Daniel Meuli / Life in Ultra Large Format

Al tempo del digitale, questo fotografo dell’Engadina fa foto con una macchina grande come una roulotte e con una definizione spaventosa

Martino Pietropoli
L’Indice Totale

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Oggi guardiamo la maggior parte delle foto su schermi di cellulari: più piccoli di una polaroid, consentono un’esperienza che definirei “l’idea dell’atto del vedere una foto” piuttosto che il vedere davvero una foto.

Quindi quando ti capita di vedere una foto di Daniel Meuli dal vivo (e non su uno schermo) è un po’ come mangiare una vera fragola quando per una vita intera hai mangiato caramelle alla fragola. Nel senso che è più buona? No: nel senso che è la Vera Fragola, e non è detto che sia saporita o dolce come la caramella, anzi. Però è quella vera. Quindi puoi aver visto molte foto in tutta la tua vita ed è probabile che quando vedi una Vera Foto non ti sembri niente di particolare. È l’abitudine alla gratificazione istantanea, mentre la qualità deve essere apprezzata con calma e con la necessaria cultura visiva.

Daniel Meuli sulla sua macchina fotografica

Il mezzo che Meuli usa per catturare le sue foto in formato ultra (62x90 cm) è una macchina fotografica che si è costruito da solo e che traina come una roulotte. È così grande che la chiama pied à terre, cioè “seconda casa” e infatti dentro ci vive pure, quando è in giro a fare foto.
Tecnicamente le sue foto sono analogiche: sono positivi diretti, cioè ottenuti impressionando una carta fotografica che diventa anche un’opera unica. La luce non impressiona infatti una pellicola che può poi essere riprodotta ingrandendola o proiettandola sulla carta fotografica. Il risultato è una stampa in grandissimo formato molto contrastata e con una qualità dei dettagli impressionante (per apprezzarli c’è bisogno di una lente di ingrandimento).

L’esperienza che si ha guardando (ripeto: dal vivo, altrimenti perdono il 90% della loro forza, rimanendo pur sempre delle bellissime foto di paesaggi) il suo lavoro si può riassumere così:

  1. Uhm bella foto (da 1 metro di distanza)
  2. Bella così grande (da 50 cm)
  3. Però, che definizione (da 30 cm)
  4. Ma quanto definita è? (da 20 cm)
  5. Come. È. Possibile? Come fa a ingrandirle così tanto senza perdere definizione? (da 10 cm)
  6. OMG (da 1 cm)

Il motivo di una definizione così superlativa è, appunto, che non si tratta di ingrandimenti: quella è tutta la luce che è entrata in quell’obiettivo e che ha impressionato quella carta, con quelle dimensioni. Non un sensore grande pochi centimetri.
E l’ha impressionata una volta sola. Il che rende quelle stampe decisamente particolari, oltre che bellissime.

Men`s no man`s land #7 / Daniel Meuli, 2014
Ultra Large Format / 1:1 Direct Positive (62cm x 90cm)

Una sua foto è un’esperienza e, come tutte le esperienze, è meglio viverle che sentirsele raccontare. Anche perché viste a schermo rendono davvero pochissimo.
Ma anche per un altro motivo.

La fotografia, tecnicamente e filosoficamente, è basata sull’utilizzo del tempo e della luce. La luce viene catturata per impressionare una pellicola in un determinato tempo.

(Ir) Reversibel #1 / Daniel Meuli, 2014
Ultra Large Format / 1:1 Direct Positive (62cm x 90cm)

Il fatto che Daniel Meuli impieghi forse una giornata di lavoro per fare una sola foto è romantico, poetico, antimoderno, stupendamente umano.
Le sue foto hanno anche la forza di restituire a chi le osserva una parte del tempo che lui ha speso per farle: perché per guardarle con attenzione devi spenderci del tempo, devi percorrerle con gli occhi, devi indugiare.

L’esatto opposto di come esperiamo la fotografia oggi: in piccolo formato, vedendone migliaia al giorno, scrollandole su uno schermo di cellulare. Deglutendole come in un fast food. Ecco: la sua fotografia è lo slow food della fotografia. Un cibo visivo più naturale, che vuole essere assaporato, che permette di riappropriarsi di ritmi — come dire — solari.

Men`s no man`s land #2 / Daniel Meuli, 2014
Ultra Large Format / 1:1 Direct Positive (62cm x 90cm)

E, in quanto esperienza, non può che essere unica: come un quadro, come una scultura. Certo, le sue foto possono essere copiate, ma la qualità dell’originale resterà unica e inimitabile, perché contiene al suo interno il gesto, il tempo impiegato per portare quel pied à terre sopra una montagna, posizionarlo, caricare la carta nel magazzino, decidere l’inquadratura, scattare, sviluppare, osservare.

E godere.

(Ir) Reversibel #6 / / Daniel Meuli, 2015
Ultra Large Format / 1:1 Direct Positive (62cm x 90cm)

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Martino Pietropoli
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Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com