Il pasticciotto leccese

Più importante della squadra di calcio, più potente del sindaco stesso

Martino Pietropoli
L’Indice Totale

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Sembra un plumcake, ma è solo la forma che lo ricorda, perché tecnicamente il pasticciotto leccese è una cosa completamente diversa. Che dico una cosa: un’esperienza.

Intanto: è di pasta frolla (fuori) e di crema pasticcera dentro. Prima di essere messo in forno deve essere spennellato con albume in modo da ottenere la perfetta doratura nonché verniciatura lucida. Poi va consumato caldo, tassativamente. Non proprio bollente — ci mancherebbe — diciamo più caldo che tiepido. Solo il calore ne sprigiona i sapori e fa apprezzare la lussuriosa cedevolezza della sua pasta frolla.

I leccesi amano consumarlo a colazione. Come dargli torto.

L’equilibrio di questo dolce è dato dal contrasto fra l’esterno e la morbidezza dell’interno. L’amalgama è il calore che emana e i toni dell’uovo che si sprigionano dall’interno per completarsi nella placcatura della cupola si equilibrano in una fuggevole nota acida della crema stessa, stemperata dal placido abbraccio dello strutto della pasta frolla.

Se fosse tutto frolloso sarebbe indigesto, se fosse solo crema sarebbe solo crema. Ma insieme sono maschio e femmina, dentro e fuori, luce e luce.

Giudizio finale: lo yin e yang della pasticceria.

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Martino Pietropoli
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Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com