ragione. Ad esempio, la scoperta del fuoco è avvenuta casualmente, ma la sua conquista è stata frutto di una scelta coraggiosa. L’essere umano, infatti, d’istinto, come gli animali, la prima volta che ha visto il fuoco si sarà spaventato e per un po’ di tempo forse se ne sarà guardato bene dall'avvicinarsi. La differenza, a questo punto, l’ha fatta la ragione: gli animali hanno continuato a scappare e a temere il fuoco (tutt'oggi è così), l’essere umano ha provato ad avvicinarsi e, “mi brucio oggi e mi brucio anche domani” ha iniziato a conoscere il fuoco e sperimentando nella quotidianità ne ha fatto usi eccezionali che gli hanno certamente cambiato la vita.

Questo passaggio tra istinto e ragione l’ho fatto in modo molto serio e approfondito con i bambini, perché desideravo che capissero, anche dentro la loro quotidianità sociale, che abbiamo una grande fortuna, la ragione, che però è anche una grande responsabilità.

Ma allora, che cosa spinge l’uomo a INVENTARE?

L’uomo preistorico scopriva con l’istinto, ma inventava con la ragione. Inventava e innovava per un BISOGNO VERO. I bambini mi fanno notare che a volte loro inventano perché magari desiderano un gioco, la mamma non glielo compra e loro provano a inventarsi qualcosa per divertirsi.

Ci siamo chiesti allora se sia più forte il desiderio o il bisogno. Ho fatto questa domanda perché lo scorso anno abbiamo iniziato a conoscere e studiare la storia dell’umanità con una domanda: che cosa avrà spinto l’uomo a diventare così come siamo oggi? Che cosa ha mosso la storia fino a oggi? Abbiamo riconosciuto che doveva esserci qualcosa di speciale nell'uomo se era cambiato così tanto da quando era comparso sulla terra a oggi. E la risposta che ci siamo dati è stata: IL CUORE. L’uomo e la donna avevano semplicemente seguito quella promessa che avevano in fondo al cuore, ossia il desiderio di essere felici. Così i piccini hanno discusso tra loro, un po’ combattuti tra la bellezza di dire che prevale il desiderio del cuore e la certezza nel riconoscere che è il bisogno che spinge l’uomo di più. Finché una di loro alza la mano e interviene raccontando un pezzo della sua quotidianità, dicendoci che la sua mamma desidera tantissimo un’auto bella, ma siccome lei ha bisogno di un’auto, si fa andare bene quella che ha, anche se continua a desiderare quella bella.

Mi commuove questo modo di cercare il bello dentro ogni cosa che hanno alcuni bambini che vivono situazioni famigliari non sempre comode e confortevoli, perché sanno stare davanti alla loro realtà e poi la raccontano con una semplicità che non è mai banale e dalla quale dovremmo lasciarci contagiare anche noi grandi, che invece siamo spesso solo abituati a lamentarci e sbuffare se non abbiamo ciò che di più bello desideriamo.

E oggi, che cosa accade?

Gli uomini di oggi fanno ancora delle scoperte, i bambini ne sono certi, anche se pensano che alcune di quelle scoperte siano inutili, perché credono che non ci sia più la necessità di soddisfare dei bisogni, ma solo la voglia di togliersi degli sfizi, come l’automobile che parcheggia da sola, l’orologio che fa da telefono, il telefono che risponde alle tue domande e tra un po’ il frigorifero che fa la spesa da solo (sempre che non ci sia già e noi a Olginate non lo sappiamo!). Faccio notare che questa riflessione non è sempre vera, perché in medicina, ad esempio, si fanno delle grandi scoperte ancora oggi e non sono cose inutili o sfiziose, perché si possono salvare delle vite anche grazie all'innovazione e al continuo progredire della tecnologia. Mi occorre un po’ di tempo e vari esempi per acquietare le loro domande di senso, ma mi interessa che tutto sia chiaro e vero per ciascuno di loro. Su questo pezzo della medicina abbiamo anche fatto un accenno alla SERENDIPITÀ, ossia trovare qualcosa mentre stai cercando altro e così ci siamo detti un paio di parole sulla scoperta della penicillina. (!!)

Perchè l’uomo INNOVA?

La risposta questa volta è accompagnata da una mano alzata e tono certo:

gli uomini cercano sempre di innovare perché vogliono essere i migliori, vogliono fare le cose sempre meglio di altri.

Qualcuno, che si vanta di essere esperto di pubblicità, racconta di aver sentito alla TV che dei produttori di automobili dicono che innovare vuol dire fare le stesse cose, ma meglio. Io dico che l’uomo che innova corre il rischio di avere molto successo e quindi di guadagnare anche molti soldi, ma le smorfie dei bambini mi fanno capire che in questa frase qualcosa non torna: è il termine “rischio”. O meglio, il termine rischio abbinato a una conseguenza bella. I piccini sono abituati a sentire la parola rischio dentro frasi che suonano sempre come morte annunciata: “Se vai avanti così rischi di andare a letto senza cena!” “Vuoi rischiare di romperti la testa camminando su quel muretto?” “Fai i compiti se non vuoi rischiare di prendere un castigo!”, “guarda che stai rischiando troppo!!”. Nella frase che ho pronunciato io, invece, si rischia di guadagnare molti soldi, che, al giorno d’oggi, lo sanno anche i bambini, è tutto, fuorché qualcosa di brutto! E così abbiamo scoperto insieme che alcuni termini della lingua italiana posso assumere diverse sfumature a seconda del contesto in cui si trovano e del messaggio che vogliono veicolare. La domanda è arrivata subito dopo il commento: “Fortunatooo!”. “Ma quindi se uno innova e ha successo, i soldi li guadagna solo lui?”

Non ero pronta.

Non ero pronta a una richiesta così elaborata e così fuori dal mio campo d’azione. Ho fatto quindi un passaggio dicendo che a volte i capi delle aziende non stanno nell'ufficio a fare ricerca e a innovare, ma c’è un lavoro di squadra di chi lavora per quel capo lì che porta l’azienda o il prodotto al successo, eppure capita che i complimenti e la fama facciano solo riferimento ai capi e alla loro faccia! Loro,a sentire queste parole, si “desbatezzavano” (non riuscivano a credere vero quello che stavo dicendo!).

Ora c’è un grosso problema, perché loro adesso vogliono sapere se ci sia qualche capo che dà un premio a chi tra i suoi “operai” scopre o inventa o innova qualcosa che farà guadagnare tanti soldi!!!! AIUTATECI A RISPONDERE!!-

Sì, l’uomo innova perchè vuole fare “LA BELLA VITA”!

La preoccupazione dei bambini si fa sentire anche quando ragionano sulla questione che l’uomo che innova a volte fa delle cose che inquinano l’ambiente o che non rispettano la natura, cioè tutto il bel paesaggio che abbiamo. Sosto su questo e non perdo il passo. Spingo per sapere quale soluzione si potrebbe adottare per non finire in questa situazione. Ci diciamo che l’uomo, ad esempio, potrebbe innovare tenendo presente che vuole anche rispettare la natura. Può chiedere consiglio a chi ne sa più di lui, oppure può informarsi. Ragioniamo allora sull'innovazione che tiene conto anche dei valori personali e in tutto questo chiacchierare e crescere, io guardo quei piccini e un po’ mi si stringe il cuore. Perché vorrei che non cambiassero mai e che quel che oggi sembra a loro così assurdo o così meraviglioso, possa continuare ad esserlo, anche quando saranno grandi e la loro vita sarà più social che vèra. Vorrei che continuassero a essere i miei piccini, così puliti e freschi, così gustosi e innamorati delle cose belle. Vorrei che crescessero con già cementati i valori che ogni giorno rimettiamo in discussione per scoprire che sono davvero quelli che ci fanno diventare grandi. Penso che è vero che l’uomo innova perché vuole fare “la bella vita”, come ha decretato a fine lezione una delle mie alunne, ma penso anche, guardandoli, che, fortunatamente, LA BELLA VITA, è qualcosa che sa ancora di Miracolo.

A fine lezione spengo le luci per guardare meglio sulla lim le mappe che avevano di compito.

Dall’ultima fila di banchi sento la voce inconfondibile di una delle mie piccine che commenta con la sua vicina:

Oggi abbiamo fatto un AFFONDO bellissimo!

Ecco, questo per me è diventare grandi davVèro.

p.s. AFFONDO è una parola che io uso spessissimo con loro, quando voglio che vadano a fondo sulle cose che facciamo. Perché desidero che non si accontentino e che non serva più scoprire, inventare o innovare quando si parla del cuore dell’uomo, del desiderio di vita vèra. Anche oggi.

Scritto, con cura, da Alessandra Maggi su Euristika!

Ricorda che Euristika non è un blog, ma una Comunità di pratica composta da educatori, HR e professionisti del mondo del lavoro. Ci piace mettere a fattor comune le nostre esperienze sul tema dell’innovazione, attraverso articoli, riflessioni e interviste di qualità.

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Alessandra Maggi
Learning Diaries

Maestra per scelta. Appassionata di custodi di bellezza. Mi affascina l’altezza dei piccini, quella giusta per stare in piedi davanti alla vita Vèra.