Editor e correttore di bozze: chi sono e cosa fanno

Carmen Laterza
Libroza
Published in
6 min readNov 16, 2016

Tra le varie figure professionali del mondo dell’editoria oggi ci occupiamo di coloro ai quali viene affidata la revisione di un testo.

L’editor e il correttore di bozze, infatti, ciascuno a suo modo, prendono “in cura” un testo e lo restituiscono più sano!

Vediamo dunque di capire esattamente cosa fanno questi due professionisti e soprattutto cerchiamo di chiarire i compiti di ciascuno, che, in particolare per l’editor, spesso risultano misteriosi o confusi.

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Chi è il correttore di bozze e cosa fa

Cominciamo dal correttore di bozze, il cui ruolo sembra essere più chiaro. In effetti il nome stesso di “correttore di bozze” fa capire di cosa si occupa esattamente questo professionista.

Il correttore di bozze, detto anche redattore, si occupa dunque di correggere un testo, liberandolo da errori di battitura e di ortografia, i cosiddetti refusi.

Se dunque c’è una “e” senza accento dove l’accento ci vuole, il correttore di bozze lo metterà, ma non è detto che il correttore di bozze cambi il verbo al plurale se il soggetto è plurale o ne cambi il tempo per rispettare la concecutio.

Insomma, il correttore di bozze “puro”, che normalmente lavora alle dipendenze di una casa editrice, si occupa solo di errori ortografici e di battitura, non di errori grammaticali e sintattici, né tanto meno di stile e punteggiatura.

Si occupa invece di formattazione del testo, regolando quindi l’uso delle maiuscole, del grassetto, delle sottolineature e dei corsivi, oppure degli spazi superflui, dell’uniformità di titoli e sottotitoli e della corrispondenza delle note a piè di pagina con il testo cui si riferiscono.

Un correttore di bozze freelance, invece, proprio perché lavora non alle dipendenze di una casa editrice, ma a diretto contatto con l’autore, spesso allarga la sua mansione e si occupa anche degli errori grammaticali e sintattici del testo. In questo caso correggerà anche la concordanza dei verbi, l’uso dei tempi verbali e dei costrutti fraseologici, fino ad arrivare alla punteggiatura.

Così facendo il correttore di bozze arriva a sovrapporre il proprio campo di azione con quello dell’editor.

Chi è l’editor e cosa fa

Meno chiara del correttore di bozze è invece la figura dell’editor, perché con questo termine possono essere identificati professionisti diversi.

All’interno delle case editrici l’editor di norma è colui che trova testi interessanti da sottoporre al comitato editoriale per una proposta di pubblicazione. In questo caso l’editor è un vero e proprio talent scout che scova, tra le mille proposte che riceve, quelle più interessanti e le sostiene di fronte all’editore affinché queste proposte diventino dei libri veri e propri.

Nelle case editrici più grandi il compito di intercettare e i testi da pubblicare è affidato al chief editor, che si occupa quindi di valutazioni e acquisizioni più che di revisioni. Infatti, dopo aver selezionato il testo, il chief editor lo affida a un secondo editor, che prosegue il percorso occupandosi di tutta la fase di revisione e portando il testo alla pubblicazione.

Nelle case editrici più piccole l’editor fa entrambe le cose: seleziona i testi che ritiene meritevoli di pubblicazione e poi ne segue tutte le fasi di crescita e sviluppo, dal manoscritto presentato dall’autore alla versione definitiva messa in vendita sugli scaffali delle librerie.

La fase di revisione del testo è sicuramente quella più lunga e delicata.

In questa fase l’editor lavora a stretto contatto con l’autore, suggerendogli modifiche, tagli e aggiunte, controllando e rafforzando la coerenza interna della trama, eliminando imprecisioni e incongruenze, contribuendo allo sviluppo dei personaggi e alla definizione delle ambientazioni, con l’unico scopo di migliorare il testo e farlo quindi diventare un prodotto editoriale ben strutturato.

Visto in quest’ottica l’editor è come un consulente, o, meglio, un personal trainer che affianca costantemente l’autore e lo supporta; con la sua esperienza e grazie alla sua visione d’insieme del progetto editoriale, l’editor può indicare all’autore la strada giusta per far diventare davvero il testo un libro che “funziona”.

L’autore, infatti, per quanto abile e dotato di un proprio stile, non può avere il distacco necessario a giudicare con imparzialità ciò che ha scritto e a cogliere quindi con lucidità l’efficacia dell’insieme. L’autore è troppo coinvolto nel proprio testo per poterlo valutare e identificarne i punti deboli, oppure, se anche riuscisse a farlo, raramente è in grado da solo di trovare la soluzione.

Quando l’editor diventa scrittore

Nelle case editrici l’editor cerca, per quanto possibile, di affiancare l’autore nel percorso di revisione del testo, fornendo consigli e suggerimenti, ma lasciando a lui il compito di scrivere e riscrivere il testo.

A volte però questo non basta, perché l’autore non riesce a mettere in pratica i suggerimenti, oppure non c’è tempo per lasciare che l’autore faccia da solo.

In questi casi l’editor interviene di sua mano nella revisione del testo.

Questo è ciò che fanno generalmente gli editor freelance, discutendo con l’autore i punti da migliorare ma poi agendo in prima persona per attuare i miglioramenti concordati.

Non è un passaggio facile né è privo di rischi perché, se l’editor vuole intervenire concretamente nella revisione del testo, non deve sapere solo cosa migliorare, ma anche come farlo.

Deve cioè saper mettere in pratica i consigli che prima ha dato all’autore, ma rispettandone lo stile e ricalcandone la “voce”.

Fare l’allenatore e urlare da bordo campo gli schemi di gioco non è come entrare in campo e tirare.

Non dico che una cosa sia più facile dell’altra, ma di certo si tratta di due competenze diverse.

Per questo sono molto scettica di fronte alla diffusione di editor freelance che nascono a ogni angolo del web: chiunque abbia scritto un libro, ami la lettura o tenga un blog si sente sufficientemente esperto e competente per mettere le mani su testi altrui.

Purtroppo per editare testi altrui non basta avere una passione per i libri, essere lettori forti e non basta nemmeno saper scrivere bene. Queste sono sicuramente doti di base, alle quali però bisogna aggiungere la capacità di “nascondersi” dietro lo stile dell’autore, di scrivere come lui… ma meglio di lui!

Editor e correttore di bozze: quando e a chi servono?

Una volta capito qual è il ruolo del correttore di bozze e quale quello dell’editor c’è da chiedersi chi ha bisogno di questi professionisti e quando.

Ebbene, a mio avviso ogni testo ha sempre bisogno di uno sguardo esterno, meglio se professionale e allenato. Quindi chiunque voglia rendere pubblico un testo dovrebbe farlo revisionare e se non proprio editare, per lo meno correggere per togliere inevitabili refusi.

Ho volutamente detto “rendere pubblico” e non “pubblicare” perché un testo che deve essere proposto alla lettura di altre persone è come tale reso pubblico, ma non pubblicato in senso editoriale. Allora sono “resi pubblici” anche una relazione di lavoro, una lettera aperta, un articolo per un giornale o una rivista, un post per un blog, e tutti questi testi dovrebbero pertanto essere controllati prima di essere diffusi. Una relazione scritta male diminuisce il valore di chi la presenta, una lettera piena di errori perde di efficacia, un articolo sconnesso riduce l’autorevolezza dell’autore.

Se poi parliamo di libri che aspirano alla pubblicazione, la revisione diventa indispensabile a tutti i livelli: prima con un editing strutturale che garantisca la coerenza narrativa, poi con un editing stilistico che uniformi le scelte lessicali e sintattiche, infine con una accurata correzione di bozze che sani i refusi e coordini la formattazione e le scelte grafiche.

Un tempo si diceva che all’editing e alla correzione di bozze ci avrebbe pensato l’editore e che quindi l’autore in cerca di pubblicazione non doveva preoccuparsene.

Oggi però la concorrenza è aumentata, le proposte inviate ad agenti e case editrici sono sempre di più e per farsi notare è necessario che la prima lettura del testo sia per lo meno scorrevole e fluida. Il tuo testo potrebbe essere originale, la tua trama innovativa, il tuo stile intrigante, ma se l’agente o l’editor che lo legge inciampa in errori banali e frequenti o avanza a stento tra frasi contorte, non potrà che farsi un’opinione negativa di te e scartare il tuo manoscritto.

Perché infatti una persona esterna dovrebbe dedicare del tempo al tuo testo per leggerlo se tu per primo come autore non gliene hai dedicato per revisionarlo?

Se tu dimostri di non avere a cuore la qualità del tuo lavoro, perché dovrebbe farlo qualcun altro?

Originally published at libroza.com on November 16, 2016.

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Carmen Laterza
Libroza
Editor for

Scrittrice indipendente, editor freelance, writing coach e consulente per il self publishing. Da quando ho scoperto i podcast, non taccio più.