La ricetta della felicità
È semplice, definitiva e si può anche mangiare
I gusti sono soggettivi ma c’è una cosa che manda tutti a star bene, mettendoli tutti contemporaneamente d’accordo: il fritto.
Il fritto è la cosa più buona del mondo: patatine fritte, ciambelle fritte, calamari fritti, peperoni fritti, uova fritte, salvia fritta, mozzarelle fritte, crema fritta, tutto fritto.
Quando si assume del fritto (come fosse una droga) la reazione del nostro corpo è di pace interiore e di nirvana papillogustativo. Ogni cultura gastronomica ha qualcosa di fritto e perché? Perché il fritto è buono. Buonissimo. Dannazione quanto è buono.
[Il tuo fegato ha qualcosa da obiettare ma il tuo fegato non sa leggere]
Let’s fried the world
Il fritto è così buono e provoca un tale orgasmico piacere che viene da pensare che la felicità stia proprio in una cosa così semplice.
Forse per essere felici dovremmo friggere tutto. Dovremo friggerci o almeno friggere la nostra stessa vita.
La nostra versione migliore non ha niente di spirituale o moralmente elevato: il nostro Io Migliore è solo il nostro Io Fritto.
Ma la mente umana non smette mai di elaborare idee e di cercare nuove soluzioni.
Cosa è altrettanto buonissimo? Mmmm: l’affumicato.
Se la pancetta affumicata è buona la pancetta affumicata fritta è superbuona.
E ancora, ma solo per adulti con un palato raffinato, cosa è altrettanto buono? Il torbato. La pancetta affumicata e torbata fritta deve aver rivestito il Nirvana che Siddharta esperì un giorno, dopo settimane di meditazione e digiuno. Cosa poteva altrimenti apparirgli come il Nirvana dopo settimane di digiuno? Fossi stato io non avrei avuto dubbio: pancetta affumicata e torbata fritta. Da assaporare a occhi chiusi.
O la versione vegetale: … qual è una cosa vegetale altrettanto buona?
Aspetta che ci penso.
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