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Alessia, l’ingegnere che tiene i fili dei tram

Ha 38 anni e da 10 è in azienda. Racconta: «Qui non c’è differenza tra noi e gli uomini. La passione per i mezzi? È nata per caso»

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4 min readFeb 16, 2022

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Articolo di Claudia Osmetti pubblicato su Libero Milano il 12 febbraio 2022

«Sono in Atm da dieci anni e non ho mai avuto un problema». Ha il sorriso simpatico, Alessia Foglio. Ma, d’altronde, è nel suo elemento: li, nei depositi dei tram di Ticinese e Baggio. Alle spalle ha i mezzi fermi del servizio che aspettano un suo via libera per tornare a circolare. Senza quello, nisba.

Si sente il rumore di qualche sirena, il suono metallico del ferro che sbatte. Fa il capo-deposito, Alessia. Ha 38 anni ed è la prima donna, a Milano, che abbia rivestito un ruolo del genere. Però tu l’ascolti e ti sembra una cosa normale, come se da sempre le donne facessero, per mestiere, quello che fa lei.

È talmente sicura che ti pare pure sia così facile. «Mi hanno accolto come si fa in una grande famiglia, io prima ero all’area tecnica». Per inciso, adesso, in Atm, all’area tecnica, nel posto che era di Alessia, c’è un’altra ragazza, Noemi Mirizzi. «Non ci sono mai stati screzi», continua lei, «nemmeno con i colleghi maschi. Anche perché io, arrivando da un altro settore, quando ho qualche dubbio chiedo. Qui si collabora, è questa la ricetta vincente». Trentotto anni, un giacchino porpora che spicca subito, in mezzo al grigio della sua officina e una passione per il tiro con l’arco.

L’8 per cento

«Lo pratico a livello agonistico», spiega, «ho dovuto organizzarmi per incastrare gli impegni». Ma chi l’ha detto che, in città, il trasporto pubblico sia ad appannaggio solo dei maschietti? Non c’è mica appena Alessia. Atm (l’Azienda milanese dei tram e delle metropolitane) ieri ha pubblicato un video. Era la giornata internazionale delle donne nella scienza, l'11 febbraio. «Non fa differenza», recita lo slogan. «Per gestire le officine ci vuole l’uomo giusto, dicono», commenta Alessia, con quei tram sempre alle spalle, «io sono una donna e non fa differenza».

Ecco, appunto. «Qualche tempo fa qui è stata assunta una ragazza che si occupa della manutenzione dei mezzi, abbiamo creato degli spazi adeguati, per esempio garantendole uno spogliatoio che può usare solo lei. Va tutto alla grande». Alessia ha studiato ingegneria dell’automazione, è una tosta, una che sa il fatto suo. «Sono molto soddisfatta dei traguardi che ho raggiunto nella mia vita e mi auguro che in futuro sempre più donne possano entrare in Atm». Più che un sogno, però, è un progetto.

La società di Foro Buonaparte non ne ha fatto mai mistero, dopotutto: l’8,5% delle loro dipendenti è donna. È una cifra miglioratile (sicuramente), ma è già di per sé significativa: perché è raddoppiata negli ultimi dieci anni. Ovvio, il gender gap (come lo chiamano gli inglesi, cioè il divario legato al genere sessuale) c’è e nessuno lo nega. In Atm come altrove, siamo onesti: e se vogliamo dircela tutta, c’è anche da sottolineare che questo è un settore particolare. Quello legato trasporti è tradizionalmente considerato un lavoro maschile. Da uomini.

Quote rosa

Eppure a farlo funzionare, a Milano, in termini assoluti, ci sono 830 donne e ragazze, circa trecento delle quali si occupano di far funzionare i servizi di superficie: autiste di bus, conducenti di tram, operatrici delle stazioni, su su fino alle istruttrici della sala operativa. Hai detto niente. Sono le «quote rosa» delle tranvie milanesi. Oltre ad Alessia c’è Noemi, che progetta treni e tram. Poi c’è Chiara Lazzaro, di professione ingegnere elettrico, che è la responsabile della progettazione dei sistemi elettrici.

È un mondo al femminile, quello delle metro meneghine. «Io da bambina avevo fissa una cosa, volevo fare l’ingegnere», continua Alessia che, nei suoi depositi, è una persona molto scrupolosa. Deve controllare tutto, verificare che ogni cosa sia al suo posto prima di dare il via libera a un mezzo che, solo allora, può uscire e tornare a trasportare i milanesi lungo le fermate della sua tratta. «Per quello mi sono impegnata tantissimo. La passione per i mezzi è nata un po’ per caso, è stata una scoperta. Ma adesso sono felicissima. Cerco sempre di fare del mio meglio e, in ogni caso, la collaborazione con i colleghi è fondamentale».

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Da 90 anni, Milano è la nostra missione. Questo è il profilo su Medium dell’Azienda Trasporti Milanesi.