Netflix

Estensione del dominio del flat

Martino Pietropoli
L’Indice Totale

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di Martino Pietropoli

Abbiamo imparato (ho imparato) a conoscere Netflix per le notevolissime produzioni televisive (Orange is the New Black, House of Cards, Sense8 sono solo alcune) ma in realtà l’origine dell’azienda americana non è quella di produttore di contenuti video: all’inizio ti abbonavi e loro ti mandavano a casa i DVD. Una specie di Blockbuster per corrispondenza, ma che funzionava con un modello diverso: un abbonamento di costo contenuto ed erano loro a venire da te, non il contrario. Quale modello è sopravvissuto e ha prosperato si è poi visto.

Già dal nome «net» però, era evidente che le sue ambizioni fossero altre: il digitale al tempo non permetteva di fornire contenuti di qualità usando la banda disponibile. Quando finalmente la tecnologia e le infrastrutture sono state mature, Netflix è diventato quello che sognava di essere: produttore e distributore di contenuti digitali in rete.

Da ieri Netflix è disponibile anche in Italia ed è una cosa davvero molto bellissima (non si dice, ma in questo caso sì).

Ecco perché

  1. Paghi un (modesto) fisso mensile di 7,99 euro (no HD, un solo dispositivo utilizzabile alla volta), 9,99 euro (FullHD e due dispositivi utilizzabili) e 11,99 euro (UltraHD, quattro dispositivi) e puoi guardare decine di serie TV, film, documentari. Il catalogo non è infinito (quello italiano per ora è molto scarso) ma si arricchirà presto e cambierà. Una cosa in costante evoluzione, come una videoteca. Netflix è una videoteca in effetti, con un suo catalogo che cambia sempre. È nata così, ma l’ha fatto meglio di Blockbuster.
  2. Puoi guardarlo su diversi dispositivi quando ti pare, in che condizioni ti pare, previa connessione a banda larga. Per dare un’idea, lo si vede benissimo non in HD anche con una modesta ADSL. Per vederlo su iPad o iPhone, per dire, è più che sufficiente. Ma anche su una TV 48" si vede benissimo.
  3. Non è una televisione, nel senso che non ha un palinsesto, come spiega bene Simone Tolomelli su Wired. Però lo fruisci su un televisore. Ma anche sul cellulare, sull’iPad, sul computer. Inizi a vedere un film sul televisore e continui due ore dopo in treno sull’iPad: magia, Netflix si ricorda dove hai smesso di vederlo e da lì riprende.
  4. Hai un profilo in cui salvi le cose che vuoi vedere. La sindrome da fotocopia qui esplode: salvi qualsiasi cosa, che ovviamente non avrai mai tempo per vedere. Però dai così un’idea a Netflix di cosa ti piace e in base a quello ti profilerà e ti proporrà sempre cose nuove. Non sono sicuro che tecnicamente faccia così, ma lo sospetto fortemente e andrebbe benissimo così. Va benissimo così.
  5. Per la musica c’è Spotify o Deezer o Apple Music o Google Play o Chimisonodimenticato. Per i libri c’è Amazon (e altri). Per i video adesso c’è Netflix. Paghi un fisso, guardi quello che vuoi, dove vuoi, quando vuoi. Non accendi la TV pensando “Vediamo che c’è stasera”. Decidi tu cosa c’è stasera. O in bagno. O in aereo (no, in aereo no. Ecco l’unico limite). Non ci sono tutti i film del mondo ma ce ne sono molti. Ci sono molte cose interessanti, altre moltissimo interessantissime. Io ho inaugurato il mio abbonamento con Nas: Time is illmatic. Non so se l’avrei mai visto altrove, non so nemmeno se l’avrei mai visto (è molto bello, fra parentesi. Chiusa parentesi).

Netflix non è un diretto concorrente di altre televisioni che hanno palinsesti e programmi e star e conduttori e telegiornali. Con queste condivide solo una cosa: te e come passi il tuo tempo quando guardi qualcosa in tv.

Quello che ti propone qualcuno a quella data ora oppure quello che ti propone un altro (un “quello” molto nutrito) e che puoi guardare quando vuoi tu.

Magari non una gran cosa per molti. Per me sì. A 12 euro al mese al massimo. Not bad.

Giudizio finale: benvenuto Netflix.

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Martino Pietropoli
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Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com