I laccetti dei vestiti di Zara

Giorgia Olivieri
L’Indice Totale
Published in
2 min readAug 18, 2015

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Non servono a niente. Sicuri?

di Giorgia Olivieri

Quando si acquistano capi nelle catene del fast fashion, Zara su tutti, capita spesso di avere a che fare con i laccetti che si trovano all’altezza delle spalle. Più che laccetti, sono metri di nastrino che, una volta indossato il capo, riescono a spuntare da tutti i lati. Molte sono della scuola di pensiero di tranciarli una volta arrivati a casa. Io no perché, nonostante l’indubbio fastidio, penso che abbiano la loro valenza utile e positiva. Non lo so, mi sento come stregata da quei laccetti. Rapita, dato che non riesco a eliminarli neanche dalle canotte con il rischio che ci sia più laccetto che stoffa che spunta da ogni dove sulla spalla. Non lo so, mi sembra una Sindrome di Stoccolma, quel laccetto mi possiede nonostante la sua scarsa eleganza e la sua natura inopportuna.
Vorrei spezzare una lancia (e quindi non un laccio) per questo elemento di disturbo dei nostri vestiti. I laccetti sono utili quando stendi. Se abiti in un appartamento e fai fatica a piazzare i vestiti in casa, eccoti arrivare in soccorso i laccetti: grazie ad essi li puoi appendere al termosifone, alla doccia, alla maniglia di una finestra e così via. Questo a mio avviso è un vantaggio non da poco. L’abito non cade dalla gruccia grazia ai laccetti. Mettendo in atto ciò che accade da Zara o altrove quando acquistiamo qualcosa, si infila ciascun laccio attorno al gancio della gruccia e nessuna camicia, vestito, giacca si sognerà di cadere. I laccetti sono utili anche da recisi. Sì, perché se si raccolgono e si conservano in un cassetto, possono servire a chiudere qualche sacchetto, a legare una chiave ad un portachiavi o a supplire dell’assenza in casa dello spago. C’è anche la variante del laccio lungo che va da una spalla all’altra. Meno invadente della coppia, una volta indossato l’abito si fa di più i fatti suoi, nascosto nella schiena. Insomma, il bilancio sui laccetti è positivo benché spesso inopportuni. Ma perché io tragga un bilancio positivo di qualcosa di così fastidioso e oggettivamente superfluo, proprio non me lo so spiegare.

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Giorgia Olivieri
L’Indice Totale

Giornalista, scrive quello che vede come se fosse al bancone del bar. Marchigiana, vive a Bologna da troppo tempo.