La coppia ferrarese, E.T. e Rambaldi

E se?

Non sono un complottista e anzi amo deridere chi vede congiure ovunque. Di conseguenza dileggio con ghigno satanico chi vede collegamenti e macchinazioni ovunque, però questa cosa che ho osservato oggi è talmente innocua e divertente che mi piace pensare sia vera.

La storia inizia in panificio quando compro due coppie ferraresi (agevolo foto) e il panettiere mi dice “Gliele taglio? Altrimenti c’è più carta che pane” (quelle che ho comprato avevano in effetti i corni molto più lunghi di queste in foto e potevano essere contenute solo in un sacchetto molto grande). Acconsento e lui le taglia trasversalmente, in centro. Quindi — dettaglio fondamentale — quando gli stacchi i corni puoi appoggiare la parte centrale sul tavolo e questa appare esattamente come nella foto sopra.

Mio figlio la guarda e, i crediti sono solo suoi, mi dice “Sembra la faccia di E.T.”. Non ci penso due volte e fotografo il pezzo di pane, lo importo nell’iPad e ci disegno sopra, ricavandone E.T.

La cosa sorprendente è che la testa di E.T. ha proprio quelle proporzioni, con le volute che sono gli occhi e il cranio schiacciato esattamente dove i due pezzi di pasta del pane si saldano al centro.

Un caso, certamente. Però non posso non pensare a un dettaglio: E.T. è una creatura di Carlo Rambaldi, che era di Vigarano Mainarda, che è in provincia di Ferrara.

Il pane è l’alimento con cui i bambini acquistano più familiarità sin da piccoli poiché si presta alle manipolazioni ed è buono. Buonissimo. Così buono che ti si fissa nella memoria fino a ritornarti in mente pure inconsciamente anche da adulto.

Ora, non dico che E.T. derivi dalla coppia ferrarese ma dico che non è poi così assurdo pensarlo. Fosse ancora vivo Rambaldi glielo chiederei e magari ne sorriderebbe, non sapendo nemmeno cosa rispondere. Magari direbbe semplicemente:

Ma sai che può essere?