Il logo de L’Indice Totale

Due colori, due forme primarie. Il rigore visivo delle collane Einaudi progettate da Bruno Munari negli anni ‘60? Forse, ma in una dimensione più spirituale. Due cerchi intrecciati. Il motivo, ricorrente nell’architettura di Carlo Scarpa, qui apre un dialogo a infiniti mondi.

La notte eclissa il giorno, il giorno eclissa la notte. E in questa doppia eclissi c’è il tutto. La grandiosità dell’uomo e della natura e le piccolezze nascoste nell’ombra della quotidianità. Infatti L’Indice tutto recensisce “dai pistacchi al jet supersonico”.

In questo doppio circolo l’occhio viene catturato e passa dall’azzurro al giallo, dal giallo all’azzurro… a un tratto il cervello si chiede “maaa azzurro e giallo… non fanno verde?” Sciocche testoline piegate alla banalità dell’ovvio, qui c’è l’illuminazione! L’oro dei cieli del Tiepolo! Il viola delle montagne! L’azzurro della pozzanghera.
Ed ecco che L’Indice, come un terzo occhio, vi guida nella disamina di quello che neanche volevate prendere in considerazione, ma ancor più di ciò di cui non sapevate quanto fosse necessario sapere qualcosa, finché non l’avete letto.

La scelta del carattere non poteva che confermare l’autorevolezza della rivista, che, senza disorientare con scelte forzatamente originali, si affida quindi ad un grande classico. In questa epoca di pazzi le certezze sono poche, nel mondo della grafica una di queste è Bodoni.
Inchinatevi tutti.

Ora tralasceremo l’intoppo innominabile che ha visto l’alba di questo logo, non diremo che possa sembrare un’anonima catena di benzinai, dimenticheremo il richiamo ad una nuova versione di flickr, non faremo le solite battutine sugli architetti che fanno i grafici (ops). Perché perdersi in inutili scaramucce? L’Indice Totale vi guida. Tutto copre, tutto crede, tutto recensisce.

Sembra un’eclissi ma Lady Hawke non è in pericolo. Questo è il logo delle recensioni molto fiche.

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