Realismo viscerale.

Dovrò aderire — come Roberto Bolaño — alla corrente di pensiero del realismo viscerale. Poetica prima che politica. Andare alle viscere — dirette e vere — delle cose, senza troppi pudori.

Il realismo viscerale è un approccio estetico, etico e politico: vivere dentro il presente, organizzare con cura il (conflitto per il) futuro.

Un imperdibile studio realvisceralista — l’analisi dei ricercatori del National Center for Climate Restoration australiano — delinea uno scenario in cui entro il 2050 il riscaldamento globale supererà i 3 gradi centigradi, innescando alterazioni fatali dell’ecosistema globale e colossali migrazioni da almeno un miliardo di persone. Esiste un concreto rischio di arrivare a 3 gradi di riscaldamento già nel 2050, che salirebbero a 5 gradi entro il 2100. L’umanità non farebbe in tempo a vederli, poiché l’ecosistema del pianeta avrà già portato la fine della civiltà così come la conosciamo oggi.

Il realismo viscerale è un approccio estetico, etico e politico: amare fino allo sfinimento, friggere i peperoni (che è quello che sto facendo in questo momento), restare a guardare le nuvole, piantare alberi a caso, raccontare storie incredibili ai bambini, imparare un’arte marziale (che potrebbe tornare utile).

«Perché» — come scrive appunto Bolaño — «una cosa è ingannare sé stessi e un’altra ben diversa ingannare gli altri. Tutto il realismo viscerale [è] una lettera d’amore, il pavoneggiamento demenziale di un uccello idiota alla luce della luna, una cosa abbastanza mediocre e senza nessuna importanza. Ma quello che volevo dire era un’altra cosa».

Così, per esempio, tutti i discorsi sull’agro-alimentare: la protezione del made in Italy dei formaggi, dei vini, dei prosciutti e del prosecco. Distopie, che allontanano dalla nuda, viscerale, verità: la filiera agro-alimentare italiana poggia tutta sul caporalato schiavistico e feroce sulla pelle degli immigrati clandestini, ed è tanto tossica di pesticidi che ormai questi si misurano in litri per metro-cubo di terreno agricolo.
Cosa volete che me ne importi della protezione del marchio del parmigiano reggiano in Giappone?!?

Così, per esempio, il dibattito sulle autonomie regionali. Distopie, che omettono la nuda, viscerale, verità: tra 20–25 anni per effetto del climate change il Veneto e la Lombardia saranno tutte sommerse dalle acque dell’Adriatico, avremo la laguna padana che arriverà fin sotto al Monviso, il problema dei barconi leghisti che vorranno sbarcare in Toscana ed in Romagna, e la TAV che da Lione sbucherà direttamente in mare.
Cosa volete che me ne importi se il Veneto deve assumere gli insegnanti da graduatorie regionali o nazionali, se gli edifici scolastici saranno allora tutti sott’acqua, frequentati solo da colorati pesci tropicali?!?

Così, per esempio, i ragionamenti sull’amore familiare, sulle responsabilità per i figli, su come prendersi cura delle relazioni, sul riconoscimento reciproco, e sulle buone e docili pratiche di convivenza. Distopie, che ingannano la nuda, viscerale, verità: si muore tutti di crepacuore troppo presto, occorre non perdere tempo.
Cosa volete che me ne importi di un lavoro, un pasto, una casa de-erotizzati, se non posso lasciarmi spossare da un orgasmo quotidiano?!?

Sì, dovrò aderire — come Roberto Bolaño — alla corrente di pensiero del realismo viscerale. Andare alle viscere — dirette e vere — delle cose, senza troppi indugi.

Alle viscere. Dirette. Vere.

In questo preciso momento — intanto — nell’aria danzano 410,36 ppm (parti per milione) di CO2.

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Antonio Viesti
Libretto per le giustificazioni delle assenze e dei ritardi

Sono nato vicino ad un passaggio a livello. Conosco i percorsi delle autolinee urbane. Di solito dormo nel posto più vicino alla porta.