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Seduto all’ombra della scuola

Pensieri e azioni per ossigenare il polmone dell’educazione

Andrea Mattioli
Learning Diaries
Published in
6 min readAug 29, 2018

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Vi devo confessare che mi è tornata la voglia di andare a scuola; se dovessi parlarne con mia madre mi guarderebbe stupita e andrebbe a rovistare nella sua memoria storica per vedere se la pensavo cosi anche in adolescenza; vedrebbe una sorta di aereo pieno di carburante me parcheggiato in un hangar.

Di seguito ho provato ad ipotizzare le motivazioni che darei a mia madre per convincerla che la mia voglia ha delle fondamenta:

  • ho preso coscienza del tempo perso in adolescenza nel fare ‘nobili’ attività semi-inutili. Guardavo ore e ore di Tv generalista, giocavo ore e ore a basket (anche oltre il limite consentito dalla forza di gravità), mi dedicavo al nulla di nulla con grande passione (litigare con mia sorella maggiore per affermare la mia supremazia fisica era una delle cose che mi allettava di più). Ma studiare o apprendere qualcosa, non si poteva??
    Oggi vorrei pesare con una bilancia speciale i chilogrammi di tempo perso per rimanerne schiacciato
    Non vorrei dare adito a discussioni sul concetto di perdita di tempo; il tempo passato a giocare a basket o ad un videogame potrebbe in senso assoluto non essere “perso”, ma vi assicuro, era tantissimo. Non mi entusiasmano nemmeno i ragazzi che hanno la vita pianificata ogni secondo, mi fanno paura. Come sempre auspico una situazione di equilibrio tra esperienze di ozio ed esperienze in attività costruttive per la nostra consapevolezza sia personale che sociale; io sostengo che il sapere aiuta.
  • oggi dico ogni giorno a mio figlio di seguire le lezioni in classe per avere maggior tempo libero da dedicare alle proprie passioni; mi sono accorto ormai da anni, facilitato dal mio lavoro da HR, che ascoltare con attenzione cambia la vita delle persone; dedicare il tempo in diretta a recepire i nostri interlocutori da la possibilità di non dover poi fantasticare per ricostruire i pezzi che ti sei perso; prendere appunti è un altro lavoro fantastico. Lui a volte mi guarda e fa finta di non capire ( io lo guardo a mia volta e mi rivedo in lui quando facevo la stessa faccia a mia madre, peccato)
  • ti accorgi sempre più che le nozioni non apprese nel momento opportuno ti zavorrano e ti richiedono investimenti considerevoli ed energie abbondanti quando sai che con il passare del tempo ne avrai sempre meno (contate il numero di adulti che spendono soldi e serate per studiare l’inglese)
  • le aziende devono poi aiutare le scuole a formare gli alunni perché la maggior parte dei docenti (e dei piani formativi) non vogliono, non riescono, non possono stare al passo con le evoluzioni di certe materie; oggi da professionista di “qualcosa” voglio dare una mano ai ragazzi nel loro percorso di apprendimento. Le aziende dovrebbero regalare 1 ora a settimana di una persona adatta a parlare con i ragazzi e mandarla nelle scuole a trasferire esperienze e conoscenza. Solo creando un circolo virtuoso aumenteremo le probabilità di avere un maggior numero di persone preparate.
  • ho visto in questi anni docenti che sanno di naftalina (per fortuna ne ho trovati anche alcuni che profumano di lavanda) e che non riescono a trasmettere nemmeno un elettrone ai loro alunni.
  • Oggi abbiamo in Italia circa 8.000.000 alunni e 800.000 docenti (compresi quelli di sostegno), ogni docente ogni anno ha la responsabilità di supportare nella crescita circa 11 alunni; capite quale può essere l’impatto di avere 11 giovani che odorano di naftalina rispetto a 11 ragazzi che profumano di lavanda!? SERVE ENERGIA, PASSIONE, VOGLIA, TEMPO per educare i giovani, mettetevelo in testa!!
  • perché ho una gran voglia di far tornare valore alle nuove generazioni, che oggi hanno accesso a molte informazioni ma spesso non sono contestualizzate ai loro bisogni. Oggi gli adulti accedono a formazione altamente qualificata facendo percorsi formativi costosi o master in scuole pregiate in età avanzata; portare contenuti pregiati nelle scuole, quando la mente si sta formando, sarebbe una delle grandi svolte educative del secolo. Perché nessuno ci insegna alle elementari come migliorare la concentrazione, gestire il tempo, leggere in maniera ottimizzata, usare strumenti che facilitano l’apprendimento?
  • perché una parte dei genitori è indaffarata in altre faccende, spesso lavorative, e dice di non avere il tempo fisico di seguire il supporto educativo dei figli (che piaccia o non piaccia è cosi!!)
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  • perché ho avuto la fortuna di fare qualche lezione a gruppi di ragazzi di 3a, 4a e 5a superiore e ho visto attenzione e partecipazione verso argomenti di loro interesse… ma non ho visto professori presenti in aula, PECCATO. Non posso generalizzare questa situazione perchè è frutto della mia esperienza ma dico che ogni occasione di confronto deve essere colta sia dai ragazzi che dagli insegnanti, altrimenti, le distanze tra loro aumentano.
  • perchè dentro le scuole ci sono le persone che faranno il pane fra qualche anno, chi ci verrà ad installare la caldaia, chi ci venderà l’auto (o gestirà il sito di e-commerce), ci sarà il pilota di astronavi che porterà nostro figlio nello spazio, ci sarà la persona che ci riparerà il chip che avremo nel braccio per sopperire ad un trauma; servono persone consapevoli e preparate e noi dobbiamo dedicare loro del tempo per renderlo possibile. Penso sempre che un mondo migliore è fatto di persone migliori, anche se io non le incontrerò mai.

Fondamentalmente credo nella formazione di qualità, nello scambio di opinioni, nel raccogliere stimoli, nel dibattito intelligente e consapevole partendo nelle scuole primarie e secondarie.

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Non credo si possano pretendere risultati dalla collettività senza dedicare tempo e risorse per far crescere gli altri; non tollero coloro che danno sempre la colpa agli studenti, mi sembra un alibi debole. Uno studente è una persona che necessita di esperienza, deve potersi esprimere, deve sbattere contro il muro, deve rialzarsi; deve fare un percorso e deve essere supportato.

Sono rappresentante di classe da 15 anni e ho un osservatorio privilegiato (non pensate al genitore schierato dalla parte dei figli a prescindere); quando sento professori che parlano solo della mancanza di responsabilità dei ragazzi e mai della loro mi sento come un fagiano impietrito dalla ferma del cane del cacciatore. Gli studenti spesso emulano gli adulti o cercano in loro un punto fermo; se un docente non capisce che la sua apatia, svogliatezza e mancanza di “carisma” può avere l’effetto specchio sui propri studenti, allora Houston abbiamo un problema, SERIO.

Mi piacerebbe aprire una scuola per docenti, per dar loro una nuova occasione di approfondire il mondo della scuola, della società veloce in cui operano e del cambio generazionale che stanno attraversando; penso ad un luogo dove durante l’estate, gruppi di docenti si iscrivono, anche pagando, a percorsi innovativi per comprendere meglio le tecnologie, gli strumenti che utilizzano i ragazzi, il diverso mindset da utilizzare nel digitale e rispolverano tematiche di leadership, empatia, open mind che magari mai hanno affrontato. Noi tutti abbiamo bisogno di loro sempre più e non delle loro ombre rassegnate.

Nel mentre, cerco di dedicare un po’ del mio tempo ai ragazzi nelle scuole e cerco di portare loro un po’ di entusiasmo ed energie per affrontare un futuro fatto di molte occasioni ma di una complessità ancora incalcolabile.

Scritto, con cura, da Andrea Mattioli su Euristika!

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