Ho provato le pillole per diventare più intelligente

Si chiamano Inteligen e purtroppo non funzionano

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4 min readDec 30, 2016

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Essere intelligenti è una delle più grandi ambizioni dell’essere umano. Non tanto per il valore dell’intelligenza in sé, quanto per la sua intrinseca qualità funzionale: essere intelligenti fa capire meglio le cose e fa trovare soluzioni migliori e più velocemente. L’idea che esista una pillola che ti rende intelligente o più intelligente se già lo sei è un mito della farmacia e della medicina. Ci hanno fatto pure un film e negli anni tanti hanno rivendicato di essere riusciti a trovare la formula magica capace di stimolare il cervello a rendere di più.

L’assunto di base è che una sostanza riesca ad attivare le connessioni cerebrali in modo da farle funzionare meglio perché, si sa, non usiamo il cervello al massimo delle sue potenzialità. Quindi la pillola che rende più intelligenti è in realtà una pillola che fa lavorare meglio i neuroni.

Un articolo mi ha convinto a provare: parlava di straordinari risultati, specialmente riguardo alla capacità che dava di focalizzarsi meglio. Chi l’aveva presa diceva di essere capace di concentrarsi su quello che faceva, che è poi uno degli assunti della produttività, ossia fare una cosa alla volta e completarla, possibilmente. Non diceva insomma di sentirsi più intelligente ma, come dire, meno distratto. Intendiamoci: una medicina che ti faccia essere meno distratto è già una gran cosa, anche se poi non è capace di renderti effettivamente più intelligente.

Un farmaco che mi facesse automaticamente capire quali erano le priorità mi attirava. Visitai il sito, vidi che lo facevano addirittura provare gratuitamente, bastava pagare le spese di spedizione. Lo ordinai.

Dopo qualche settimana e dopo aver seguito con una certa trepidazione il viaggio del miracoloso flacone da una località californiana mai sentita alla porta di casa mia, finalmente ne entrai in possesso. Il giorno dopo sarebbe iniziata la terapia: due pillole al giorno, tutti i giorni.

Iniziai, conscio che i risultati non si sarebbero fatti vivi fino al 3° o 4° giorno (almeno così diceva l’entusiastico articolo che avevo letto). Ero pronto a bermi qualsiasi panzana se è questo che può far credere quanto scrivo. Avevo abbandonato qualsiasi spirito critico, specie dopo aver letto la composizione della magica formula che elencava tutti elementi naturali che agevolavano solo (o avrebbero dovuto agevolare) il lavorio cerebrale. “Quanto meno non mi può far male”, mi dissi.

Per farla brevissima e riassumendo i risultati del mio scientificissimo test al volgere della 3a settimana, questo è quanto posso dire:

  1. Sono diventato più intelligente?
    No, mi pare di esserlo tanto quanto prima, quindi a seconda del giorno e dell’ora: scemo o abbastanza intelligente, a volte geniale (raramente)
  2. Mi ha fatto male?
    No, non ho accusato alcun effetto indesiderato o collaterale. Come assumere degli zuccherini direi.
  3. Funziona?
    No, non direi, anche se devo specificare un po’ meglio. Un effetto ce l’ha sicuramente, ed è universalmente noto come “effetto placebo”: assumendo una sostanza sei naturalmente predisposto a pensare che questa abbia un qualche effetto su di te. Quindi il pensiero più ricorrente quando mi accingevo a compiere qualcosa che richiedesse concentrazione era “Sono sotto l’effetto, sarò sicuramente concentrato”. E devo dire che la cosa funzionava, quanto meno come promemoria. Almeno mi sforzavo di essere più focalizzato perché insomma, dovevo esserlo per forza, ero più intelligente, no? Non so onestamente dire se fossero le pillole in sé a farmelo pensare. So solo che era un pensiero conscio e non automatico. Insomma dovevo pensare di essere sotto l’effetto e che quindi dovevo rispondere in un determinato modo.

Insomma

In conclusione non posso dire che le pillole Inteligen funzionino. Di certo non fanno male, o almeno non che io possa affermarlo. Sono pillole dal vago sapore erboristico. Forse sono più efficaci di un placebo, quanto meno perché la capacità suggestiva che hanno le scritte su un flacone è sempre potente. Non mi pare che il mio cervello abbia ragionato in maniera diversa o più efficace durante l’assunzione. Facevo le cose che ho sempre fatto e se per alcune ero più concentrato era, appunto, solo perché mi ero autopersuaso a esserlo per il fatto di “essermi drogato”.

Non mi sentivo più intelligente. Direi piuttosto che mi ero persuaso di doverlo per forza essere.

Per carità, forse anche questo è un buon risultato ma a che prezzo? Se non sbaglio le pillole costano sui 30 euro al flacone e ci vivi un mese suppergiù. 1 euro al giorno non per essere più lucidi e produttivi ma per esserne convinti. Per giungere alla conclusione che c’è un’altra sostanza capace delle stesse prodigiose cose e che costa uguale: si chiama caffè, ed è pure più buono.

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Martino Pietropoli
L’Indice Totale

Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com