Sopravvissuto — The Martian
Basta la discomusic a rendere un film un Film?
di @TizCherub
Così trascurabile che a momenti me ne dimentico.
Poco dopo la fine del film ho pensato “adesso voglio litigare con qualcuno”.
E siccome sostenitori del contrario non ne avevo a portata… eccomi qui per la virtuale rissa.
No dai, non per davvero. Però riflettevo: Quali meriti possiamo attribuire a questo film?
• aver messo la discomuzic nello spazio. Bene, lo apprezzo. E poi?
• ok il discorso di affrontare le cose e risolvere uno a uno i problemi, è bello, utile, sacrosanto in questo mondo di pippaioli. L’approccio scientifico che tanto farebbe bene nella vita quotidiana. Viva.
E poi?
• impariamo che la merda è utile e che, se un pochetto abbastanza hai studiato, magari riesci a mettere insieme ingegno e conoscenza e ti salvi il culo e tutto il resto.
Ecco. Cioè simpatico eh. Però sì insomma, delusione.
Magari è colpa del trailer, tutta quell’enfasi…
Certo non è il tuffo nello spazio profondo che mi aspettavo. Quando lo spazio profondo coincide con un viaggio interiore. Dai, non potrebbe essere diversamente. Certo uno, per sopravvivere, meglio se fa solo il cazzone aggiusta-tutto… però scusate, ci metteva dodici ore a caricare le batterie! vuoi che in questo tempo eterno su un pianeta deserto l’unico trip che gli viene sia non radersi, farsi chiamare barbabionda e insultare tutti tramite email?
Tanto valeva fare un film su un qualsiasi nerd asociale.
Quello che speravo io è meglio rappresentato dall’opera di Nepo Collage qui sopra.
Oppure vi dico solo: Gravity, non c’è gara.
Poi pensando a vicodin e Sandra Bullock, ecco un filmetto simpa da disadattati adattati: 28 giorni. Divano e copertina.
#automedicazione
Se vi eravate esaltati all’idea di Matt Damon (e il suo grazioso naso) alle prese con lo spazio profondissimo, ma gli orari dei cine erano troppo stupidi e non siete riusciti ad andarci, niente crucci: pensate a McGyver + un supereroe a caso, e il giorno dopo
di cosa stavamo parlando?
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