Quartz app, il modo giusto di informare

Ehi, questa è l’unica app di news che uso

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5 min readNov 16, 2016

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La mattina del giorno in cui Trump ha vinto le elezioni mi sono svegliato alla solita ora e mentre facevo colazione ho aperto la app di Quartz. Una app di news che ti dice le ultime notizie (ma solo quelle davvero importanti) in una maniera inedita per due motivi:

1. Per il tono in cui lo fa (molto informale)

2. Per il modo (è strutturata come una chat apparentemente gestita da un chatbot)

C’è una cosa di lei che prima di tutto amo: ti saluta. Ti dice “Good morning” o “Good afternoon”. È una chat, del resto. Parla, come un maggiordomo.
Insomma, anche quel mattino mi ha salutato e poi mi ha detto qualcosa del tipo (purtroppo non ho conservato lo screenshot) “Non sappiamo come dirvelo, ma sembra che Trump sarà il prossimo presidente degli USA”. Questo per far capire con che tono parla Quartz. Al che è seguito il mio “What? Are you fucking kidding me?”, perché lei è in inglese e di conseguenza le parlo in inglese. Anche se non risponde, pur essendo una chat. Ma, con ordine: perché è diversa da tutte le altre e perché ho deciso di continuare ad usarla?

Ci sono centinaia di app di news disponibili. Ogni media o testata giornalistica ne ha una: perché per un editore è importante averla, perché veicola traffico al proprio sito, perché fidelizza i propri lettori. O almeno gli editori ci sperano.

Ne ho installate diverse, le ho usate qualche giorno e poi non le ho nemmeno disinstallate: le ho proprio dimenticate.

Perché tutte erano una versione compatta e miniaturizzata del sito da cui discendevano. Non erano niente di diverso se non una versione del sito originale ma più scomoda da leggere. Quindi perché usarle? Infatti.

Quartz è da sempre qualcosa di diverso. È una testata nata digitale nel 2012. Non è mai stata cartacea e quindi non ha subito la difficile e spesso fallimentare migrazione di altre testate storiche dalla carta al digitale. Se esistono i nativi digitali, Quartz è una pubblicazione nata digitale: per essere letta su uno schermo, preferibilmente un telefono, un tablet o un portatile.

E con un linguaggio diverso, pur avendo sempre avuto la vocazione economica o per le buone inchieste giornalistiche. Se la sfida era dimostrare che il buon giornalismo si può anche fare in digitale con un linguaggio nuovo, più informale ma informato e soprattutto più breve (gli articoli di Quartz sono sempre brevi o, più correttamente, della giusta lunghezza) loro c’erano riusciti e continuavano a riuscirci.

Quando ha annunciato una sua app quindi ho sperato che non proponesse la versione mobile del suo sito (che del resto è già ottimizzato per essere letto soprattutto su mobile). Infatti non mi ha deluso.

La app di Quartz è qualcosa di mai visto prima, per quanto ne so. Non ti propone un menu di notizie divise per generi ma ti porge solo le 3/4 notizie più importanti in modo spesso leggero e corredandole con gif che ti fanno sorridere o che sottolineano il tono della news. Non è uno stratagemma irrispettoso, anzi: spesso serve solo a ricordarti che la morte è l’unica cosa tragica della vita, non un crollo in Borsa. Ed è vero, dai.

Quando ha finito di dirti cosa è successo, miscelando ad arte notizie economico/politiche più o meno importanti con altre più leggere, ti congeda con un “Ora sei aggiornato. Ci sentiamo più tardi!”.

Ora, al di là del modo, vorrei concentrarmi solo su questo aspetto:

Quartz ti aggiorna sulle 3/4 notizie più importanti, non su tutto quel che è successo.

Si potrebbe pensare che sia un difetto e invece lo considero un pregio, e non da poco. In un’era in cui abbiamo la possibilità di sapere qualsiasi cosa ma non abbiamo la reale possibilità di filtrare tutto, c’è chi ci pensa per noi. L’abbondanza senza filtro non è una ricchezza, non saprei come dirlo altrimenti. È solo caos, un magma dentro cui galleggia qualsiasi cosa e tutto ha la stessa importanza — e quindi niente davvero importa.

Per questo ho smesso di usare le altre app di news: perché mi dicevano tutto ma non quello che era veramente importante.

Come definire un modo simile di fornire notizie? Pilotato? Filtrato in maniera subdola? Che seleziona ciò che ci vuol far sapere e ci tiene all’oscuro di altre cose molto importanti? Non sono malfidente per natura e quindi credo non sia niente di tutto ciò. Io lo chiamo solo “modo curatoriale di fare informazione”: c’è chi legge per me le notizie e poi me le dà, niente di più semplice. E che, per come è strutturata la app, capisce anche cosa mi interessa o meno: dopo ogni notizia infatti appaiono due tasti che permettono di andare alla notizia successiva (come a dire “Ok, ho letto ma non mi interessa molto”) o di dare un giudizio sulla stessa. E se viene selezionato il messaggio si viene indirizzati alla notizia relativa, segno di un evidente interesse (il sistema ne prende nota).

La vera innovazione della app di Quartz è la sua capacità di eliminare il rumore di fondo, cioè tutte le notizie che sono tali ma che in fondo non sono importanti e non aggiungono nulla alla comprensione della realtà. È un luogo silenzioso in cui si sente solo una voce. È ordinato. È gentile. È come un caffè dove ci sono i migliori giornali e tutti parlano a bassa voce.
Non so: a me piace.

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Martino Pietropoli
L’Indice Totale

Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com