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Il rantolo degli eBook: Lamenti di arretratezza italiana

franzfume
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4 min readDec 8, 2015

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Riposto un articolo che scrissi nel 2012 perché — purtroppo — ancora attualissimo, sullo stato pietoso della editoria digitale nostrale.

Posto la mia mail spedita a un editore. Riguarda gli ebook, l’editoria e l’incapacità di vedere il mondo.

Spett.le casa editrice XYZ, vi scrivo per una comunicazione in merito al mio ultimo libro da voi acquistato. Decidete voi se classificarla come reclamo o come un semplce mix tra domanda, riflessione e suggerimento.

Ho acquistato su Amazon l’ultimo libro di Camilleri, per leggerlo al mare sul mio Kindle.
Preferisco — da quando possiedo un Kindle — acquistare libri in digitale. Non occupano spazio, ne posso tenere centinaia dentro il lettore, non mi occupano le librerie di casa, non li perdo, non pesano nei traslochi e sono decisamente più amici dell’ambiente.

L’odore della carta non mi manca, almeno non più di quanto — in una gita campestre — mi manchi il puzzo di concime appena distribuito….

Per produrre eBook non viene usata carta, quindi non c’è l’utilizzo abnorme di risorse per produrla. Non devono girare il mondo sui camion per provvedere alla loro distribuzione nelle librerie. Visto che abbiamo la tecnologia per farlo, perché non muovere i bit al posto degli atomi?

Capirete quindi quale sorpresa e sconcerto, si sono manifestati nel vedere che il prezzo in ebook dell’ultimo Montalbano, equivale a quello della copia cartacea. Folle, assurdo e anche stupido….

Perché dobbiamo essere un paese perennemente fermo al giurassico? Capisco l’argomentazione di prammatica, “l’ebook non lo compra nessuno” e allora? Non è una argomentazione seria. Produrre un ebook NON costa niente di più rispetto alla produzione del cartaceo. Si utilizza la medesima tecnologia e i processi produttivi sono gli stessi sino alla fine.

Word processing, impaginazione, revisione e tutto ciò che costituisce la nascita di un libro, sono processi che avvengono *già* in digitale! Per generare l’ebook (più o meno) basta fare “salva col nome nel software di impaginazione. Solo alla fine quindi, i contenuti del libro seguono due strade differenti. Una che impiega molte risorse e l’altra che ne impiega pochissime.

Per la produzione dell’ebook non esiste la tipografia, non esiste la distribuzione “fisica” e (nel caso di Amazon) è Amazon a gestire la distribuzione in digitale e la consegna al device. Con tanto di gestione del DRM anticopia e tutto quello che è collegato. Ora, che questi costi arrivino a pesare sul prezzo finito tanto quanto i processi tipografici, la carta e la distribuzione fisica, è duro da credere.

Posso quindi avanzare la tesi che l’equivalenza del prezzo sia una sorta di tassa sulla modernità, del tutto comprensibile in un paese “arretrato” digitalmente come il nostro. La tassa dovuta comunque al tipografo, al corriere eccetera eccetera, nel tentativo di imporre costose rendite di posizione, ormai antistoriche. Eppure, vi assicuro che è un errore. Prima di tutto, per voi editori.

Senza scomodare Chris Anderson e la teoria della coda lunga (che da editori dovreste conoscere perché vi riguarda da vicino) su internet si potrebbero raggiungere (e in altri paesi si raggiungono già) ottimi risultati di vendita, senza cannibalizzare il mercato del libro cartaceo (che comunque verrà ridimensionato dalla storia, cosi’ come l’LP è stato ridimensionato dal CD prima e dall’MP3 dopo) basta investirci, crederci e avere un pochino (ne basta poco) di coraggio.

Il quadro della nostra editoria (specchio del nostro paese) è invece culturalmente allarmante, non si investe, neppure nella innovazione “low cost” come è l’ebook. Non ci si crede e si tende a penalizzare gli “early adopter” che invece sarebbero da utilizzare come “beta tester” per aprire la strada.

Ma la storia non si ferma. La musica è li a dimostrarlo. Il libro di carta avrà sempre il suo mercato, ma serve avere il coraggio di guardare anche avanti.

Leggerò comunque sul mio Kindle Una lama di luce (La memoria) pagato ben 10 euro. Esattamente quanto la copia stampata. Su amazon.com (negli usa) con 10 dollari (che non sono neppure 10 euro) avrei comprato almeno 2 libri in formato ebook, anche 3.

Avrei potuto non comprarlo questo ebook, certo. Ma poi come avrei fatto a lamentarmene pubblicamente? Continuerò a preferire libri americani. O ovunque scaricati, o liberi da diritti. Sino a che — anche gli editori “nostrali” — non saranno capaci di aprire gli occhi per vedere il mondo attorno a loro.

Pubblicato originariamente su fumelli.it

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Francesco Fumelli: Director & digital Jedi @ ISIA design + Florence (Italy) informatica — design — smartphone — imaging mobile