Coming out: CTRL+Z

Illustrato da Etan Vee

Andrea G. Capanna
Fuori!
3 min readSep 1, 2016

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CTRL+Z di Etan Vee

…un silenzio dopo l’altro, uscii dalle loro vite e mi tramutai in un’idea, in un’immagine verbale che non si produceva in materia concreta. Quel figlio che scrive, quel figlio che torna a casa ogni tanto, quel figlio che cena da solo, quel figlio che sta a Milano, quel figlio che sorride e passa avanti quando lo si presenta agli amici di famiglia, quel figlio che è tutto un mistero, quel figlio che riuniti a cena finisce in un angolo di tavola a giocare col cellulare, perché non ha niente di cui parlare.

Questo è un estratto da un post Facebook di Pierpaolo Mandetta e ha mandato letteralmente in pezzi le certezze sul mio coming out e sul suo effettivo successo. Quel figlio descritto potrei benissimo essere io.

In effetti il mio coming out può essere tranquillamente considerato troppo bello per essere vero. Io che mi dichiaro, mamma chiede perché non me lo hai detto prima, io piango, lei si sente in debito e mi fa una confidenza a sua volta (nella mia famiglia non si parla di sentimenti. Mai. Mai.).

Non volevo metterle fretta e così dico che può prendersi il suo tempo, non c’era bisogno di fare subito annunci in grande stile a parenti e compagnia cantante. Del resto io vivevo già a Bologna da molti anni e non ne sentivo il bisogno, poteva dirlo a chi voleva oppure non farlo. A me interessava solo il suo amore.

Ero convinto di aver fatto la cosa giusta, di aver attutito l’impatto del meteorite e di essermi comportato da bravo figlio, per una volta. E invece avevo da subito ingigantito il problema focalizzandomi sulla mia vita ignorando la sua.

Avevo appena messo mia Madre nell’armadio.

Mamma guarda, lo sanno tutti ormai, non voglio vederti cadere in questa situazione, che tu non dici ma loro sanno e non ti dicono di sapere. Non voglio, non esiste.

Le dicevo dopo aver saputo di alcuni outing innocenti (ma davvero ne esistono?) ma lei non faceva una mossa. Così disabituata a gestire le emozioni che le avevo servito sul piatto d’argento la soluzione più comoda: cristallizzarsi come la mosca nell’ambra.

Perché le parole di Pierpaolo mi hanno scosso solo adesso? Perché l’ho vista, l’ho vista guardarmi da dentro l’armadio e ne sono rimasto atterrito. L’ho vista passeggiare con me e mio Marito e il cane, serena e scherzosa, ma come se non stesse accadendo davvero, convinta che nessuno avrebbe capito, nascosta al sole.

Noi, un punto fisso nella comfort zone dell’universo. Lei la madre che solo al telefono, a distanza, sembra essere rilassata, io il figlio lontano che parla molto di sé ma non dice realmente nulla. Lei che mi vede ingrassato quando sono dimagrito e viceversa, io che le faccio piccoli lavoretti di casa per sentirmi parte della sua vita e cambio le lampadine urlando dentro.

Pranzi, sorrisi, regali e premure fra nuovi estranei.

Quando siamo diventati così disperati?

Dopo anni passati nella convinzione di aver messo le cose a posto, di avere un nucleo familiare solido, adesso mi ritrovo a ricominciare da capo. Non posso più dire it gets better a nessuno, non posso parlare di coming out declinando il tutto come un personale obbiettivo raggiunto. Non potevo nemmeno prima, ma non me ne rendevo conto.

Ho capito solo che fare coming out non basta, pianificarlo per tutelarsi non basta. E’ necessario tutelare anche chi si ama e fornire gli strumenti per uscirne insieme. C’è chi non ti accetterà mai, c’è chi vorrebbe ma non ce la fa e c’è chi è caduto nel centro del maelstrom.

E il tempo non sistema proprio niente.

Quando riveli, ammetti, accetti il tuo orientamento sessuale sei una posizione di forza. Non ti fare ingannare dalle tue stesse lacrime e quando esci chiudi a chiave lo stanzino alle tue spalle. Salva chi puoi salvare, individua prima i deboli. Guida responsabilmente la nave fiero di chi sei ma consapevole della forza del tuo gesto.

Fatti dire solo questo, da uno che ha fatto coming out ma ha fatto troppe cazzate.

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Andrea G. Capanna
Fuori!

Scrivo e mi arrabbio, ma so fare bene solo una delle due cose. Non binario, Epilettico, Gay.